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Corrispondenze giornalistiche di un terremoto del passato


Qui di seguito, postiamo alcune corrispondenze giornalistiche riguardanti il terremoto avvenuto in Calabria l'8 settembre 1905. Sono tratte dalla "Cronaca di Calabria" a firma del giornalista Giovanni Solimena (qui un suo profilo).

CRONACA DI CALABRIA
11 SETTEMBRE 1905
Aiello Cal. Lì 10-9-‘05
(Gioso) – Scrivo sotto l’enorme impressione che perdura in me come in tutti.
Il telegrafo è interrotto; la posta ritarda, chissà se e quando questa mia vi perverrà.
Come saprete, Aiello è stato il paese più danneggiato dal terremoto, nella provincia. Ventitré morti; molti feriti. Dei morti noto il ricevitore postale Melchiorre de Dominicis e il maestro di musica Pietro Trojano.
Moltissimi palazzi e case sono crollate; le abitazioni della contrada Valle distrutte, quasi tutte inabitabili.
Le case coloniche del territorio sono altrettanti mucchi di rovine. 
La popolazione ha abbandonato il paese, e s’è riversata nella campagna, in prossimità del paese: dove dorme, all’aperto. Il tempo minaccia pioggia: avremo, certamente, per colmo di sventura, una più intensa esplosione malarica. 
Sono arrivati carabinieri, un delegato, cento soldati, in soccorso: ma di rimedi nessuno. Lo ingegnere Vincenzo Vocaturo, di codesto genio civile, trovasi qui per constatare i danni e proporre i soccorsi. 
Ieri venne e ripartì l’illustre prof. Felice Migliori, accompagnato dai giovani dottori Filippi e Tafuri; si rese conto del disastro e diede le prime disposizioni. Si spera molto dall’opera sua illuminata ed energica. 
Una sola cosa, per ora, si impone più degli altri necessari rimedi: l’invio immediato di legname per la costruzione della baracche, giacché, ripeto, la popolazione non ha dove dormire. Di fatti, si contano su le dita le case abitabili. 
I danni si calcolano oltre un milione di lire. 
Perorate la nostra causa: invocate soccorsi immediati e reali; perché finora siamo alla parte coreografica. 

CRONACA DI CALABRIA
15 SETTEMBRE 1905
Aiello, 14
(Gioso) Scrivo di sotto la tenda, febbricitante.
Ieri l’altro arrivò un reparto del genio comandato da un tenente, per la demolizione delle case pericolanti, e lo sgombro delle macerie. S’è dato bel tosto al lavoro con slancio ammirabile. Sono stati rinvenuti altri quattro cadaveri; ne rimangono tuttora nove da esumare, che mandano un fetore insopportabile.
Quanto agli effetti esiziali del terremoto, non vi ho scritto nella precedente corrispondenza che in tutto il territorio si osservano larghi e profondi crepacci. Dall’enorme roccia in cui sorge l’antico castello, s’è distaccato, nella notte fatale dell’otto, un grosso macigno che ha distrutto tre caseggiati seppellendovi altrettante famiglie numerose.
Dal monte S. Angelo, irto di rupi e di boscaglie, s’è pure distaccata una larga zona, che pende su la soggetta valle, con grave danno di quei campagnoli. Si è recato sul luogo l’Ing. Vocaturo, il quale ha disposto che quegli abitatori prendano ricovero bosco comunale, facultandoli a costruirvi casupole e capanne.
Intanto la popolazione continua a dimorare ed a pernottare in aperta campagna, sotto meschine tende da se stesse improvvisate, che mal riparano dall’umidità e dal freddo della notte, il quale fa stridente contrasto col caldo del giorno. La temperatura, nelle prime ore del pomeriggio, raggiunge i 40 gradi all’ombra. Un caldo che non si è nemmeno avuto negli scorsi mesi di luglio e di agosto. 
Si è già verificata una intensa esplosione malarica. Gli ammalati si contano a diecine e vanno sempre più aumentando. Lodevolissimo è il servizio sanitario: medici e farmacisti fanno a gara per curare ed assistere i colpiti. 
In tale stato di cose, urge la costruzione delle capanne di legno, non soltanto per gli indigenti ma per tutta la popolazione senza riguardo alle diverse gradazioni sociali. A prescindere che poche case sono più o meno abitabili, sta il fatto che nessuno ha il coraggio di dormirvi. I possidenti, disposti a costruirsi le capanne a loro spese, non possono avere né legname né mano d’opera. 
Del resto la povera borghesia è stata maggiormente colpita dal disastro e ne subirà intere le conseguenze. Verranno i soccorsi e le generose oblazioni, ma di esse profitteranno i proprietari? 
Essi hanno perduto le case proprie, quelle che concedevano in fitto e le torri coloniche. Potranno ora, con la crisi agricola che li affligge, provvedere almeno alla ricostruzione delle case rurali, così necessarie all’agricoltura? 
Io penso che dovrebbe emanarsi una legge speciale in favore dei possidenti di beni urbani e rustici diretta a facilitarli nei prestiti ammortizzabili a piccole rate annuali, senza interessi. Lo stato dovrebbe fornire i capitali. Ma di questo ed altro mi occuperò a suo tempo. 
Ieri ha visitato le rovine del paese il maggior generale comm. Ferraino comandante la Brigata Catanzaro, col suo aiutante. Si è dato conto di ogni cosa ed ha dato disposizioni pei lavori da eseguirsi. 
Intanto, l’ing. Vocaturo che ha la direzione dei lavori, è riuscito, dopo reiterate premure, ad avere buona qualità di legname prossimo ad arrivare qui. 
Notizia desolanti mi giungono da Terrati. Un ingegnere, recatosi colà, ha constatato che occorre l’abbattimento totale dell’abitato, compresa la chiesa parrocchiale. È un comune che sparisce. 
Sento il dovere di additare al pubblico encomio ed ai superiori l’infaticabile brigadiere dei carabinieri sig. Chirico Gaetano, il quale, coadiuvato efficacemente dal suo dipendente carabiniere Eliprida Tommaso, nella notte dell’8 andante, riuscì a salvare da morte sicura sette persone, a provvedere al trasporto dei feriti, ad esumare parte dei cadaveri. I due militi si sono veramente segnalati per valor civile e continuano a dar prova di abnegazione e di coraggio. 
L’11 andante è stato qui l’onorevole De Seta con Sottoprefetto cav. Leggieri e col prof. Nicola Furgiuele incaricati dal Circolo Calabrese di Napoli. Hanno visitato tutto il paese ricevendone penosa impressione. 
Mentre scrivo, sono le ore 10.30, un’altra scossa abbastanza forte si fa sentire; altre cinque scosse leggiere si sono avute questa notte. Moltissime nei giorni andati. 

