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Nietzsche e Pasolini

di Carmelina Sicari
Cosa può legare il filosofo dell'oltreuomo a Pasolini? Sorprende sapere dalla mostra degli oggetti ultimi in possesso di Pasolini, la notte della sua morte, che stava leggendo di Nietzsche “L'avvenire delle nostre scuole”. Paradossalmente penso che lo legasse la ricerca della gioia, della felicità e della verità. Una triade improbabile ma che spiega l'altro legame che trovo fra i due, la profezia e la ricerca di una rigenerazione.
Nietzsche a Torino, dove il grande filosofo visse nel 1888 e dove compose “Ecce homo” visse la gran follia. Ce lo ricorda nel suo nuovo saggio Maurizio Ferraris, studioso della filosofia dell'oltreuomo. Certo è probabile ed è uno degli interrogativi che sorgono alla lettura del testo, che la follia sia sorta dal contrasto tra Ecce homo, la condizione degradata dall'ultimo uomo e l'oltreuomo appunto. È così lontana la prima dalla profetica visione dello splendente nuovo uomo che si rischia appunto la follia. È lecito sperare nell'avvento dell'oltreuomo. Lo dice l'evoluzione e dunque colui che riderà dello stadio precedente della scimmia suo antenato, sarà la creatura splendente, figlio dello spirito della danza, allievo della gaia scienza. Ma ci sono altri elementi a farci riflettere su Nietzsche. La ricerca tutta orientale della felicità.
Pasolini nei suoi continui interventi sul declino di una civiltà sognava la sua rinascita, la nascita dell'oltre in una rifondazione umana e morale. Nei “Ragazzi di vita”, la storia del ragazzo che salva una vecchia sacrificando se stesso, riporta l'idea di questa rifondazione dove solo può consistere gioia e verità. La scienza che esplora questo territorio non può che essere gaia. E questa rifondazione della coscienza è epica perché la coscienza individuale diviene insieme coscienza collettiva e del prossimo, dell'altro.
Nietzsche è il filosofo della condanna di Socrate che con la nascita della coscienza ha favorito la nascita della tragedia umana, staccandosi dal coro come fece l'eroe della tragedia greca. Staccandosi dall'unità l'uomo ha perduto ogni possibilità di felicità. Eppure egli indica nelle Beatitudini evangeliche la vera proclamazione della felicità.
Pasolini concorda con Nietsche nel rifiuto di una cultura di massa. La felicità si raggiunge seguendo lo spirito contrario al senso comune, all'opinione della massa.
Un altro elemento ad indicare l'originalità del filosofo impazzito a Torino, la conduzione asistematica della sua ricerca che rende affascinante ed attuale la riflessione. La rinuncia a qualsiasi sistema di idee chiuso e perfino ad un metodo che nel razionalismo francese è fondamentale, consentono nell'attuale momento l'integrazione di varie culture ed elementi, consentono il sincretismo. Una filosofia all'altezza del nostro tempo. Pasolini è l'altro profeta di un nuovo corso.
Felicità e verità. Due temi che certo non solo erano contrari come lo sono oggi allo spirito del tempo, tanto la felicità e la verità sembrano distanti dal nostro tempo.

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