Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta POLITICA

Antonino Anile, medico, politico e poeta calabrese

di Gaetanina Sicari Ruffo - vice direttrice di Calabria Sconosciuta La sua esistenza è quanto meno singolare. Fu medico e poeta calabrese, nato a Pizzo Calabro nel 1869 e morto nel '43. Visse negli anni di Luigi Sturzo e, nelle fila del Partito Popolare, fu eletto Sottosegretario al governo di Ivanoe Bonomi nel 1921 e fu Ministro della Pubblica Istruzione nei due ministeri Facta, nel 1922 (cfr. Portale storico della Camera dei deputati, legislazioni XXV, XXVI, XXVII). Si ritirò dalla politica con l'avvento del fascismo e dopo la marcia su Roma, il 28 ottobre del '22. Condusse vita privata senza tanto rumore, a Raiano d'Aquila, dopo aver firmato il manifesto degli intellettuali antifascisti, dedicandosi ai suoi studi scientifici (era medico anatomista), ed alla poesia. Vi immaginate come sarebbe stato se avesse fatto una scelta diversa? Forse avremmo avuto un eroe in più come Antonio Gramsci, o un profugo, o un esule martoriato e dannato. Amava egli la solitudin

Anniversari. Quaranta anni fa, moriva a Buenos Aires #NandoAloisio, sindacalista dell'Inca Cgil

Nando Aloisio Quaranta anni fa, il 12 novembre del '75 , dopo un'operazione difficile al cuore, eseguita il 3 novembre precedente all'Ospedale Italiano di Buenos Aires, moriva il sindacalista Nando Aloisio. «La sua morte prematura – così scriveva l'Unità nell'edizione del 5 dicembre 1975, riportando la testimonianza dei molti connazionali che lo avevano conosciuto ed apprezzato - è stata una perdita per il nostro partito e per tutti i lavoratori emigrati e noi possiamo comprendere perché ai suoi funerali a Buenos Aires hanno partecipato migliaia e migliaia di lavoratori italiani che hanno voluto stringersi per l'ultima volta intorno al presidente dell'Ufficio Inca in Argentina, al compagno che nel CCIE e alla Conferenza nazionale dell'emigrazione ne ha difeso con tanto slancio e decisione gli interessi». Aloisio si era sottoposto ad una operazione al cuore per sostituire la valvola mitralica, impiantata una ventina di anni prima. Nonostante le

#ColosseoChiuso "musei e luoghi di cultura diventano servizi pubblici essenziali"

Un passaggio storico ben oltre i fatti di ieri: musei e luoghi della cultura diventano servizi pubblici essenziali: si applica art. 9 Cost. Posted by Dario Franceschini - pagina ufficiale on  Sabato 19 settembre 2015 A proposito dell'argomento dico la mia: anni fa, mia moglie ed io, a Parigi per un viaggetto (era l'aprile del 2000), trovammo il personale del Louvre in sciopero. Ma potemmo entrare lo stesso, senza dover pagare il biglietto. Ora, fatti salvi i diritti dei lavoratori, e i diritti dei turisti, la soluzione c'è. Si sciopera, ma nello stesso tempo si dia la possibilità di visitare il bene culturale. A farci le spese, per il mancato introito, sarà solo l'ente pubblico o privato che gestisce il museo. Tweet riguardo ColosseoChiuso

Ricordando #NandoAloisio

Volume ‪#‎LaCalabriadeiMigranti‬ ‪#‎CentroRicercasulleMigrazioni‬ ‪#‎Icsaic‬ Numero monografico Rivista calabrese di storia del ’900, n. 2, 2014 -  ISSN 2281-582 La pubblicazione che tratta tra le altre anche della storia di ‪#‎NandoAloisio‬ sarà presentata all'interno della cerimonia di commemorazione che si svolge ad ‪#‎AielloCalabro‬ il ‪#‎31luglio2015‬ Rassegna stampa

