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Il Padre Eterno di Bagnara. Una testimonianza storica

A. Frangipane

A proposito della statua marmorea del Padreterno della Chiesa del Rosario di Bagnara Calabra, che ha suscitato, ier l'altro, l'interesse e la curiosità  di appassionati cultori  dell'arte, che si chiedevano se non fosse un capolavoro trascurato, è arrivata una prima risposta , ma non ancora da analisi e da confronti attuali, bensì dalle carte  d'un antico studioso calabrese, ben noto per la sua attenzione e passione per i beni culturali, Alfonso Frangipane (Cz 1881- Rc 1970), fondatore dell'Istituto d'arte e del Museo della Magna Grecia a Reggio Calabria, nonché della gloriosa Rivista Brutium. Ancora una volta il suo lavoro di ricerca e di registrazione ha dato una risposta al quesito. Ho trovato che nel  suo Inventario degli oggetti d'arte della Calabria, da lui stesso compilato nell'anno XI dell'era fascista, corrispondente al 1933, edito dalla Libreria di Stato, la statua  è catalogata con lo stesso nome:  Padre Eterno ed attestata nella stessa località. Di essa si dice che proviene dall'antica Chiesa Madre, andata distrutta e che faceva parte d'un gruppo di altre statue decorative del prospetto, create da Botteghe d'arte messinesi.
D'altronde la datazione del Settecento, ipotizzata pure dal Prof. Mario Panarello dell'Università di Cs, che per primo ha cortesemente risposto, è avvalorata  da un riferimento all'antica Chiesa presente nell'opera di R. Cardone  del luogo: Notizie storiche su Bagnara Calabra, dell'anno 1783, l'anno tra l'altro del disastroso terremoto.
Viene attestata così da fonti storiche e non da riscontri artistici la sua provenienza e la sua fattura. Se giungeranno altre testimonianze ne prenderemo atto.

AGGIORNAMENTO DEL 27 GENNAIO 2012 

di Gaetanina Sicari Ruffo
Ancora sulla statua del Padre Eterno di Bagnara
Si intensificano le ricerche per sapere di più della bella e monumentale statua marmorea di Bagnara, giunta fino a noi in pessimo stato di conservazione.
Molti amici artisti e storici mi hanno contattato per suggerire varie ipotesi. Una  che credo debba essere verificata, perchè mi sembra approssimata e attinente al soggetto in questione, è quella di Massimo Genua, studioso d'arte e storico reggino, nonchè docente, i cui testi sui beni artistici, frutto di appassionata ricerca, sono apparsi per l'editore Pellegrini ed ora sono in via di pubblicazione da Rizzoli. Secondo la sua opinione, la statua sarebbe un'opera marmorea di Giannangelo Montorsoli, frate fiorentino, collaboratore di Michelangelo o della sua scuola, quella del manierismo. In effetti questo scultore  ha operato a Messina per un decennio 1547-1557 ed è l'autore della Fontana del Nettuno e di quella di Orione, dell'Apostolato (una serie di altari laterali  ornati da statue delle navate del Duom), andato distrutto e poi ricostruito e di altri lavori anche di architettura come la Torre della lanterna. Lo stesso è uno scultore che è autore di opere in Italia ed all'estero: oltre che a Firenze con il suo S. Cosma della Sagrestia Nuova di Michelangelo  di cui parla Vasari, a Genova, a Bologna, a Sanremo, a Volterra.
Niente di più facile che, durante il suo soggiorno a Messina, gli sia stata commissionata l'opera che faceva parte di altre statue per l'antica Abbazia di S. Maria e dei XII Apostoli, andata distrutta da cui la statua  proviene. Lo farebbe pensare la struttura del reperto, l'atteggiamento del viso austero che ha lo stile michelangiolesco, il tema piuttosto inedito che richiama il Dio  Creatore  della Cappella Sistina.
Se son rose fioriranno.

Commenti

  1. Restaurata l'antica statua raffigurante il Padre Eterno ascrivibile al XVII-XVIII secolo.
    Vedi foto postate da beniculturalionline a questo link di Fb: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10152504612765711.967300.316494550710&type=1

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