CLETO (Cs) – Il
CletoFestival appena conclusosi nel piccolo e grazioso paesino che
col suo castello sovrasta la vallata del Savuto, altro non è che un
luogo in cui tanti giovani, calabresi e non, si incontrano tra le
vecchie case e le viuzze che disegnano labirinti. Una tre giorni,
zeppa di momenti di musica, arte, cultura, libri, cinema, e
attualità.
Non è semplice
organizzare una manifestazione oramai conosciuta in tutta la regione
e fuori. I ragazzi della Piazza - che da sei anni invitano a
conoscere il proprio paesino, in parte o quasi disabitato, e a farlo
rivivere non solo in questo scorcio di fine estate, ma anche in altri
momenti dell'anno – ce la mettono tutta. Anche fisicamente, alla
fine della kermesse, sono provati. Per organizzare tutto a puntino,
si deve salire e scendere più volte al giorno il paese obliquo, la
vecchia Petramala come si chiamava il centro abitato sino a metà del
1863, per vedere se tutto va bene nei vari spazi che compongono il
puzzle del festival. Alla fine della fiera, però, è più grande la
soddisfazione per aver offerto al mondo la migliore immagine
possibile di Cleto. Una soddisfazione ancora più marcata perché il
festival è - come orgogliosamente i ragazzi della Piazza portano
stampigliato sulle t-shirt - a finanziamenti pubblici zero.
Il consuntivo dell'evento
aperto il 19 e chiuso nella notte del 21 agosto è dunque più che
positivo. Di anno in anno si cresce e già fervono le idee per il
prossimo anno. Hanno comunque lasciato tracce importanti tutti i
protagonisti dei vari appuntamenti. Non ne citiamo nessuno per non
dimenticarcene qualcuno. Sei edizioni festivaliere, con questa appena
archiviata, “per mostrare – dicono nei ringraziamenti che i
ragazzi della Piazza hanno indirizzato a chi ha partecipato e
collaborato - la nostra idea di Cleto”.
“Un paese - aggiungono - dove i cittadini si impegnano e contribuiscono attivamente per un progetto comune, mettendo da parte vittimismo e lamentele, un paese che non ha paura di aprire le proprie porte e accoglie tra i suoi vicoli e le sue piazzette tanti visitatori con cui socializzare, confrontarsi e conoscersi. Un paese dove le emozioni prendono forma grazie agli artisti che con la loro musica, il loro teatro, le loro performance incantano gli spettatori. Un paese dove confrontarsi esprimendo la propria idea su una tematica non è cosa strana, e non crea problemi pensarla in maniera diversa; un paese dove si dà un senso ai luoghi e si riscopre la bellezza delle cose. Questo è la Cleto che vogliamo”. (bp)
“Un paese - aggiungono - dove i cittadini si impegnano e contribuiscono attivamente per un progetto comune, mettendo da parte vittimismo e lamentele, un paese che non ha paura di aprire le proprie porte e accoglie tra i suoi vicoli e le sue piazzette tanti visitatori con cui socializzare, confrontarsi e conoscersi. Un paese dove le emozioni prendono forma grazie agli artisti che con la loro musica, il loro teatro, le loro performance incantano gli spettatori. Un paese dove confrontarsi esprimendo la propria idea su una tematica non è cosa strana, e non crea problemi pensarla in maniera diversa; un paese dove si dà un senso ai luoghi e si riscopre la bellezza delle cose. Questo è la Cleto che vogliamo”. (bp)
Commenti
Posta un commento