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Visualizzazione dei post con l'etichetta FILOSOFIA

La coscienza

di Carmelina Sicari – direttrice di Calabria Sconosciuta In un convegno dell'associazione Nuovo Umanesimo si è trattato di un argomento desueto e particolarmente ostico ai nostri giorni: la coscienza. Vien fatto di obiettare alla sola pronuncia del termine: - Ma che cos'è costei? - tanto è lontana l'eco di siffatta problematica considerata ottocentesca, romantica e comunque sorpassata dalla cosiddetta post verità. A trattare il tema il costituzionalista Antonino Spadaro, professore all'università Mediterranea e direttore dell'Istituto di studi politici “Mons. Antonio Lanza” di Reggio Calabria. Il convegno sembra rispondere proprio all'intenso dibattito sulla post verità ed anche a quello più recente animato dal filosofo francese Juvin sul desiderio e sulla sua definitiva metamorfosi. La post verità come tutti i post, i fatti epigonali, indica la fine della ricerca della verità sul piano gnoseologico ma anche su quello ontologico e il trionfo dell'opp

La crisi della civiltà di massa e della società aperta a proposito delle elezioni americane

di  Carmelina Sicari  - direttrice  Calabria Sconosciuta Si consuma sotto gli occhi di tutti una duplice drammatica crisi, quella della società di massa che diviene uno dei pericoli più drammatici per la democrazie occidentali e l'altra non meno drammatica della società aperta. Penso, non senza commozione, al testo fondamentale per la mia generazione de La società aperta ed i suoi nemici di Popper. Lì era rappresentata con orgoglio la società aperta ed i i cui nemici erano i cosiddetti pensatori forti: Platone e gli altri tra cui Marx con i loro modelli chiusi. La società di massa vista profeticamente da Ortega y Gasset agli inizi del Novecento, era poi quella da cui era nato il nazismo. Una società che da carne divorava lo scheletro. Immagine suggestiva ed efficace quanto mai attuale. Perché? Perché sono entrate in crisi entrambe le civiltà come si vede alle ultime elezioni americane? Perché la politica degradata a mero arricchimento si è inserita nel vasto movimento

Auctoritas e maestri

La morte di Socrate Jacques-Louis David di Carmelina Sicari – Direttrice di Calabria Sconosciuta Mi ha fatto venire in mente il tema Medievale dell'auctoritas, quel lettore di Calabria Sconosciuta che con insolita arroganza tacciava di stupidità l'autore di un articolo. Mi è venuta in mente la lunga quaestio sulle auctoritates che tra le varie università nel Medioevo si svolgeva tra discipuli e magistri. Il mondo medievale era molto più dinamico rispetto al nostro e i discipuli si spostavano da una università all'altra secondo i magistri ed addiritttura magistri in una disciplina divenivano discipuli di un'altra purché l'auctoritas del magister fosse autentica e davvero alta. Ma l'auctoritas da che cosa proveniva? Non solo dal sapere ma anche dalla morale e dalla capacità di avere appunto discipuli. Il discipulus era auditor, uno che ascoltava. Per ascoltare il sermo del magister questi doveva avere verità oltre a sapienza. Non bastava dunque l'

Scuole estive di Alta Formazione filosofica. Un'incoraggiante esperienza che si sta diffondendo, specie nel Meridione

di Gaetanina Sicari Ruffo - vice direttrice di Calabria Sconosciuta Ho scoperto che dall'Istituto di Studi filosofici di Napoli - da me frequentato sporadicamente qualche tempo addietro, per la vivacità dei suoi studi ed i cenacoli culturali che vi si organizzavano e che ultimamente è entrato in crisi soprattutto per la defenestrazione della sua Biblioteca ricca di classici straordinari-, sono derivati, come per una improvvisa filiazione, tanti altri centri di Filosofia, sotto forme di scuole estive ed invernali private, aperte a tutti. Naturalmente mi ha fatto molto piacere che il glorioso istituto si sia diffuso così e non si sia estinto. Era proprio quello che ci voleva per rivitalizzare, con una cultura varia, adatta al territorio, il vecchio albero di quella tradizionale, almeno per periodi brevi. Così almeno non si parla più solo di 'ndrangheta e di mafia. C'è spazio per altre idee, innovative, speriamo e promotrici di sviluppi futuri! Le scuole sorte sono g

