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Visualizzazione dei post con l'etichetta BENI CULTURALI

Un paese di Calabria al mese: Altomonte

Ph. Bruno Pino –  www.brunopino.it

Morano Calabro e Grotta del Romito di Papasidero

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Sibari e Cassano

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Cosenza, in giro per il centro storico

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Rocca Imperiale

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Le Lettere di San Francesco di Paola ed il quadro del Santo a Montalto Uffugo

MONTALTO UFFUGO - Domenica 28 Gennaio 2018 alle ore 16.00 l’associazione ilfilorosso in collaborazione con i Pii Operai Catechisti Rurali e il comune di Montalto organizzano la presentazione del volume edito da ilfilorosso editore “Le Lettere di San Francesco di Paola ed il quadro del Santo a Montalto Uffugo” del professore Giuseppe Leonetti. La manifestazione avrà inizio con la visita guidata del dipinto di San Francesco di Paola custodito nella chiesa della SS. Annunziata (conosciuta come chiesa di San Francesco). Questo dipinto è sempre stato ritenuto il primo e l’unico quadro realizzato direttamente (e furtivamente) quando il santo era ancora in vita. A dialogare con l’autore ci saranno: l’avv. Pietro Caracciolo (Sindaco del comune di Montalto), Padre Salvatore Cimino (Superiore generale dei Pii Operai Catechisti rurali) e Luigina Guarasci direttore de ilfilorosso.

La diatriba sulla chiesetta di Cleto. Il Consiglio di Stato annulla l’esproprio del comune, che però annuncia l’avvio di un nuovo procedimento per “restituire alla cittadinanza un bene inestimabile per valore storico e religioso”

CLETO, CS - Avevamo lasciato, mesi fa, la questione riguardante la proprietà contesa della chiesetta del Santissimo Rosario di Cleto, pendente al Consiglio di Stato, il quale ora si è espresso, come aveva già fatto il Tar Calabria, per l’annullamento dell'esproprio da parte del comune. Dunque, il bene di grande valenza storica ritorna all'artista olandese Roel Van Hoolwerff che l’aveva acquistato dalla parrocchia di S. Maria Assunta per 10 mila euro. Come si ricorderà, la compravendita era stata perfezionata tra giugno e ottobre del 2015, in un periodo in cui l’Ente municipale era commissariato. Da allora, la singolare diatriba non si è mai placata. Soprattutto perché sulla chiesetta era attivo in parte un finanziamento di 300 mila euro (ora revocato), i cui lavori erano stati appaltati prima che l’ex luogo di culto venisse venduto. E anche perché il Comune di Cleto non aveva potuto esercitare il diritto di prelazione, così come prescrive il codice dei beni culturali, dato

S. Severina e S. Giovanni in Fiore

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Bisignano e Sant'Umile

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Documenti d'archivio. Libera riproduzione con mezzo proprio nelle biblioteche e negli archivi pubblici italiani

Il chiostro dell'ex Convento di San Francesco a Cosenza, sede dell'Archivio di Stato Il 2 agosto 2017 il Senato ha definitivamente approvato la Legge annuale per il mercato e la concorrenza (n. 124/2017), che, tra le altre cose, modifica l’art. 108 del Codice dei Beni Culturali, sancendo la liberalizzazione delle riproduzioni digitali con mezzo proprio in biblioteche e archivi pubblici per finalità culturali (art. 1, c. 171).  A seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale , le nuove norme sono entrate in vigore martedì 29 agosto .

Chiesetta di Cleto, il comune invoca chiarezza e chiede l'annullamento della vendita perché "viziata in più punti"

CLETO, CS – La vicenda della chiesetta di Cleto, venduta nel 2015 per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta ad un imprenditore olandese, per farne un centro d’arte internazionale, continua a far discutere perché ci sono aspetti sui quali l’amministrazione comunale in carica invoca chiarezza chiedendo spiegazioni “alle parti, a chi ha rogato l’atto, alla minoranza che apertamente difende la regolarità della vendita”. I fatti certi sono che sulla chiesetta castellense del Santissimo Rosario era attivo un finanziamento di 300 mila euro per i lavori di messa in sicurezza della stessa e di alcune aree del castello, regolarmente appaltati e consegnati e previamente autorizzati dalla Curia di Cosenza. A causa del successivo passaggio di proprietà, si è poi perso il finanziamento e quindi non è stato possibile intervenire sulla chiesetta, né rendere agibili le aree di accesso al maniero normanno.

