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First love. Prima di tutto l'amore

di Carmelina Sicari – direttrice di Calabria Sconosciuta Febbraio è il mese dell'amore. Possiamo definirlo così non solo per via dei cioccolatini e di S. Valentino ma perché è in un certo modo consacrato a   Sylvia Plath . Sylvia Plath e la tradizione poetica anglosassone . Ricorre in febbraio l'anniversario della morte della grande poetessa statunitense Sylvia Plath e rifletto sul fatto che la sua poesia ha un che di mistico, non tanto per l'elemento metafisico, la morte, insistente, quanto per il riferimento ad un colore, il rosso, metafora del sangue. La Plath è morta suicida l'11 febbraio del 1963 a Londra, punendosi per l'abbandono del marito. Febbraio è il mese della Plath e dunque della poesia. Il presagio della morte, in qualche misura una sorta di corteggiamento della stessa, è contenuto in Lady Lazarus. Confluita poi in Ariel, la raccolta postuma, la poesia ha un'intensità contagiosa. Ma il misticismo fisico della poetessa trova una prima manif

Il Partigianato Meridionale nella Resistenza piemontese

Partigianato Meridionale nella Resistenza piemontese Giovedì 23 febbraio 2017, ore 17.00  Polo del ’900, Sala didattica, Via del Carmine 14 – Torino Presentazione delle Banche dati http://www.istoreto.it/appro…/guerre-resistenza-liberazione/ » Banche dati del Partigianato piemontese e del Partigianato meridionale in Piemonte La ricerca sulla presenza dei Partigiani meridionali nella Resistenza piemontese, sostenuta dalla Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, è giunta alla sua conclusione. La ricerca ha prodotto una banca dati dedicata e ha permesso l’accurata revisione della Banca dati del partigianato piemontese che viene ripubblicata in una versione aggiornata, corretta e ampliata dall’inserimento dei Partigiani piemontesi che smobilitarono in Liguria e in Lombardia. Grazie a questo lavoro risultano essere 108.429 le schede individuali raccolte nella Banca dati (circa 18.000 in più rispetto al precedente Data base). I Pa

Ecce homo. Maurizio Ferraris docente di Filosofia all'Università di Torino torna a parlare di Nietzsche e del periodo torinese del filosofo

di Carmelina Sicari - Direttrice di Calabria Sconosciuta L'ho provato, ho provato l'ineffabile sensazione di comprendere dinanzi ad un'immagine. Di comprendere il senso del titolo nietzscheano Ecce homo e l'immagine era quella del Cristo alla colonna. Ineffabile dicevo. La gioia di avere compreso fino in fondo il senso che il filosofo voleva comunicarci. La fine dell'uomo, il suo crollo in una barbarie sanguinolenta, più violenta di quella dei tempi andati della fionda e dell'attacco delle belve. Mi trovavo ad Acireale per il carnevale, uno dei più celebri in terra di Sicilia. Non so come capitai in una chiesa e lì l'incontro con il busto del Cristo. Il suo volto coperto di sangue era l'icona della sofferenza. Ma c'era qualcosa di più di una semplice visualizzazione del dolore. C'era la denuncia dei persecutori, della loro ferocia, del progetto sadico per eccellenza di voler togliere dignità a chi era in loro balia. Tutto questo denunci