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Violenze ai giornalisti: la Fnsi scrive a Maroni

FNSI-SGC COMUNICATO STAMPA Il segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Franco Siddi, ed il segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, componente della Giunta Esecutiva Fnsi, hanno inviato al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, una lettera per metterlo a conoscenza della preoccupazione dei giornalisti italiani sui continui atti di intimidazione e di violenza che si stanno manifestando, con troppa frequenza, nelle regioni del Sud ed in particolare in Calabria. Ultimo in ordine di tempo quello che ha visto vittima di percosse il corrispondente dal Vibonese della Gazzetta del Sud, Antonio Sisca, al quale, in precedenza, era stata recapitata una lettera di minacce ed era stata incendiata l’autovettura. Nella lettera, Parisi e Siddi ricordano, infatti, che “recentemente diversi giornalisti, in particolar modo nelle regioni meridionali e soprattutto in Calabria, sono stati vittime di intimidazioni, minacce e violenze da parte della crimin

9.11.2001

32 anni fa moriva “il grande timoniere” Mao Tse-Tung

Il 9 settembre del 1976, a mezzanotte e 10, moriva a Pechino “il Grande Timoniere”, che dal 1949, anno della proclamazione della Repubblica Popolare, era stato uno dei protagonisti indiscussi della storia della Cina. Per 27 anni Mao Tse-tung rappresentò - come scrive il giornalista Vittorio Zucconi - «l’ultima illusione di una possibile alternativa rivoluzionaria, giovanilista e movimentista alla sclerosi terminale del Socialismo sovietico e all’imborghesimento dei partiti comunisti occidentali». La Cina di oggi, che sempre di più si dirige verso il libero mercato, apprestandosi a divenire la prima potenza economica mondiale, è il frutto della storia politica e sociale assai travagliata che va dalla rivolta dei boxer alla fine dell’Impero, dal caos politico dei Signori della Guerra, alle mire espansionistiche del Giappone, dalla comparsa sulla scena politica cinese delle teorie marxiste e leniniste, alla nascita della Repubblica Popolare. Mao e la costituzione del PCC. Mao Tse-tung che

L'Armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943

Alle 19.42 dell’8 settembre 1943, dai microfoni dell’Eiar, il maresciallo Badoglio annunciava all’Italia la resa firmata a Cassibile il precedente 3 settembre.   Da Wikipedia, l’enciclopedia libera Antefatti Nella prima metà del 1943, in una situazione generale di grave preoccupazione indotta dall'opinione sempre più condivisa che la guerra fosse ormai perduta e che stesse apportando insopportabili danni al Paese, Benito Mussolini, capo del fascismo, operò una serie di avvicendamenti che investì alcuni dei più significativi centri di potere e delle alte cariche dello Stato, rimuovendo, tra l'altro, alcuni personaggi che reputava ostili alla prosecuzione del conflitto accanto alla Germania o più fedeli al Re che non al regime. Secondo alcuni studiosi, fu a seguito a tali sostituzioni, reputate come atte a rafforzare il regime in crisi di consenso se non apertamente ostili al Quirinale (dal quale giungevano da tempo segnali critici occulti nei confronti del governo), che Vittorio

Beirut 2 settembre 1980. Spariscono nel nulla Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti italiani

Dal sito www.toni-depalo.it La mattina del 2 settembre 1980 Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti che sono da 10 giorni a Beirut per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare della sfortunata nazione, escono dal loro albergo per recarsi, con una jeep del Fronte Democratico Popolare per la Liberazione della Palestina, nei pressi del castello di Beaufort, su una delle linee di fuoco che li oppone agli israeliani ed ai loro alleati. Lui è un professionista di lunga esperienza, profondo conoscitore dei problemi del Medio Oriente e redattore dei “Diari”, una catena di giornali regionali che l'editore Parretti in quegli anni sta lanciando in Italia; lei una giovane e coraggiosa collaboratrice di “Paese Sera” e de “L'Astrolabio”, la testata fondata e diretta da Ferruccio Parri, dalle cui colonne denuncia e documenta i traffici internazionali d'armi che avvengono in violazione degli embargo sanciti dall'Onu contro naz

Il 23 agosto 1927 venivano giustiziati gli italiani Sacco e Vanzetti

Il 23 agosto del 1927 venivano giustiziati sulla sedia elettrica, nel Massachusetts, gli anarchici italiani, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Erano giunti negli Stati Uniti giusto un secolo fa, nel 1908. I due vennero arrestati, processati e giustiziati con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due. Nel 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti. da Wikipedia, l’enciclopedia libera Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 – Charlestown, 23 agosto 1927) furono due anarchici italiani. Sacco di professione faceva l'operaio in una

12 agosto 1944. L’Eccidio di S. Anna di Stazzema

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera I primi di agosto 1944, Sant’Anna di Stazzema era stata qualificata dal comando tedesco “zona bianca”, ossia una località adatta ad accogliere sfollati: per questo la popolazione in quell’estate aveva superato le mille unità. Inoltre, sempre in quei giorni, i partigiani avevano abbandonato la zona senza aver svolto operazioni militari di particolare entità contro i tedeschi. Nonostante ciò all’alba del 12 agosto ’44, tre reparti di SS salirono a Sant’Anna, mentre un quarto chiudeva ogni via di fuga a valle, sopra il paese di Valdicastello. Alle sette il paese era circondato. Quando le SS giunsero a Sant’Anna, accompagnati da fascisti collaborazionisti che fecero da guide, gli uomini del paese si rifugiarono nei boschi per non essere deportati, mentre donne vecchi e bambini, sicuri che nulla sarebbe capitato loro, in quanto civili inermi, restarono nelle loro case. In poco più di tre ore vennero massacrati 560 innocenti, in gran parte bambini, don