Torri costiere in Calabria. Una mostra documentaria al museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza, curata da Giuliano Guido. Sarà visitabile dall'11 luglio al 6 agosto

Le Torri costiere in Calabria. E' il titolo della mostra fotografica curata da Giuliano Guido. "Le foto disegnano un “immaginario” percorso geografico, che parte da Rocca Imperiale, paese del cosentino della Calabria ionica, fino a raggiungere Tortora, paese dell’alto cosentino tirrenico, attraversando i paesi costieri delle diverse province calabresi. Un percorso geografico che diventa un affascinante viaggio nella storia". La mostra, ospitata nel Museo dei Brettii e degli Enotri a Cosenza, promossa da Dignità Del Lavoro Cooperativa sociale e da Giuliano Guido , sarà visitabile da martedì 11 luglio a domenica 6 agosto, negli orari di apertura del Museo.

Chiesetta di Cleto. Per il comune era inalienabile

Longo, Morcavallo, Filice e Montuoro CLETO, Cs – “Quello che appartiene al popolo, deve tornare al popolo”. Non usa mezzi termini il sindaco Giuseppe Longo quando parla della chiesetta del Santissimo Rosario, nel corso dell’incontro con la cittadinanza convocato per spiegare la singolare diatriba - che alimenta peraltro lo scontro con l’opposizione politica - tra il comune e l’imprenditore olandese che aveva acquistato l’ex luogo di culto per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta. Una compravendita perfezionata tra luglio e ottobre 2015, contestata dal comune perché avvenuta nel mentre il municipio era commissariato (a seguito della caduta della precedente amministrazione Longo), e perché ha poi determinato la non eseguibilità dei lavori già finanziati per 300 mila euro e appaltati prima che la chiesa venisse venduta, ed altre conseguenze quali la perdita del finanziamento stesso, e l’impossibilità di rendere agibile la via d’accesso al castello normanno posto pro

Il castello e la chiesa castellense di Cleto. Il comune convoca un incontro con la cittadinanza per parlare dell'inalienabilità del patrimonio storico

CLETO, Cs – Una chiesa dell’antica Pietramala che dopo l’Unità d’Italia muta nome in Cleto, è da tempo oggetto di una contesa tra un imprenditore olandese che l’ha acquistata per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta, per farne un centro d’arte internazionale, e l’Amministrazione comunale che quale simbolo identitario del paese la rivendica come bene comune.  Il “collabente”, pericolante edificio religioso detto del Santissimo Rosario, luogo di unione e comunione per la popolazione, almeno sino a quando non viene danneggiato dal terremoto del 1905, è ora divenuto anche terreno di contrapposizione. Tra le ragioni che hanno inasprito la querelle, c’è il progetto per la messa in sicurezza della chiesa e delle aree fruibili del castello normanno posto poco più in alto, finanziato nel 2014 con fondi Por dalla regione per 300 mila euro, parte dei quali destinati all’ex luogo di culto.

Rebus chiesetta di Cleto. Quale è il suo nome corretto?

La Chiesetta del piccolo paesino del Savuto - da un po' di tempo al centro di una contesa (link sull'argomento trattato nel blog a fondo pagina) tra gli attuali proprietari che l'hanno acquistata dalla parrocchia di S. Maria Assunta e l'Amministrazione comunale che vuole rimanga bene comune di proprietà dei Cletesi -, da tutti viene indicata come del S.S. Rosario . Anche in una scheda del Ministero dei Beni Culturali (qui: http://atlante.beniculturalicalabria.it/luoghi_della_cultura.php?id=25571 ) si dice parlando dell'area del castello che: "Probabilmente in questa zona doveva trovarsi anche la chiesa di San Giovanni Battista di cui però non si hanno più tracce".  Giuseppe Giannuzzi Savelli, che ha condotto ricerche dettagliate per ricostruire le vicende della sua famiglia, nel suo libro "Aspetti storici della Calabria Citra dal Feudalesimo al Risorgimento", editato a Napoli nel 2004, a pag. 64 pubblica una foto della stessa chiesa che in

Beni Culturali, la vicenda della chiesa di Cleto. Firmata la risoluzione consensuale del contratto con la ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori di messa in sicurezza

CLETO, CS – Sottoscritta la risoluzione del contratto di appalto dal Comune e dalla ditta che si era aggiudicata i lavori degli spazi fruibili del castello di Cleto e della chiesetta del S.S. Rosario. “L'accordo transattivo prevede la reciproca rinuncia ad azioni risarcitorie o di rivalsa tra il Comune di Cleto e la Ditta, perché entrambe le parti – spiega una nota del comune - hanno avuto importanti danni economici e d'immagine provocati direttamente da un illecito comportamento tenuto da terzi”. “Il comune di Cleto – viene evidenziato -, non ha potuto mettere in sicurezza la Chiesetta, completare i lavori degli spazi esterni al Castello che, avrebbero consentito di ottenerne l'agibilità, con possibilità di affidamento ad associazioni o privati per la sua fruizione e valorizzazione, senza considerare che deve restituire novantamila euro alla Regione Calabria, mentre, la Ditta aggiudicatrice ha perso un lavoro appaltato e consegnato dell'importo di trecentomila eur