Dirà l’Europa no a chi da oriente...? Una riflessione in versi sulla questione greca

di Franco Pedatella Dirà l’Europa no a chi da oriente venne a portarci Atena, Europa e Apollo, venne a portarci la democrazia che abbiamo su bandiere nostre iscritta? Abbiamo fatto la rivoluzione francese, alla borghesia donando la piena facoltà di stabilire la vita della gente, veglia e sonno. Il popolo rispose con l’Ottobre sovietico che aperse agli operai la strada del potere popolare. Ora Platone noi facciam tacere? La bella pace abbiam dimenticato? Facciamci guerra mentre altrui ci assale? Degli uomini il più saggio ci invitava a conoscenza avere di noi stessi. Miglior rimedio ad ogni tracotanza è aver coscienza: saper di non sapere.

Ecco perché lo Sciopero della Scuola

di Franco Pedatella 5 maggio 2015 Il Ministro dell'Istruzione, che una volta era giustamente ed opportunamente Ministro della Pubblica Istruzione, non conosce la scuola e non conosce la storia. Non sa, per esempio, che quando una volta alla fine dell'anno scolastico c'era la "qualifica degli insegnanti", cioè la valutazione che il Direttore Didattico, nella scuola elementare, oggi "primaria”, attribuiva ai suoi insegnanti, davanti casa sua c'era una lunga fila di insegnanti con in mano "costosi" regali in attesa di entrare per ricevere la sospirata "qualifica"di “ottimo”. Certamente la Legge non prevedeva né permetteva simile pratica, ma era così. Ed era così, perché siamo uomini ed, in quanto uomini, sbagliamo e siamo "peccatori". E quei direttori didattici, nonostante le loro debolezze, ambizioni eccetera, anche per l'indirizzo degli studi specifici seguito, erano intellettualmente, a parte le dovute eccezioni, fi

La buona scuola

di Carmelina Sicari Ci sono innumerevoli manifestazioni contro la buona scuola, quella proposta per intenderci con la riforma ultima. Per il ministro l'idea di una buona scuola sembra coincidere con lo snellimento burocratico, con la ristrutturazione dell'edilizia, con una serie di fattori per così dire materiali. Non è un caso che ad un'intervista recente rispondevo pessimisticamente che sull'efficacia della mia attività come dirigente scolastico, ero pronta a dichiararla fallimentare. E come me tanti altri. Ma a rifletterci non è così. I ricordi di scuola ci dicono altro. Il giovane folgorato dall'Operetta leopardiana del dialogo della natura e di un islandese: Si aspettava il bonismo, il lieto fine, l'ipocrisia di un moralismo scontato ed invece il finale dell'operetta leopardiana con l'islandese che dopo averla cercata invano, incontra finalmente la natura, è strepitoso. Lui cerca la felicità, le chiede conto di questo e mentre parla u

Anniversari. Il 12 novembre del 1975 moriva #NandoAloisio. Uno dei più popolari dirigenti delle associazioni degli emigrati italiani in Argentina

Il ritaglio de  L'Unità  del 15 novembre 1975 in cui si annuncia la scomparsa del sindacalista Qui di seguito, due poesie, del compianto Peppe Verduci e di Franco Pedatella dedicate a Nando Aloisio (Aiello 28 aprile 1923 - Buenos Aires 12 novembre 1975). A breve, se riusciremo a terminarlo, dovrebbe essere ospitato un nostro contributo su Aloisio nel secondo volume di "Calabria Migrante" edito dal Centro Studi Migrazioni dell'Icsaic. Nando Aloisio Il fondatore del Comunismo Aiellese di Peppe Verduci D’Aiello trasmigrasti in Argentina; Pioniere nell’America Latina; Fulgida guida nel tuo paesello, Laddove tutto rosa e tutto bello A te sembrava, nella giovinezza, Ai tuoi ideali davi una certezza. E dolcemente tu ci accarezzavi Per mano, al Comunismo ci portavi. Eh ! Si ! Ti seguivamo con amore Pei tuoi dettami, stretti, dentro il cuore Che tu, con insistenza propinavi, Benessere e certezza c’inculcavi. Aiello ti seguiva per incanto Perché tu riparavi

