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Un viaggio chiamato amore. La vita di Sibilla Aleramo

UNA VITA davvero tormentata. Piena di amori, ma anche di delusioni, di dolore, di impegno sociale, di incontri importanti, di poesia e tenerezza. La vita di Rina Faccio o meglio di Sibilla Aleramo, la scrittrice e poetessa vissuta dal 1876 al 1960, è stata effettivamente così. «Era una donna bellissima. I suoi capelli bianchi le incorniciavano il viso come un’aureola». Il ritratto che Livia Naccarato, poetessa e scrittrice originaria di Aiello Calabro (Cs), traccia della Aleramo in una recente conversazione, è puntuale e suggestivo. La vita di Sibilla è molto movimentata e tormentata. Dapprima, la malattia mentale della madre, poi la violenza che subisce a soli 16 anni dalla quale, come conseguenza, ne deriva un matrimonio riparatore, un figlio e quindi il fallimento di questa non voluta unione coniugale. In seguito, ha diverse altre relazioni amorose, prima con il poeta Giovanni Cena che le darà lo pseudonimo di Sibilla Aleramo; poi con il pittore Cascella; il poeta Dino Campana, con

Nuovo libro del compagno Peppe Verduci

"Frammenti di storia e ricordi”, edito da Pellegrini e patrocinato dall’Amministrazione provinciale di Cosenza, è il titolo del nuovo libro di Peppe Verduci, presentato al pubblico a novembre scorso nel salone di Rappresentanza del Comune di Cosenza. All’incontro, moderato dal giornalista Eugenio Furia, ha preso parte Giuliano Ricca, Segretario del Circolo cittadino di Rifondazione; il sindaco Salvatore Perugini; il giornalista Bruno Pino che ha collaborato alla stesura del libro e lo stesso Autore. Nel corso della manifestazione sono intervenuti pure Mario Oliverio, presidente della provincia di Cosenza; Angelo Broccolo, segretario provinciale del PRC; e Franco Iacucci, vice sindaco di Aiello Calabro. Il volume, come già in altre pubblicazioni del “compagno” Peppe Verduci, raccoglie memorie e particolari avvenimenti vissuti dall’autore che riguardano la storia politica e sociale di Aiello Calabro nell’immediato secondo dopoguerra. «Quello di Peppe – scrive Bruno Pino nella pref

Inmigrarte, iniziativa di un aiellese in Spagna

Si chiama Inmigrarte, de la angustia a la expresiòn, un progetto dell’Associazione spagnola Codigo Libre di cui è animatore l’aiellese Alfredito Aloisio. Aloisio - che la passione per il fenomeno dell’emigrazione l’ha ereditata dal padre Nando, responsabile dell’Inca Cgil per l’America Latina e organizzatore nel 1975 della prima conferenza internazionale sul tema – vive e lavora come ricercatore dell’Università a Barcellona in Spagna, una tra le mete – nella misura del 14% - dell’emigrazione italiana nel mondo che in terra iberica conta attualmente più di 60 mila unità. L’associazione che Aloisio gestisce assieme ad altri è impegnata da anni nel sociale, e questa volta ha voluto promuovere proprio sul fenomeno migratorio una interessante raccolta di esperienze. L’iniziativa – i cui dettagli si possono consultare sul blog http://codigo-libre.blogspot.com - consiste nello scrivere, in non più di tre pagine, esperienze di immigrazione, sia che si tratti di esperienze di persone immigrate,