Carmelina Sicari Troppo vestito, direi. A giudicare dal numero di interventi, dal processo di rinnovamento totale proposto e promesso, dall'ira che ha suscitato nel mondo della scuola sì da promuovere una manifestazione corale di dissenso, il re, ossia il potere ha indossato troppi vestiti, ma di carta che subito sono stati stracciati e rovinati sì da farlo apparire di nuovo nudo. Nella fiaba dei vestiti nuovi dell'imperatore un bimbo vede e denuncia la sua nudità. Qui tutto un popolo e vox populi... Ma al di là della metafora alcune riflessioni serie. Innanzitutto il fatto che la riforma della scuola presuppone una filosofia ed una pedagogia, cioè non può nascere dal nulla perchè altrimenti al nulla ritorna. Sul Messaggero del 6 maggio è apparso un intervento a cura di Giuliano Da Empoli, un economista che appartiene ad un'illustre famiglia di economisti tradizionalmente riformisti. Nell'articolo si esaltano le riforme. Ma c'è un equivoco. Di riforme il re