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La diatriba sulla chiesetta di Cleto. Il Consiglio di Stato annulla l’esproprio del comune, che però annuncia l’avvio di un nuovo procedimento per “restituire alla cittadinanza un bene inestimabile per valore storico e religioso”

CLETO, CS - Avevamo lasciato, mesi fa, la questione riguardante la proprietà contesa della chiesetta del Santissimo Rosario di Cleto, pendente al Consiglio di Stato, il quale ora si è espresso, come aveva già fatto il Tar Calabria, per l’annullamento dell'esproprio da parte del comune. Dunque, il bene di grande valenza storica ritorna all'artista olandese Roel Van Hoolwerff che l’aveva acquistato dalla parrocchia di S. Maria Assunta per 10 mila euro. Come si ricorderà, la compravendita era stata perfezionata tra giugno e ottobre del 2015, in un periodo in cui l’Ente municipale era commissariato. Da allora, la singolare diatriba non si è mai placata. Soprattutto perché sulla chiesetta era attivo in parte un finanziamento di 300 mila euro (ora revocato), i cui lavori erano stati appaltati prima che l’ex luogo di culto venisse venduto. E anche perché il Comune di Cleto non aveva potuto esercitare il diritto di prelazione, così come prescrive il codice dei beni culturali, dato

Chiesetta di Cleto, il comune invoca chiarezza e chiede l'annullamento della vendita perché "viziata in più punti"

CLETO, CS – La vicenda della chiesetta di Cleto, venduta nel 2015 per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta ad un imprenditore olandese, per farne un centro d’arte internazionale, continua a far discutere perché ci sono aspetti sui quali l’amministrazione comunale in carica invoca chiarezza chiedendo spiegazioni “alle parti, a chi ha rogato l’atto, alla minoranza che apertamente difende la regolarità della vendita”. I fatti certi sono che sulla chiesetta castellense del Santissimo Rosario era attivo un finanziamento di 300 mila euro per i lavori di messa in sicurezza della stessa e di alcune aree del castello, regolarmente appaltati e consegnati e previamente autorizzati dalla Curia di Cosenza. A causa del successivo passaggio di proprietà, si è poi perso il finanziamento e quindi non è stato possibile intervenire sulla chiesetta, né rendere agibili le aree di accesso al maniero normanno.

Chiesetta di Cleto. Per il comune era inalienabile

Longo, Morcavallo, Filice e Montuoro CLETO, Cs – “Quello che appartiene al popolo, deve tornare al popolo”. Non usa mezzi termini il sindaco Giuseppe Longo quando parla della chiesetta del Santissimo Rosario, nel corso dell’incontro con la cittadinanza convocato per spiegare la singolare diatriba - che alimenta peraltro lo scontro con l’opposizione politica - tra il comune e l’imprenditore olandese che aveva acquistato l’ex luogo di culto per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta. Una compravendita perfezionata tra luglio e ottobre 2015, contestata dal comune perché avvenuta nel mentre il municipio era commissariato (a seguito della caduta della precedente amministrazione Longo), e perché ha poi determinato la non eseguibilità dei lavori già finanziati per 300 mila euro e appaltati prima che la chiesa venisse venduta, ed altre conseguenze quali la perdita del finanziamento stesso, e l’impossibilità di rendere agibile la via d’accesso al castello normanno posto pro

Il castello e la chiesa castellense di Cleto. Il comune convoca un incontro con la cittadinanza per parlare dell'inalienabilità del patrimonio storico

CLETO, Cs – Una chiesa dell’antica Pietramala che dopo l’Unità d’Italia muta nome in Cleto, è da tempo oggetto di una contesa tra un imprenditore olandese che l’ha acquistata per 10 mila euro dalla parrocchia di S. Maria Assunta, per farne un centro d’arte internazionale, e l’Amministrazione comunale che quale simbolo identitario del paese la rivendica come bene comune.  Il “collabente”, pericolante edificio religioso detto del Santissimo Rosario, luogo di unione e comunione per la popolazione, almeno sino a quando non viene danneggiato dal terremoto del 1905, è ora divenuto anche terreno di contrapposizione. Tra le ragioni che hanno inasprito la querelle, c’è il progetto per la messa in sicurezza della chiesa e delle aree fruibili del castello normanno posto poco più in alto, finanziato nel 2014 con fondi Por dalla regione per 300 mila euro, parte dei quali destinati all’ex luogo di culto.

Rebus chiesetta di Cleto. Quale è il suo nome corretto?

