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L'11 febbraio del 1858, l'Apparizione della Madonna di Lourdes

TRATTO DA WIKIPEDIA Le visioni di Bernadette L' 11 febbraio 1858 , appena quattordicenne, mentre assieme ad una sorella e ad alcune amiche raccoglieva legna da ardere in un boschetto vicino alla grotta di Massabielle (poco fuori Lourdes), ebbe la prima visione di ciò che descrisse come "una piccola signora giovane" in piedi in una nicchia nella roccia. Bernadette affermò che la "bellissima signora" le aveva chiesto di tornare alla grotta ogni giorno per quindici giorni e riferì anche che la signora vestiva un velo bianco, una cinta blu e una rosa dorata su ogni piede e teneva nelle mani un Rosario. Le giovani che erano in sua compagnia dissero di non aver visto nulla. L'identità dell'apparizione - nelle parole di Bernadette - rimase sconosciuta fino alla diciassettesima visione; fino ad allora la giovane di Lourdes si limitò a chiamarla semplicemente Acquero (pronuncia "acherò"; nel dialetto locale significa pressappoco quella là, un

A proposito di emigrazione italiana in Gran Bretagna... Un ricordo dell'Eccidio dell'Arandora Star

QUELLO dell’eccidio dell’Arandora Star, la nave di lusso trasformata in nave per il trasporto di prigionieri all’indomani dell’inizio della seconda guerra mondiale tra l’Inghilterra e l’Italia, è un episodio – ricordato dalla studiosa Azadeh Medaglia durante il dibattito incentrato sulle comunità di emigrati italiani che vivono in Gran Bretagna - che ai più è sconosciuto. Con la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, l’atteggiamento della Gran Bretagna nei confronti della Comunità italiana cambiò radicalmente. Gli italiani (erano all’incirca 18 mila i residenti), che erano ben integrati nel tessuto sociale ed economico dell’isola, divennero stranieri nemici. In 4 mila (tra i 18 e i 70 anni) furono arrestati e internati, con maltrattamenti e tenuti, come si evince in un rapporto della Croce Rossa, in condizioni disumane. Di questi 4 mila, 700 circa tra quelli ritenuti più pericolosi, furono imbarcati sulla Arandora Star diretta in Canada. Ma la mattina del 2 luglio 1940, la nave v

Patriarcato e Comunità italiane in Gran Bretagna

Un momento dell'incontro culturale L’EMIGRAZIONE italiana in Gran Bretagna - anche se vanta radici profonde nel tempo - non ha mai rappresentato un fenomeno di massa. Tuttavia, la presenza di italiani in terra inglese, a partire dal Medioevo, e passando per il Rinascimento durante il quale il flusso riguardò artisti e letterati, è andata sempre crescendo. Dai 1.604 italiani del censimento del 1851, ai circa 20 mila del 1901, o ai 34 mila del 1951 (di cui il 61% era rappresentato da donne), sino ad arrivare ai 106 mila circa del censimento del 2001. Di questa comunità etnica, definita invisibile per via della forte integrazione nella società inglese (ma che continua a condividere lingua cultura, costumi e religione che si prefigura come collante), e soprattutto delle sue strutture patriarcali, si è occupata la studiosa Azadeh Medaglia, iraniana di origine e sposata con un italiano che risiede e lavora a Londra oramai da diversi anni. L’occasione per parlare della question

Il folclore di Amantea e dintorni... in due libri di Ferlaino

Lo scorso 28 gennaio, nella sede dell’Accademia degli Arrischiati, con sede presso le Clarisse di Amantea, sono stati presentati al pubblico due volumi, editi da Rubbettino e Calabria letteraria, dello studioso Franco Ferlaino. I libri in questione sono stati voluti e progettati dall’Accademia di Fausto Perri e finanziati dal POR Calabria 2000-2006. All’incontro, seguito da numeroso pubblico, hanno partecipato, tra gli altri, Fausto Perri, presidente dell’Accademia degli Arrischiati, Vito Teti, docente di etnologia dell’Unical e lo stesso autore. · Franco Ferlaino, FOLCLORE IN CALABRIA TRA MEMORIA ED OBLIO. AMANTEA E LA COSTIERA TIRRNICA CENTRALE, Rubbettino 2007 – euro 15,00 DALLA QUARTA DI COPERTINA “Il mondo contadino, che ha iniziato a dissolversi con la "rivoluzione industriale", in Calabria, nel Sud ed in molte periferie d'Italia ha prolungato la sua agonia fino agli anni Sessanta del secolo scorso. L'autore, con un lavoro di ricerca sul camp

Parola di Vita, terminato il corso di Introduzione al giornalismo

HA DIMOSTRATO attenzione, intraprendenza ma soprattutto desiderio di mettersi alla prova, il gruppo di ragazzi e ragazze che ha costituito la maggiore consistenza degli iscritti al ‘Corso d’introduzione al Giornalismo’ promosso dal Centro per la Pastorale delle Comunicazioni Sociali. Un evento che si è tenuto nei giorni scorsi presso i Seminario Diocesano di Cosenza, propedeutico alla ri-nascita del settimanale ‘Parola di Vita’ – testata, quest'ultima, che vanta mezzo secolo di storia. I partecipanti costituiranno la rete di collaboratori del progetto che intende riprendere la tradizione legata al giornale della diocesi Cosentino-Bisignanense. Nella loro complessità ed articolazione, i lavori dello stage sono stati introdotti e coordinati dal don Enzo Gabrieli , sacerdote e giornalista, nonché direttore dell’Ufficio Comunicazioni della Diocesi di Cosenza . Il percorso formativo ha toccato tematiche tecniche e metodiche legate al mondo dei giornali e più in generale all’unive