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Aiuto per il Nepal!

Gaetanina Sicari Ruffo
Si parla di paradiso perduto dopo il terremoto disastroso che ha spazzato via uno degli angoli più belli del pianeta: il Nepal, fino ad ieri meta di viaggi favolosi, culla di una civiltà millenaria, in cui gli dei erano ancora abituati a parlare agli uomini ed a raccontare la sapienza di quella parte del mondo che, attraverso Il Mahabharata, il Ramahiana, il Rihveda, testi sacri antichissimi più di quattro mila anni fa, avevano affascinato l'umanità tutta. Ora i segni di quella saggezza sono crollati come se qualcuno avesse voluto dire: È ora di svegliarsi e di tornare alla realtà. Non è più tempo di miti e di favole.
Si andava in Nepal per ammirare il prodigio di quella natura che sembrava fatta proprio per l'uomo, per illuderlo e farlo compiacere dell'altezza di quella montagna, l'Everest, che sembrava proprio molto stabile e solida, fatta per toccare il cielo e far pensare che era a portata di mano. Niente di tutto questo!
Come nell'antica mitologia greca in cui i Titani hanno tentato la scalata all'Olimpo e Giove li ha fulminati per la loro tracotanza, sono stati spazzati via prima che riuscissero nella loro impresa. E la montagna s'è scossa tutta ed ha concepito una valanga così apocalittica che non s'era mai vista. Prima una nuvola bianca l'ha tutta avvolta e poi s'è scrollata di dosso la neve e i frammenti di roccia come fosse un'esplosione ed è precipitata nel fondo valle con una tale furia da annientare quanti l'avevano sfidata. Tra le vittime quel Dan Fredingurg, 33 anni, coofondatore di Google Adventure, che aveva postato su Twitter e Instagram, quasi in segno di vittoria, il suo Street View, un magnifico panorama naturalistico.
Oggi la vicenda che appare come la sconfitta dell'uomo a cui arridevano “le magnifiche sorti e progressive”, dà ragione allo scettico Leopardi che temeva la natura per il suo brutto potere di distruzione. Costatiamo con molta umiltà quanto ha detto Montale nei suoi versi: Noi non sappiamo quale sortiremo domani oscuro o lieto.... È un gioco di scacchi la nostra vita su pianeta. La partita per ora sembra essere perduta, non perché ci manchi il coraggio, ma perché le nostre forze non arrivano a ricostruire tutto con un fiat. E poi non sarebbe la stessa cosa!

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