In margine ad un convegno letterario. Letteratura e morte

di Carmelina Sicari Che degli animali divengano simboli non onirici ma filosofici è abbastanza inconsueto. Ma a considerare il rapporto tra letteratura e morte, esso si offre con grande evidenza. Al Festival delle letterature di Mantova , Philippe Forest ha portato un contributo particolarmente importante ed attuale. Come si sa, lo scrittore francese ha cominciato a occuparsi di letteratura a livello scientifico, è infatti docente di letteratura a Nantes, dalla morte della sua bambina. Il suo primo romanzo “ T utti i bambini tranne uno ” discorreva appunto dell'evento tragico della morte della bimba. Non si trattava però di una consolatoria, quanto proprio della nascita della letteratura e soprattutto del suo significato e dei suoi fini quali potrebbero oggi essere letti ed analizzati. La letteratura nei confronti della morte, con cui ha un rapporto strettissimo, ha un atteggiamento interpretativo non solo di consolazione, ma anche di evocazione, di rimozione. Occorre re

Nietzsche e Pasolini

di Carmelina Sicari Cosa può legare il filosofo dell'oltreuomo a Pasolini? Sorprende sapere dalla mostra degli oggetti ultimi in possesso di Pasolini, la notte della sua morte, che stava leggendo di Nietzsche “L'avvenire delle nostre scuole”. Paradossalmente penso che lo legasse la ricerca della gioia, della felicità e della verità. Una triade improbabile ma che spiega l'altro legame che trovo fra i due, la profezia e la ricerca di una rigenerazione. Nietzsche a Torino, dove il grande filosofo visse nel 1888 e dove compose “Ecce homo” visse la gran follia. Ce lo ricorda nel suo nuovo saggio Maurizio Ferraris, studioso della filosofia dell'oltreuomo. Certo è probabile ed è uno degli interrogativi che sorgono alla lettura del testo, che la follia sia sorta dal contrasto tra Ecce homo, la condizione degradata dall'ultimo uomo e l'oltreuomo appunto. È così lontana la prima dalla profetica visione dello splendente nuovo uomo che si rischia appunto la follia. È

Un'aggiunta a Mosè legislatore

Il Mosè di Michelangelo Courtesy of Wikipedia Carmelina Sicari Il discorso di Mosè e Akhenaton merita una aggiunta per spiegare a quanti pensano che si tratti di mera ed inutile erudizione adatta a specialisti e cultori della materia, che in realtà è attualità stringente se è vero che il monoteismo integralista ci sta portando verso la terza guerra mondiale e dunque all'autodistruzione. L'attribuzione di Mosè è legislatore ed infatti nell'immagine marmorea di Michelangelo si erge nel busto con una mano stretta intorno alle tavole della legge, e l'altra intorno alla barba fluente. Il monoteismo ebraico è fondato sulla thorà, la Legge, appunto. Freud commenta da par suo l'atteggiamento della statua. La mano di Mosè è come stretta intorno alla tavola e l'altra stringe la barba. Mosè deve essere sceso da poco dal monte e trova il vello d'oro: La sua ira è proporzionale alla portata del tradimento. Mentre Dio ha inciso un patto indelebile sulle tavole

Mosè il legislatore

di  Carmelina Sicari Un parallelo tra Akhenaton, il faraone della 18esima dinastia che si è votato al monoteismo e Mosè legista è possibile. È uno dei pezzi forti del festival della filosofia a Modena. È in gioco l'idea stessa del monoteismo che viene osteggiato in modo incredibile dai sacerdoti di Ammone in Tebe fino al punto che Akhenaton viene condannato alla damnatio memoriae. Le sue statue vengono distrutte, il suo nome e le sue gesta cancellati dagli obelischi. Un unico Dio, il Sole per il Faraone. Egli ne è innamorato fino al punto di costruire una città Amarna interamente illuminata dal sole. Come giustamente è stato detto, la sua è una religione cosmogonica in cui l'apparizione dell'essere è collegata alla luce solare. Ontologismo cosmico. Lo dice con chiarezza Jan Assmann che ha anche collegato il faraone eretico a Mosè. Il libro Mosè l'eg izio propone ancora il parallelo tra cultura ebraica e egizia. Ma perché il faraone monoteista è considerato eretic