CRONACA DI CALABRIA
16 SETTEMBRE 1905
Aiello, 15
(Gioso) – I soldati di fanteria e del genio lavorano alacremente per lo sgombro delle macerie e l’abbattimento delle moltissime case pericolanti. Resta ancora da esumare nove cadaveri. La truppa, in questa dolorosa circostanza, dà prova di coraggio e di abnegazione straordinari. Gli ufficiali tutti si espongono a diuturni pericoli. Resta però molto altro da fare: e cioè il puntellamento delle case riparabili e la visita di quelle abitabili, che sono ben poche.
Si sono finora costruite due baracche, l’una pei feriti e l’altra per l’ufficio postelegrafo. Manca il legname, nonostante che sia stato chiesto dall’ingegnere Vocaturo direttore dei lavori, il quale, con sagacità e con misurata oculatezza ed energia, sta provvedendo a tante cose. Speriamo.
Il Papa, a mezzo del sotto segretario di Stato, ha fatto pervenire al vescovo di Troppa cospicue somme: c’è da augurarsi che arrivi anche qui qualche cosa.
Intanto la malaria infierisce sempre più. Le scosse sismiche continuano.

CRONACA DI CALABRIA
19 SETTEMBRE 1905
Ajello Calabro, 18
(Gioso) – Alle ore 5 di stamane si è avvertita una sensibile scossa di terremoto, che si è ripetuta, fortissima, alle 11.10. Grande l’allarme nella popolazione, che vive all’aperto. Alle ore 13.30 è arrivato qui S.E. il Ministro Ferrarsi, accompagnato dall’on. De Seta, dal cmm. Brunialti, dal cav. Villa, dall’avv. Iaconis de la Tribuna e dal sig. Fazio corrispondente dell’Agenzia Stefani.

CRONACA DI CALABRIA
21 SETTEMBRE 1905
Aiello, 20
(Gioso). Stamattina, alle ore 5, si è scatenato in questa contrada un violentissimo nubifragio, accompagnato da lampi e da tuoni. La pioggia torrenziale ed il vento impetuoso hanno spazzato le capanne di tela improvvisate dalla popolazione e finanche gli accampamenti dei soldati di fanteria e del genio. S’è rimasti all’aperto, sotto l’acqua che veniva giù a catinelle, impotenti di fronte alle forze ingrate della natura. La mancanza di case di legno (finora due soltanto ne sono state costruite) acuisce lo spavento e le sofferenze. Che faremo? Dove andremo? E, intanto il tempo passa e il legname non viene o arriva in piccola quantità.
Ufficiali e soldati fanno l’impossibile per aiutarci; mancano però i materiali; e la buona volontà dell’Ing. Vocaturo non può, da sola, risolvere il grave problema. A causa del temporale un’altra casa è crollata, ferendo gravemente il proprietario intento a riparare il tetto.
Il tempo minaccia nuove piogge, urgono perciò i soccorsi. In codesta prefettura non s’ignora certamente che Aiello è il paese maggiormente colpito del Cosentino; a estreme calamità, estremi rimedi; dunque.

