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Minacce, 'ndrangheta e giornalismo in terra di Calabria

Riceviamo e pubblichiamo di Ferdinando Piccolo "Taniche di benzina sul balcone di casa, auto fatte saltare in aria o crivellate di proiettili, intimidazioni via citofono, foto di figli nel passeggino accompagnate da lettere di avvertimento. È difficile per chi non vive e lavora in Calabria farsi un’idea di cosa voglia dire essere cronisti (e magistrati, carabinieri, poliziotti) in una regione dove quello che sarebbe inaccettabile per qualunque giornalista diventa la quotidianità. Ma anche chi vorrebbe leggere di questa realtà e documentarsi fa molta fatica, perché le notizie calabresi raramente escono dai confini regionali. Agostino Pantano, Ferdinando Piccolo. Giuseppe Baglivo, Michele Albanese, Gianluca Albanese, Antonino Monteleone, Angela Corica, Agostino Urso, Lucio Musolino, Riccardo Giacoia, Saverio Puccio, Giovanni Verduci, Michele Inserra, Giuseppe Baldessarro, Guido Scarpino, Pietro Comito, Leonardo Rizzo, Filippo Cutrupi: Sono solo alcuni dei giornalisti e dei blogger c

Calabria, intimidazioni a giornalisti. “E' ora di smascherare i soliti ignoti”. L’invito alla chiarezza del segretario del Sindacato, Carlo Parisi, sulle intimidazioni a giornalisti

Dalla Fnsi Calabria REGGIO CALABRIA – Riportiamo, di seguito, l’intervento di Carlo Parisi, segretario del Sindacato dei Giornalisti della Calabria, che potrete trovare anche sul quotidiano d’informazione on line dell’assostampa, www.giornalisticalabria.it *** In una regione, come la Calabria, dove le buste contenenti proiettili e lettere minatorie sono, ormai, all'ordine del giorno in tutte le categorie sociali e professionali, si rischia di far cadere l'attenzione sul grave ed effettivo rischio che molti giornalisti corrono, quotidianamente, nello svolgere il mestiere di cronisti. In una situazione simile, purtroppo, solidarietà, marce, manifestazioni e girotondi servono a poco. Costituiscono, sì, attestazioni di solidarietà e d'affetto ai destinatari delle minacce, ma finiscono per fare il gioco sia di chi vuole alimentare il clima di terrore e la cultura del sospetto, sia di chi costruisce le proprie fortune, economiche e professionali, grazie al professionismo dell'

No 'Ndrangheta. Il giornalista ambientalista Francesco Cirillo: "Perché non aderisco alla manifestazione del 25 settembre contro la ‘ndrangheta a Reggio Calabria"

Perché non aderisco alla manifestazione del 25 settembre contro la ‘ndrangheta a Reggio Calabria di Francesco Cirillo La ‘ndrangheta non è un entità astratta. Non è un corpo estraneo alla nostra società, alle nostre istituzioni, al nostro modo di vivere la quotidianità. La ‘ndrangheta non vive sulla Luna. La ‘ndrangheta è qui fra noi, vive con noi. E noi che viviamo in Calabria, che lavoriamo o cerchiamo di farlo, lo sappiamo benissimo, perché la vediamo. La manifestazione del 24 settembre è una manifestazione di  appoggio alle istituzioni che lottano contro la ‘ndrangheta.

"Cecità" di Saramago al Magna Graecia Teatro Festival

Di  Gaetanina Sicari Ruffo Giorni fa ho avuto modo di vedere a Reggio Calabria  uno spettacolo teatrale organizzato da Magna Grecia, l'associazione regionale che si è fatta carico per tutta l'estate di portare in giro per le piazze delle città  calabresi apprezzabili capolavori di arte e di recitazione, con il patrocinio dell'ambasciata del Portogallo a Roma e dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, presidente d'onore J. Saramago. Si tratta del dramma, tratto dal romanzo  Cecità  di J. Saramago, lo scrittore portoghese, premio Nobel del 1998, da poco scomparso.

Il 1976, era il 9 settembre, moriva Mao, “il Grande Timoniere” della Cina

Il 9 settembre del 1976, a mezzanotte e 10, moriva a Pechino “il Grande Timoniere”, che dal 1949, anno della proclamazione della Repubblica Popolare, era stato uno dei protagonisti indiscussi della storia della Cina. Per 27 anni Mao Tse-tung rappresentò - come scrive il giornalista Vittorio Zucconi - «l’ultima illusione di una possibile alternativa rivoluzionaria, giovanilista e movimentista alla sclerosi terminale del Socialismo sovietico e all’imborghesimento dei partiti comunisti occidentali». La Cina di oggi, che sempre di più si dirige verso il libero mercato, apprestandosi a divenire la prima potenza economica mondiale, è il frutto della storia politica e sociale assai travagliata che va dalla rivolta dei boxer alla fine dell’Impero, dal caos politico dei Signori della Guerra, alle mire espansionistiche del Giappone, dalla comparsa sulla scena politica cinese delle teorie marxiste e leniniste, alla nascita della Repubblica Popolare.