La Chiesetta del piccolo paesino del Savuto - da un po' di tempo al centro di una contesa (link sull'argomento trattato nel blog a fondo pagina) tra gli attuali proprietari che l'hanno acquistata dalla parrocchia di S. Maria Assunta e l'Amministrazione comunale che vuole rimanga bene comune di proprietà dei Cletesi -, da tutti viene indicata come del S.S. Rosario . Anche in una scheda del Ministero dei Beni Culturali (qui: http://atlante.beniculturalicalabria.it/luoghi_della_cultura.php?id=25571 ) si dice parlando dell'area del castello che: "Probabilmente in questa zona doveva trovarsi anche la chiesa di San Giovanni Battista di cui però non si hanno più tracce".  Giuseppe Giannuzzi Savelli, che ha condotto ricerche dettagliate per ricostruire le vicende della sua famiglia, nel suo libro "Aspetti storici della Calabria Citra dal Feudalesimo al Risorgimento", editato a Napoli nel 2004, a pag. 64 pubblica una foto della stessa chiesa che in

Beni Culturali, la vicenda della chiesa di Cleto. Firmata la risoluzione consensuale del contratto con la ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori di messa in sicurezza

CLETO, CS – Sottoscritta la risoluzione del contratto di appalto dal Comune e dalla ditta che si era aggiudicata i lavori degli spazi fruibili del castello di Cleto e della chiesetta del S.S. Rosario. “L'accordo transattivo prevede la reciproca rinuncia ad azioni risarcitorie o di rivalsa tra il Comune di Cleto e la Ditta, perché entrambe le parti – spiega una nota del comune - hanno avuto importanti danni economici e d'immagine provocati direttamente da un illecito comportamento tenuto da terzi”. “Il comune di Cleto – viene evidenziato -, non ha potuto mettere in sicurezza la Chiesetta, completare i lavori degli spazi esterni al Castello che, avrebbero consentito di ottenerne l'agibilità, con possibilità di affidamento ad associazioni o privati per la sua fruizione e valorizzazione, senza considerare che deve restituire novantamila euro alla Regione Calabria, mentre, la Ditta aggiudicatrice ha perso un lavoro appaltato e consegnato dell'importo di trecentomila eur

Chiesa S.S. Rosario di Cleto. Comune e ditta appaltatrice, consensualmente, rescindono il contratto

CLETO, CS – Il Comune e la ditta di Molfetta che si era aggiudicata i lavori di messa in sicurezza della pericolante chiesetta detta del S.S. Rosario, al centro di una contesa tra lo stesso Comune e l’attuale proprietario, hanno concordato di rescindere il contratto, stante la non eseguibilità dell’appalto. Come si ricorderà, la struttura una volta luogo di culto, dichiarata dalla Soprintendenza di interesse culturale (decreto 39/2014), di proprietà della Parrocchia di S. Maria Assunta, era stata acquistata nel luglio 2015 da un imprenditore olandese per 10 mila euro, per restaurarla e adibirla a centro d’arte internazionale. Il comune, però, prima che venisse venduta, aveva ottenuto già nel 2014, un finanziamento (fondi Por) di 300 mila euro, parte dei quali destinati alla chiesa del S.S. Rosario, i cui lavori furono appaltati nell’autunno di quell’anno. In seguito, ad aprile 2015, l’Amministrazione cletese guidata sino ad allora dal sindaco Longo decade per effetto delle dimi

Querelle sulla chiesetta del S.S. Rosario di Cleto. Gli amministratori locali: "deve appartenere alla Comunità"

CLETO – “L'Amministrazione al fine di dissipare ed allontanare ogni ipotesi di dubbio, non può non evidenziare con decisa fermezza che la Chiesetta del S.S. Rosario sia un bene di grande valore storico culturale, che rappresenta una parte importante della storia cletese, evocandone anche l'identità, e come tale deve appartenere alla comunità”. È la chiara posizione del comune che interviene sulla vicenda della chiesetta venduta nel 2015 dalla diocesi di Cosenza ad un imprenditore olandese per 10 mila euro. Per ragioni di spazio sintetizziamo la storia che vede da una parte l’attuale proprietario della chiesa pericolante, dichiarata dalla Soprintendenza di interesse culturale, che vorrebbe restaurare e farci un centro d’arte internazionale; dall’altra l’Amministrazione che ne rivendica la proprietà e anche perché, prima che fosse venduta, il comune aveva ottenuto un finanziamento di 300 mila euro parte dei quali per metterla in sicurezza.

