di Gae Sicari Ruffo - vice direttrice di Calabria Sconosciuta I l recente episodio del figlio di Riina, il boss crudele, autore di stragi spaventose anche a danno dello stato, detenuto da decenni nel carcere duro a scontare la pena secolare che mai si estingue, intervistato da Vespa, a Porta a Porta, fa molto riflettere. È il segno dell'inizio d'un cambiamento della morale tradizionale. Non tanto per il fatto in sé, che sia stata data voce a chi sta dall'altra parte della barriera, quanto per quello che ha detto. Ha scritto un libro sul padre e naturalmente, come usa da qualche tempo, viene per sponsorizzarlo e diffonderlo. In nome di quale principio? Ecco, qui sta il punto. Non è stato invitato come cittadino a chiedere scusa alla comunità in quanto figlio d'un uomo d'onore, ma per difendere le sue ragioni di figlio nei confronti d'un padre, quasi sempre assente. Cioè egli dice, per sua ammissione di separazione delle tematiche, che non gli importa