Storia. Per i 70 anni della morte del Partigiano Giacomo Ulivi

Giacomo Ulivi (foto da Wikipedia) No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto  sapere ! Da Lettera agli amici, di Giacomo Ulivi, partigiano, di cui ricorre oggi il settantesimo anniversario della morte avvenuta a Modena, in Piazza Grande, il 10 novembre 1944 . Qui la biografia di Ulivi ; Qui il testo della lettera . Il Quotidiano della Calabria 11 novembre 2014, pag. 40 70esimo anniversario della morte del giovanissimo partigiano Giacomo Ulivi «No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere!». La frase è estrapolata da una lettera di Giacomo Ulivi, uno studente universitario, di soli 19 anni, assassinato dai fascisti proprio 70 anni fa. Era il 10 novembre del 1944 , quando fu fucilato nella piazza Grande di Modena, insieme ad Alfonso Piazza ed Emilio Po. Ulivi era nato il 29 ottobre de

La nuova Calabria che non c’è

di Francesca Canino  (da Il Quotidiano del Sud del 27 ottobre 2014, pag. 42) CARO direttore, sul Quotidiano di venerdì 24 ottobre scrivi che «il traguardo raggiunto dalla città dei Sassi dimostra che un altro Sud è possibile» e ti chiedi subito dopo: «la Calabria potrebbe essere, quindi, diversa da quella che è oggi? C’è un futuro per questa terra? E, soprattutto, quale potrebbe essere la chiave di volta?». Il dibattito si è aperto all’indomani della scelta di Matera come capitale europea della cultura per il 2019 e ad esso hanno già dato il proprio contributo i soliti noti intellettuali calabresi con argomentazioni “trite e ritrite”. Da decenni si parla delle bellezze della nostra terra, delle risorse, della storia, dell’arte, dei riti e finanche della cucina come possibili “volani” di sviluppo. Non c’è occasione in cui non si ripete sempre la “solita solfa”: “Povera Calabria, terra bella e ricca di risorse di ogni genere, ma disgraziata e ingrata con i suoi figli” co

Calabria ed Europa. Alcune riflessioni in occasione delle vicine elezioni del Parlamento europeo

Gaetanina Sicari Ruffo S'è detto tanto della fragilità strutturale del Sud, della sua arretratezza, dei suoi ritardi secolari, mettendo in conto soltanto il suo apporto sul piano economico. È indubbiamente vero che ci sarebbe bisogno d'una maggiore attenzione nel correggere gli errori e dare una sterzata al cattivo uso delle risorse, alla disattenzione verso l'ambiente sia esso naturale che sociale, ma sia permesso, alla vigilia del confronto che darà un nuovo parlamento all'Europa, esprimere la riserve e le attese della Calabria. Innanzi tutto non può nascere, come si profila, un'Europa a due velocità, cioè spezzata, debole e divisa, snaturando così il processo storico che risale ai padri Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni che nell'esilio di Ventotene (basso Lazio), nel '41, per la prima volta firmanrono il Manifesto di un'Europa libera e unita in senso federale. Creare la nuova Europa significa non dividerla, ma integrare le sue cult

#20marzo Il ventennale dell'omicidio #IlariaAlpi e #MiranHrovatin

tuo browser non supporta gli iframe La Petizione tuo browser non supporta gli iframe

