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L'eterna follia ne l'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto

di Carmelina Sicari Cinquecento anni dall'apparizione del Furioso (prima edizione 22 aprile 1516), il poema non solo della modernità ma della condizione globale dell'uomo apparso prodigiosamente nel cuore dell'umanesimo a proclamare la fallacia della speranza umana. Speranza di che? Di immortalità, di centralità, di grandezza. Ecco l'eroe che aveva percorso la poesia cavalleresca, le canzoni di gesta, l'intera Europa, con il suo coraggio, con il valore, eccolo divenuto pazzo. Era l'eroe centrale, lo ricordiamo anche dell'Aspromonte. Ecco che Orlando si aggira nudo, barbuto, senza senno per metà del poema. Ricordo lo stupore ed anche lo sconcerto che il bravissimo docente di Italiano al liceo ci comunicava alla lettura degli episodi della follia. Perché renderlo pazzo ed Ariosto che voleva dire? Proprio lo sconcerto del mio amato professore mi obbligò quasi ad occuparmi della faccenda. Il paradosso era evidente. Ariosto che aveva seguito per il suo po

“Alle soglie dell’ultimo giorno”, continua il tour calabrese del romanzo di Sergio Ruggiero

Leggi anche: http://brunopino.blogspot.it/2015/11/alle-soglie-dellultimo-giorno-romanzo.html

Voce Arcana

Poesia di Gae Sicari Ruffo Giunge velata una voce arcana da regni remoti intramezzata da silenzi nell'animo assorto e rapito da struggente richiamo. Un oblio percorre l'ora sopita e un'arpa tra cielo e terra sembra echeggiare un messaggio. Che importa sapere chi fui, chi sono nell'ora presente? Un palpito eterno di vita mi rende felice.

In margine ad un convegno letterario. Letteratura e morte

di Carmelina Sicari Che degli animali divengano simboli non onirici ma filosofici è abbastanza inconsueto. Ma a considerare il rapporto tra letteratura e morte, esso si offre con grande evidenza. Al Festival delle letterature di Mantova , Philippe Forest ha portato un contributo particolarmente importante ed attuale. Come si sa, lo scrittore francese ha cominciato a occuparsi di letteratura a livello scientifico, è infatti docente di letteratura a Nantes, dalla morte della sua bambina. Il suo primo romanzo “ T utti i bambini tranne uno ” discorreva appunto dell'evento tragico della morte della bimba. Non si trattava però di una consolatoria, quanto proprio della nascita della letteratura e soprattutto del suo significato e dei suoi fini quali potrebbero oggi essere letti ed analizzati. La letteratura nei confronti della morte, con cui ha un rapporto strettissimo, ha un atteggiamento interpretativo non solo di consolazione, ma anche di evocazione, di rimozione. Occorre re

Dedicato a #NataleDeGrazia a vent'anni dalla sua morte

Premiazione all'Accademia Belli

Il prossimo 18 dicembre, l' Accademiad'Arte e Cultura Giuseppe Gioacchino Belli di Roma (accademia.belli@tiscali.it) terrà la cerimonia di premiazione del XXVII concorso indetto per quest'anno alla Promoteca del Comune, alle ore 17. Gae Sicari Ruffo, nostra collaboratrice, è tra le finaliste per un suo contributo, ed è naturalmente grata della selezione.  In bocca al lupo dalla Redazione del Blog.

