di
Carmelina Sicari – direttrice di Calabria Sconosciuta
E’morto Max Gallo, scrittore francese di origine italiana. Nato a
Nizza, era vissuto sempre in Francia e aveva operato come scrittore
storico. Aveva soprattutto una caratteristica: l'esaltazione di
Napoleone. La triade dei suoi romanzi su Napoleone ha titoli come
Il sole di Austerlitz. Tra gli scrittori
napoleonici è uno dei più intensi ed efficaci. La vita e l'opera di
Napoleone è stata drammaticamente rappresentata da Max Gallo nei
volumi La Voce del destino, Il sole di Austerlitz,
I cieli dell'Impero e L'ultimo immortale. Il
mito di Napoleone ha percorso fino a lui tutta l'Europa. Ha raggiunto
molti di noi se una volta arrivati in Belgio nella gita scolastica
che conclude il ciclo di studi superiori, molti di noi hanno chiesto
di visitare Waterloo.
Dov'è la gloria più alta, ad Austerlitz che
aggiogò all'Austria e l'umiliò nella sconfitta di Waterloo? Non ci
sono dubbi è a Waterloo. Non solo perché la guardia imperiale si
fece fare letteralmente a pezzi per salvare l'imperatore. Oggi
Waterloo è un muro con un pannello della battaglia quasi si
trattasse semplicemente di mirabile strategia. Il problema è che
Napoleone è stato il massimo educatore della gioventù di tutti i
tempi. Lui figlio della rivoluzione si presentava come liberatore.
Foscolo giovane gli intitola un'ode A Bonabarte liberatore.
Predicava la religione della libertà, dice Croce ed invano il
Congresso di Vienna ebbe l'ardire di programmare la restaurazione. La
religione della libertà non poteva morire. Non tanto la gloria che
poteva conquistarsi sui campi di battaglia in cui la gioventù
diveniva fulmine e fiamma come spiega Carducci nei sonetti del Ca
ira, Desaiz, Kellermann non erano inferiori allo stesso Napoleone.
Neppure la delusione operata dalla metamorfosi napoleonica poteva
spegnere il seme della libertà. Stendhal spiega il clima del
Direttorio e della Restaurazione. Vede inaridirsi i cuori ma non può
non riconoscere la fiamma della libertà che Napoleone ed i
napoleonidi avevano acceso. Pensiamo a Murat ed al suo proclama di
Rimini che lo stesso Manzoni ricorda con ammirazione. Per la prima
volta lì si parla di Unità italiana e di libertà. Ma Napoleone,
come si evince dalla trilogia di Gallo, è educatore in un senso più
vasto e mirabile. Egli ha mostrato cosa possa l'uomo, cosa sia l'uomo
quando ha davanti fini precisi e può spingersi all'ardimento più
vasto. Il sogno dell'Europa unita, la possibilità di superare gli
ostacoli che l'Ancien Règime gli opponeva la vecchia mentalità.
Questo è l'andare oltre i limiti, il superamento. Tutto questo
Napoleone ha in sé rappresentato. Egli mostrò l'impronta più vasta
del creatore Spirito, sono le parole di Manzoni nel 5 maggio.
Profeticamente ha mostrato le potenzialità dell'uomo per il futuro.
In questo senso è grandissimo educatore della gioventù e siamo
grati a Max Gallo di avercelo ricordato. La storia è aperta. Non
ricade più su se stessa. La contraddizione profonda che il
liberatore proclama e ciò che fa infiniti regni per fratelli,
sorelle e cognati anziché produrre ripetizione opera aperture, dà
ariosa sensazione di libertà. L'esistenza stessa è aperta, dominata
dallo spirito dell'avventura. La generazione di scrittori da Dumas a
Stendhal ripetono la drammaticità del risveglio dell'Europa che vive
un sogno collettivo.
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