V Giornata del dialetto e delle lingue locali 2017

Dal sito Unpli ROMA - L’appuntamento si rinnova e le Pro Loco d’Italia amplificano lo sforzo. Il 17 gennaio saranno centinaia le manifestazioni che si svolgeranno nella penisola in occasione della “Giornata nazionale del dialetto e delle Lingue Locali” istituita dall’Unione delle Pro Loco per salvaguardare le lingue locali.  La quinta edizione dell’iniziativa sarà arricchita da una diretta Facebook (a partire dalle ore 11) nella pagina ufficiale di Unpli (Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia). La diretta Facebook sarà aperta dall’intervento del presidente nazionale delle Pro Loco d’Italia, Antonino La Spina, e dall’importante contributo di Cosma Siani docente di lingua inglese presso l'università di Tor Vergata a Roma e studioso dei dialetti. Seguiranno gli interventi di poeti dialettali (come Vincenzo Luciani e Luigi Manzi, Maurizio Rossi ed altri), la proiezione di contributi inviati dalle Pro Loco, la selezione di file audio scelti dall’archivio “Memoria Immateriale” e

Beni culturali. La chiesetta del Santissimo Rosario di Cleto (Cs), secondo la sentenza del Tar, non poteva essere espropriata

CLETO (CS) – La chiesetta del S.S. Rosario non poteva essere espropriata, così ha deciso il Tar. Il proprietario olandese - che l'aveva acquistata dalla Curia di Cosenza tra giugno e ottobre 2015 per 10 mila euro, nel mentre il piccolo comune era commissariato – ha vinto il ricorso contro l'Amministrazione locale che in un recente Consiglio aveva deciso per l'esproprio del luogo di culto. C'è da dire che il bene ecclesiastico, al momento della compravendita, dichiarato col decreto n° 39 della Soprintendenza di Cosenza “di interesse culturale”, è destinatario per la sua messa in sicurezza di parte (circa la metà) di un finanziamento regionale più ampio di 300 mila euro che riguarda tutta l'area del castello; che il contratto con la ditta appaltatrice (la Manutenzioni Srl) risale al novembre 2014; che il primo aprile successivo, per le dimissioni dei consiglieri di minoranza e di tre di maggioranza, cadeva l'Amministrazione Longo (ora nuovamente in carica, d

#CletoFestival2016, dove le emozioni prendono forma

CLETO (Cs) – Il CletoFestival appena conclusosi nel piccolo e grazioso paesino che col suo castello sovrasta la vallata del Savuto, altro non è che un luogo in cui tanti giovani, calabresi e non, si incontrano tra le vecchie case e le viuzze che disegnano labirinti. Una tre giorni, zeppa di momenti di musica, arte, cultura, libri, cinema, e attualità. Non è semplice organizzare una manifestazione oramai conosciuta in tutta la regione e fuori. I ragazzi della Piazza - che da sei anni invitano a conoscere il proprio paesino, in parte o quasi disabitato, e a farlo rivivere non solo in questo scorcio di fine estate, ma anche in altri momenti dell'anno – ce la mettono tutta. Anche fisicamente, alla fine della kermesse, sono provati. Per organizzare tutto a puntino, si deve salire e scendere più volte al giorno il paese obliquo, la vecchia Petramala come si chiamava il centro abitato sino a metà del 1863, per vedere se tutto va bene nei vari spazi che compongono il puzzle del fest

Beni culturali. La querelle sulla chiesetta del S.S. Rosario di Cleto (Cs)

CLETO (CS) – La chiesetta del SS. Rosario di Cleto, posta su in cima al paese medioevale, poco prima di giungere al vecchio maniero di recente restaurato, è diventata oggetto di una querelle che ha i contorni del giallo. Riassumiamo i fatti. Il luogo di culto è diruto, rischia di cadere da un momento all'altro. È forse il posto dell'antico borgo più fotografato. I solai sono caduti, all'interno vi cresce l'erba e anche dei piccoli alberi. La precedente amministrazione comunale Longo, prima di terminare anzitempo il proprio mandato, approva nel giugno 2014 un progetto per mettere in sicurezza la chiesa, che appartiene, come risulta dai documenti del Catasto, alla Curia di Cosenza. Che, su richiesta del Comune, non esita a dare il via libera, specificando, come ricostruisce la vicenda Pino Furano, già sindaco del paese, ed ora in veste di Cittadino attivo, che le spese derivanti dall’operazione siano a carico dell’Amministrazione Comunale. C'è da dire, anche, c