CRONACA DI CALABRIA
8 OTTOBRE 1905
Pel Disastro di Aiello
(Gioso) – Si è costituito in Aiello un Comitato esecutivo, diretto a diffondere il grave disastro paesano.
I componenti di tale comitato hanno fatto affiggere il manifesto che riportiamo integralmente:
«Cittadini,
Animati dal sentimento di dedicare la opera nostra di pensiero e di azione al bene del paese che ci ha dato i natali e dove viviamo, ci siamo costituiti in “Comitato esecutivo pro-Aiello distrutto”, allo scopo di far conoscere ai comitati di soccorso direttamente, ed al popolo italiano col mezzo della stampa la calamità che ci ha colpiti, ed il miserevole e duro stato in cui versiamo, perché un rivolo della gran fiumana di carità che ha inondato la regione calabrese arrivi anche ad Aiello.
La civica finalità nostra, limitata alla propaganda del disastro aiellese – cui sarebbe criminoso il non provvedere – si può raggiungere senza invadere le attribuzioni demandate alle autorità locali e le loro particolari iniziative. 
Questo il nostro disegno nelle sue linee generali, ma precise. 
Voi, d’altra parte, o cittadini, avete appreso che altrove la carità universale ha già spiegato benefiche le sue ali, apportando copiosi, anzi esuberanti, i soccorsi e gli aiuti, ed ora attendendo finanche alla ricostruzione d0interi paesi distrutti dal terremoto. 
Quella stessa carità, invece, tra noi scarsamente considerata fin’oggi, perché la tragedia di Aiello fu tardi conosciuta nella sua terribile e lacrimevole realtà, e forse tuttora è ignorata in qualche luogo o mal nota. 
Se riusciremo, tanto meglio; se falliremo, o raggiungeremo soltanto in parte il nostro disegno, ci sarà di conforto almeno l’aver dedicato intero alla santa causa comune il contributo della nostra energia. 
Comunque, teniamo a dichiarare che saremo lieti, davvero lieti, se altri volenterosi cittadini crederanno associarsi nel compito che ci siamo prefissi, od almeno appoggiare e secondare l’opera nostra con suggerimenti, consigli ed aiuti. 

Aiello in Calabria, lì 5 ottobre 1905
Avv. Ferdinando Cicero
Avv. Battista Viola
Avv. Giovanni Solimena

L’iniziativa nobilissima dei sottoscrittori del manifesto dev’essere accolta con generale simpatia e secondata con tutti i mezzi, perché il disastro di Aiello sia attenuato nelle sue terribili e miserevoli conseguenze. Noi raccomandiamo ai nostri lettori il povero paese così duramente colpito, e in tanto siamo lieti rivolgere una parola di encomio all’egregio sindaco sig. Luigi Malta, il quale ha aderito incondizionatamente all’iniziativa e la seconda convenientemente, egli che si è già reso benemerito, sotto molti riguardi, del paese di cui è a capo.

CRONACA DI CALABRIA
29 OTTOBRE 1905
24 ottobre
(Gioso) – Nella contrada Monti sono stati esumati altri tre cadaveri. Una donna mutilata del braccio destro e della gamba sinistra, con a lato i resti informi del marito e dei piccoli figli.
Dalle case sepolte sotto i macigni caduti dal Castello si sono estratti sette cadaveri, oltre le carogne di alcuni animali.
***
L’appello lanciato dal Secolo al Comitato Milanese di venire in soccorso di Aiello con la stessa somma elargita per Martirano ha commosso la popolazione.
La Giunta municipale e il Comitato di Propaganda hanno inviato telegrammi di ringraziamento al generoso e battagliero giornale lombardo.
***
Ieri ci ha visitati il nostro illustre conterraneo Comm. Miceli, preposto alla direzione dei servigi tecnici di questa provincia, riportando da queste nostre rovine un’impressione angosciosa ed opprimente.
Conscio ormai de visu dei bisogni urgenti di questo paese ha concretato un complesso di provvedimenti immediati, disponendo senz’altro per la loro esecuzione.
Il Comm. Miceli simpaticamente accolto ed accompagnato dalla popolazione è partito stamane alla volta di Paola.

