di Franco Pedatella Lo spirto di avventura mi ha portato a Tiriolo, ove le artigiane tessono al telaio e col filato ornati fan vestiti di pacchiane. La tomba brettia a camera ho veduto nel bel museo, che narra del passato al Càlabro distratto, ch’è annegato nel modernismo ogni dí vissuto. Nel tempio la Madonna della Neve mira pietosa chi par che s’appressi a l’adorar ma l’intenzion gli è lieve e cede a volontà di chi lo pressi. Nelle viuzze, vichi e monumenti costante l’attenzion per il paese vedo sí ch’ogn’imago è ammonimento a quei cui di venir la voglia accese. Tra verdi aiuole il candido viburno coi petali suoi spicca e il suo candore di luminìo cosparge l’aer notturno sí che d’intorno splende il suo lucore. E poi i palazzi, i resti del castello storia raccontan plurisecolare di un abitato che si fa ancor bello dell’operar dell’artigian locale. Ma quando in su fra terra e cielo ascendo, l’un vedo e l’altro