Temesa. Altri siti archeologici nel territorio di Serra D'Aiello (Cs)

SERRA D’AIELLO – È una zona archeologicamente ricca, quella che comprende i territori di Serra D’Aiello e dintorni. Il suolo che si calpesta può nascondere tesori del passato, che a volte vengono alla luce. D’altronde, le recenti campagne scavi, in particolar modo a Serra e Campora San Giovanni di Amantea, dove sono state rinvenute necropoli di grande interesse scientifico, ci hanno restituito rilevanti vestigia di quella che gli studiosi hanno individuato essere l’antica Temesa. Quella Temesa, con i suoi reperti, parte dei quali restaurati ed esposti nell’Antiquarium di Serra D’Aiello; con i suoi resti di un antico abitato sulla collinetta di Cozzo Piano Grande, sede del Parco archeologico. Ora, da qualche giorno, c’è un nuovo sito “attenzionato” nei pressi dell’Olivo. È del 21 marzo scorso, l’ordinanza del comune di Serra d’Aiello, a firma del vice sindaco Fabio Innocenti, che ordina «la sospensione in forma cautelativa» di alcuni lavori di piantumazione in un fondo agricolo in

Giornata Nazionale del Dialetto. La seconda edizione il 17 gennaio curata dall'Unpli

A fondo pagina,  uno studio del 2004, curato dall'Unical Laboratorio di Fonetica, in collaborazione con il Comune di Aiello Calabro (Cs), e l'Istituto Comprensivo di Aiello Calabro . #giornatanazionaledeldialetto2014   #AielloCalabro   #Unpli   #ProLoco Fonte Unpli Il 17 Gennaio 2014 si svolgerà la seconda edizione della Giornata nazionale del Dialetto. La prima edizione ha riscontrato una partecipazione che è andata oltre ogni previsione, segno di una grande attenzione da parte della società civile verso queste tematiche. Tutte le Pro Loco e le associazioni che hanno aderito alla prima Giornata del dialetto e delle lingue locali hanno organizzato un evento dedicato oppure inserito nelle manifestazioni già in programma un momento di riflessione sui dialetti e le lingue locali. Sono state diverse centinaia le adesioni a questa iniziativa.  La stampa nazionale ha seguito con molto interesse l’iniziativa che è stata riportata su quasi tutti i media nazionali e locali

Presentata la proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico

Fonte: ABC Calabria Negli ultimi anni anche in Calabria, come nel resto d’Italia, si è diffusa la consapevolezza sociale dei rischi connessi alla mercificazione del bene comune acqua, e dimostrazione ne è la vittoria dei Sì ai referendum del giugno 2011:  780mila calabresi , oltre la metà degli aventi diritto al voto,  si sono espressi chiaramente contro la privatizzazione del servizio idrico , sostenendo i quesiti referendari promossi dal Comitato “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”. Ma la politica è sorda e non vuole saperne di dare seguito alla manifesta volontà popolare. In Calabria, con la   deliberazione n. 545 del 10 dicembre scorso   la Giunta Regionale ha presentato una proposta di legge in materia di risorse idriche con la quale, sotto la fuorviante dicitura di “società di interesse pubblico”, intende mantenere la Sorical nella sua attuale forma di società di diritto privato ed a scopo di lucro nata da una pseudo-privatizzazione. In particolare, nella proposta di legge regi

Coordinamento “B. Arcuri”: le illegittimità della Sorical ‘certificate’ dalla Corte dei Conti

Fonte Difendiamo la Calabria di Alfonso Senatore Nei giorni scorsi è stata resa pubblica la relazione della Corte dei Conti, Sezione Regionale di Controllo per la Calabria ( Qui ), relativa alla gestione delle risorse idriche nella nostra regione ed approvata nell’adunanza pubblica del 5 dicembre 2011. La relazione analizza, puntualmente e con rigore legislativo, diversi aspetti della gestione attuale che dovranno essere approfonditi per dare vita ad una nuova gestione pubblica e partecipata del nostro Bene Comune. Un intero capitolo è dedicato alle tariffe idriche applicate dalla società So.Ri.Cal. S.p.A. ai Comuni calabresi; come noto, chi ci segue lo sa bene, da diversi anni denunciamo l’assoluta illegittimità delle tariffe applicate ai nostri Comuni informandone puntualmente i Cittadini. La questione di per sé è tutto sommato semplice. La normativa nazionale prevede che per situazioni come quella calabrese, dove non è ancora entrato in vigore il cosiddetto metodo “nor