Contro l'abolizione delle Province in Italia

di Franco Pedatella La bella Italia, dama di gran gala, un giorno ereditò tante province dalla dea Roma, che le avéa create per reggere un impero sterminato. Gioielli ne avéa fatto la gran dama, le avéa portate in picciol territorio, il suo, ch’è somigliante allo stivale che in mare che l’abbraccia si distende. Era felice di mostrare al mondo le sue province, chiuse in uno scrigno come diamanti: portano in corona meravigliosi stemmi dei Comuni, di gloriose Repubbliche sul mare fornite di galee per merci e guerre, che con il sangue di lor prodi figli la storia hanno scritto dell’Italia. Tante città, d’autonomia bandiere, hanno trovato il modo, nella storia, di ritrovarsi in piena comunione d’intenti e volontà particolari e di diversi han fatto un solo Stato che nome ha Repubblica Italiana. Or come gran signora in decadenza disfarsi vuol di questi bei gioielli, perché non può curarli come deve né può lustrarli sí che ancor sian belli? L’Italia può negare la sua

"Chi prende un remo o l’albero maestro". Un componimento allegorico di F. Pedatella dell'Italia dei nostri giorni

di Franco Pedatella Chi prende un remo o l’albero maestro, chi a bella vela dà di piglio e strappa; chi la scaletta smonta che sul ponte porta e recarla in casa qual cimelio di augusta gloria vuole; chi da prora d’ornato intaglio il rostro seco porta. Chi col martello sfascia le giunture, chi con la sega taglia il ponte e il fianco; chi dalle stive infino alla coperta batte, dischioda e tutto fa tremare. Ognun la bella nave demolisce, ognun la scuote e quella par che soffra, sentendosi assaltata da ogni lato, e par si opponga, ma già fessa cede. Uno il timone ha torto e nelle secche la nave drizza a consegnarla all’oste che attende e mostra da lontano l’oro, che al sol riflette il raggio e dis ï oso fa il traditor d’illecito guadagno e pronto a vil commercio, a furto e dolo.

Sinistra è…

Poesia di Franco Pedatella Sinistra è vestire il popol nudo. Sinistra è soccorrer chi ha bisogno. Sinistra è liberar dai ceppi i servi e i figli  emancipar dall’ignoranza con conoscenza schietta universale e far che segga al desco quotidiano con la famiglia e quello che gli è caro ogni uom, che il tempo debito ha sudato. Sinistra è far eguali nei diritti il ricco e il non abbiente sì che il figlio dell’uno possa rivoltar le sorti dell’altro, ma ambedue rimangan pari nel godimento dei diritti umani. Sinistra è cancellar lo sfruttamento dell’uom sull’uomo e dar la libertà che dall’assenza del bisogno nasce e poggia sul reciproco rispetto che il frate deve al frate e il figlio al padre. Non è Sinistra quel che imbrattatori ne han fatto con diabolica alchimia, che alterando libertà e potere orribil féan di bella tela imbratto. Sinistra è farsi carico dell’uomo, del simil tuo fare il tuo compagno così che il sol nascendo all’orizzonte annunci l’alba di un fecondo giorno e valli e monti e

Niente condoni sulla trasparenza

Fonte: Agorà Digitale Il Governo sta per mettere i bastoni tra le ruote di chi lotta contro corruzione e sprechi di denaro pubblico mettendo in discussione uno degli strumenti più importanti: la trasparenza totale di ogni spesa pubblica. Solo se riusciremo a riempire il web e i media con le proteste di chi non vuole che l'Italia faccia passi indietro sulla trasparenza, si convinceranno che tutto cio' avrebbe un effetto boomerang e si dovranno fermare. Il provvedimento, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe servirebbe a modernizzare il nostro Paese, ma le bozze che circolano ufficiosamente mostrano che avrebbe paradossalmente l’effetto opposto! Abrogherebbe la rivoluzionaria norma che obbliga a pubblicare in modo più accessibile possibile, in formato “open data”, tutte le informazioni sulla spesa pubblica, rimandando di almeno un altro insostenibile anno la pubblicazione comprensibile e in un unico luogo di tutti i dati su come vengono gestiti i soldi delle nostre ta

"Signor Capo della 'ndrangheta... riportaci in Calabria la Persefone"

... Perché la Calabria non decolla.  Un interessante articolo di Francesco Cirillo sul Blog Scirocco . CONTINUA LE LETTURA QUI...