CRONACA DI CALABRIA
5 NOVEMBRE 1905
Da Aiello
2 novembre
(Gioso) – Il benemerito comitato milanese, su proposta del generale Lamberti, che ebbe a promettere adeguati soccorsi ad Aiello, nella sua visita a queste rovine, e recentemente ne fu sollecitata dal nostro conterraneo comm. Miceli, ha deliberato, in massima, di venire in soccorso di questa popolazione. La buona novella è stata accolta, come un conforto ed una speranza di vita migliore, da questa cittadinanza, così duramente colpita dal terremoto e consunta dalla malaria.
Sono strati spediti, molti telegrammi di ringraziamento, tra cui notevole quello diretto al Secolo, che additò Aiello al comitato milanese, rilevando essere il nostro disastro superiore a quello di Martirano e di Parghelia e però meritevole di identici, se non di maggiori soccorsi.
***
In tanto continua il pio pellegrinaggio dei generosi per queste nostro rovine.
Il 31 ultimo, vennero a visitarci, per la seconda volta, l’on. De Seta e il comm. Brunialti, accompagnati dal dott. Furgiuele consigliere provinciale di Amantea e dal cav. Malsano impresario di questa bonifica. Sono stati a colazione presso l’avv. Giovanni Solimena, nella cui casa hanno ricevuto le autorità locali, gli ufficiali del presidio, e i numerosi amici aiellesi. Gl’illustri ospiti visitarono quindi l’abitato, ricevendo dalle rovine e dalle case demolite, un’impressione sempre penosa. Grazie allo speciale interessamento del comm. Brunialti in favore di Aiello, i venti pompieri concessi dal municipio di Roma, verranno presto in Aiello, per portare il loro valido ed esperto concorso alle opere di demolizione e di riparazione in questo abitato.
Si aspetta ora con ansia la venuta della commissione esecutiva del Comitato milanese; e pure si aspetta, con fiducia, quello che saprà fare per noi, presso il governo ed alla camera, l’on. De Seta.

CRONACA DI CALABRIA
7 DICEMBRE 1905
Soldati che partono
Aiello, 4
(Gioso) – Ieri partiva per la sua residenza di reggio Calabria la compagnia del 22 fanteria, cogli ufficiali capitano Giulio Del Bono e tenenti Crispi e Zeremba di Ieraceswski. Il nostro consesso municipale ha votato, alla vigilia della partenza, un encomio pei distinti ufficiali e pei soldati laboriosissimi, conferendo al capitano sig. Del Bono la cittadinanza onoraria Aiellese, per essersi distinto quale comandante le truppe locali e presidente del comitato di soccorso. Una eletta schiera di gentiluomini aiellese, ad iniziativa del sindaco sig. Luigi Malta, offriva un banchetto, di trenta coperti, agli ufficiali partenti, estendendo l’invito agli ingegneridel genio civile signori Vocaturo e Mangano ed all’ing. Olivieri, tenente dei vigili romani. Brindarono all’esercito, con parole di gratitudine, il sindaco Malta e gli avvocati Solimena e Caferri, ai quali, rispondeva con frase elevata ed ispirata, il giovine capitano Del Bono, nostro amatissimo concittadino.

CRONACA DI CALABRIA
24 DICEMBRE 1905
Aiello, 21 dicembre 1905
(Gioso) – Vi segnalo, anzitutto, nuove recenti scosse di terremoto dopo alquanti giorni di calma. Se ne sono avvertite 3 la prima e la seconda alle ore 11,50 ed alle 8.50 del 19 andante; la terza, più forte, alle ore 20.15 di l’altro ieri. Nessun danno, per fortuna, e relativamente poco panico.
- Stamattina alle ore 9 sono partiti, alla volta della capitale, i valorosi pompieri romani, che hanno qui dimorato quaranta giorni sotto il comando del benemerito tenente sig. Giacomo Olivieri, spiegando larga, benefica e duratura l’opera loro nelle più difficili demolizioni dei fabbricati pericolanti e nelle riparazioni alle case danneggiate.
La popolazione aiellese ha voluto affermare la sua riconoscenza ai bravi vigili romani ed al loro degno comandante, accompagnandoli per buon tratto di strada all’atto della partenza. Sono stati inviati telegrammi di ringraziamento al Sindaco di Roma che volle, con atto di spontanea generosità, accordare così valido soccorso ad Aiello.
- Nelle ore pomeridiane di ieri abbiamo avuto una nuova visita da parte del sotto-prefetto di Paola cav. Leggieri e del maggiore Cassoli, che non mancarono di constatare l’andamento e lo stato dei lavori e di accogliere i desiderii di questa cittadinanza. I due egregi funzionari ripartirono sul tardi, accompagnati da buona parte di questa popolazione.
- L’uragano degli scorsi giorni ha completamente devastato le nostre campagne e distrutto il copioso prodotto degli olivi. 
S’impone l’abbuono delle imposte di quest’anno, indipendentemente dai provvedimenti legislativi per le Calabrie, versando questi possidenti nella più dura condizione. Ci pensi la prefettura e concreti le proposte da fare al governo.

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