di Gaetanina Sicari Ruffo Si tratta della testa marmorea di Santa Caterina, rinvenuta negli scavi compiuti dieci anni fa tra i ruderi del Convento di S. Domenico di Soriano Calabro in prov. di Vibo Valentia, risalenti al terribile terremoto del 1783. Il primo che ha avuto l'intuizione che non si trattasse d'un reperto qualunque è stato Mario Panarello, docente e storico dell'arte dell'Università di Cosenza che, durante una campagna di scavi, la rinvenne ed ebbe netta l'intuizione che si trattasse d'un capolavoro, tale era l'intensità dei tratti e dell'espressione estatica del viso. Pur essendo imbrattata e sporca, riconobbe la mano d'un artista del barocco e la catalogò provvisoriamente come frammento scultoreo di una statua da assegnare all'ambito di due grandi maestri Gian Lorenzo Bernini e Cosimo Fanzago. Vi dedicò anni per lo studio ed i confronti, con altre opere scultoree del Seicento e Settecento, finché, nel 2010, pubblicò per Rubbet