Viaggio nel tempo col trenino a vapore sulle strade ferrate della Presila

COSENZA - “Viaaaggiaaatoooriii”. Il capotreno, con lungo e ampio mantello nero, per un attimo ti fa calare con l'immaginazione nel passato: a quando quelle carrozze, quella locomotiva sbuffante erano utilizzate quotidianamente per percorrere le strade ferrate che si inerpicano per i paesini della Sila. Lui è #WilliamGatto, animatore del Parco Tommaso Campanella di Cosenza, nei panni del cantastorie e del capotreno, che ci racconta le storie di Consentia e dei Casali. Sul trenino che da Rogliano ci porta a Pedace siamo circa 120 o più. Una giornata alternativa, quella trascorsa giorni fa, attirati, chi dalla semplice curiosità, chi dalla passione di poter vedere e toccare da vicino la vecchia locomotiva a vapore, la #FCL353, 800 cavalli di potenza, costruita nel 1925 dalla August Borsig di Berlino, l'ultima ad essere costruita in Germania. In stazione a Pedace, c'è anche un fotografo tedesco venuto apposta per ritrarla in tutte le pose. È stata la più potente locomotiv

La grande guerra è davvero finita?

di Carmelina Sicari La grande guerra è davvero finita? L'interrogativo appare in un articolo di Guido Ceronetti e corre anche nel suo ultimo libro “Tragico tascabile” apparso per Adelphi e la cui caratteristica anche nel titolo è l'equivalenza tra grande guerra e tragedia. C'è continuità tra la prima e la seconda guerra mondiale e questo già era stato indicato da più parti ma che anche la prospettata terza guerra mondiale, se già in atto come indica papa Bergoglio o ancora da venire, sia pur essa in continuità rispetto alle altre due, è una faccenda del tutto nuova. Ceronetti è scrittore funerario, barocco e funerario poiché anche la morte è come per i poeti e gli scultori barocchi spettacolo. È scrittore simile-dissimile rispetto a Manganelli che amava anche lui lo spettacolo della morte o come D'Annunzio che scrisse una pagina tremenda sulla decimazione sui soldati di Catanzaro che si erano ammutinati, sul loro volto nella polvere. La grande guerra è dunqu

Visita a Tiriolo

di Franco Pedatella Lo spirto di avventura mi ha portato a Tiriolo, ove le artigiane tessono al telaio e col filato ornati fan vestiti di pacchiane. La tomba brettia a camera ho veduto nel bel museo, che narra del passato al Càlabro distratto, ch’è annegato nel modernismo ogni dí vissuto. Nel tempio la Madonna della Neve mira pietosa chi par che s’appressi a l’adorar ma l’intenzion gli è lieve e cede a volontà di chi lo pressi. Nelle viuzze, vichi e monumenti costante l’attenzion per il paese vedo sí ch’ogn’imago è ammonimento a quei cui di venir la voglia accese. Tra verdi aiuole il candido viburno coi petali suoi spicca e il suo candore di luminìo cosparge l’aer notturno sí che d’intorno splende il suo lucore. E poi i palazzi, i resti del castello storia raccontan plurisecolare di un abitato che si fa ancor bello dell’operar dell’artigian locale. Ma quando in su fra terra e cielo ascendo, l’un vedo e l’altro

Alle soglie dell'ultimo giorno, romanzo di Sergio Ruggiero, premiato a Rovigo

Questa volta è stato premiato a Rovigo per il suo ultimo romanzo, “Alle soglie dell'ultimo giorno”. Ancora una bella soddisfazione per Sergio Ruggiero, autore del libro, e per l'editore Franco Mannarino, entrambi amanteani. Nella cittadina veneta, come ci tiene a rimarcare l'editore, è stata la storia della Calabria ad essere protagonista. Tra settecento opere partecipanti al concorso “L'Unicorno”, presenti nomi di spicco e case editrici come Mondadori, Feltrinelli, Albatros, al nostro Ruggiero è stato assegnato il premio “Migliore Romanzo Storico”. «Egli – scrive la presidente della Giuria Giulietta Masiero - ha saputo trovare lo sguardo giusto per raccontare le storie del passato. È la trasfigurazione operata dalla scelta delle parole e del modo di allinearle di Ruggiero a farci sentire catturati da un incantesimo che ci trasporta nell'anno Domini 870». La trama è ambientata nella Calabria divisa tra Longobardi e Bizantini, ed infestata dai Saraceni. E