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Unificazione o separazione

Parte seconda di Carmelina Sicari Il discorso dell'unificazione o della separazione del sud merita un'aggiunta che da più parti mi viene richiesta. Non la semplice riflessione, ovvia in certo senso, che se l'unificazione fosse partita dal Sud, tutto sarebbe stato diverso. La storia non si fa con i se. Ma la consapevolezza che la questione meridionale possa esser letta in modo diverso. Eppure a questa storia invertita con al centro un'unificazione partita dal sud, non pochi hanno creduto: innanzitutto dicevamo i Normanni. Che strano: uomini, combattenti del Nord Europa che intendono ricostruire un regno partendo dal Sud. I Normanni si sentivano eredi dei carolingi non solo nella vocazione guerriera quanto proprio nell'intenzione unitaria del territorio. Non è un caso che proprio al Sud sorge in modo singolare l'epopea parallela a quella carolingia delle Canzoni di gesta, la Canzone d'Aspromonte, in cui la montagna diviene il fronte a Sud dell'Euro

Je suis Charlie. Una riflessione di Carmelina Sicari

di Carmelina Sicari Quella volta che Italo Falcomatà mi salvò dalla fatwa che pendeva sul capo dello scrittore Ruschdie, può essere un commento, accorato, al terribile misfatto di Parigi.  Esso è un misfatto di sangue e di ideali.  Ma dunque sempre sul confine della libertà di espressione, mi ero riproposta di parlare di Ruschdie, per i cui V ersetti s atanici, era stata lanciata una terribile fatwa. Lo feci, un po' contando sulla perifericità della mia condizione, devo confessare, ad un'emittente locale, presso cui mi ostinavo a parlare di libri. Ho avuto sempre una passione per gli eretici, libri o idee che siano, tanto che anni dopo, ritentai l'impresa leggendo a tappe, G omorra dato che anche Saviano era stato colpito da un'altra fatwa. Non avevo finito di registrare che ecco squilla il telefono ed una voce minacciosa chiede di me. Il tecnico, sempre lo stesso in anni di collaborazione, poverino, che mi aveva saggiamente ammonito che tanto di libri nessun

Calabria BW of the day. #AielloCalabro 'A Chjazza Suttana chin'ìe c'ulla sa...

CALABRIA BW OF THE DAY Photo: @brunopino66 Location: Palazzo Cybo Malaspina - Aiello Calabro (CS) Date: 31 Dicembre 2014 Valid Tag: #direzione_calabria Admins: @terry_te_ @rosas_74 Co admins: @serenacater @__mariannissima @orsola29 @teresadn84 Selected: team @direzione_calabria ◆Complimenti a @brunopino66◆ Grazie per aver condiviso con noi questo bellissimo scatto! Una foto pubblicata da @direzione_calabria in data: Dic 12, 2014 at 5:24 PST

Amantea saracena. Le vestigia del periodo arabo

C'è un periodo che riguarda la città tirrenica, quello altomedievale, dei secoli IX e X, ancora poco esplorato. Al-Mantiah, così si chiamava durante la dominazione araba, viene conquistata nell’839. Per la sua importanza strategica, Cincimo vi creò un Emirato durato fino all’886, quando ci fu la liberazione da parte di Niceforo Foca che iniziò un’opera di bonifica e di grecizzazione di quanto ricordava il periodo arabo. Amantea ebbe anche una seconda dominazione (985), ma dato che il territorio servì solo da scalo fortificato, non fu ripristinato l’Emirato, e anche l’obiettivo dell’arabizzazione divenne secondario. L’avvento dei Normanni poi, e il processo di latinizzazione delle strutture ecclesiastiche e della organizzazione civile portarono ad una ulteriore perdita delle caratteristiche arabe nel territorio. Nonostante la lenta e inesorabile diminuzione delle antiche vestigia, però, è ancora possibile trovare indizi e imbattersi in resti che rimandano al passato arabo de

Rapposrto LSDI. La professione giornalistica in Italia: continua il declino del lavoro dipendente e cala il peso delle testate tradizionali

IL RAPPORTO COMPLETO LSDI.IT QUI

Separazione o unità

Parte prima di Carmelina Sicari Confesso che non ho mai preso sul serio in considerazione l'idea rappresentata nel volume di Daniele Zangari Storia segreta d'Italia. È l'idea della separazione del Sud. Non mi è mai passata per la mente perchè sono profondamente unitarista e poi mio nonno è morto al S. Michele mentre scriveva a sua moglie in attesa della prima figlia, mia madre. Sono cresciuta, allevata col latte di mia madre e col sangue del nonno all'idea dell'unità di Italia. È morto ma per la patria e si sa che chi per la patria muore vissuto è assai. Aveva ventanni e nelle celebrazioni per la grande guerra occuperà un posto ragguardevole nella strage di giovani del Sud in special modo. Dico questo non solo per narcisismo, sempre presente in chi scrive, ma perchè è l'unico momento, adesso esplicito nelle analisi, in cui l'unità d'Italia trova la prima e forse unica vigorosa conferma popolare. Prima d'allora, ha ragione Zangari. C'erano div