Un parco storico come ponte tra passato e presente per rinnovare la memoria di quanto è stato fatto bene
di
Gaetanina Sicari Ruffo
Nei
giorni scorsi è rimbalzata sui giornali italiani la notizia della prossima
abdicazione degli attuali sovrani del Belgio a favore del figlio Filippo ed, in
concomitanza, s’è profilata una sorta
di rivisitazione dell'esperienza di
Paola Ruffo di Calabria del ramo dei principi di Scilla.
Esperienza
senza dubbio positiva e di grande compiacimento, dopo le prove abbastanza
difficili dell'inizio. Paola è stata una sovrana ben accetta, dedita ad opere
di beneficenza, ottima educatrice dei suoi figli, compagna amorevole e
paziente, aperta alla cultura, curiosa delle scoperte ed attenta alle novità. Che
dire più? Come tutti gli esseri umani
non ha raggiunto la felicità, ma è stata all'altezza dei suoi doveri ed
ha cercato di amare le sue due patrie con dedizione e slancio.
Sarebbe
opportuno, qui in Calabria, in suo onore intitolare un parco storico ad una sua
antenata che tanto le somiglia, Giovanna, III principessa di Scilla, vissuta
nel Seicento.
Il
ricordo di lei, figlia di D. Vincenzo e di D. Maria, è rimasto impresso nel
ricordo dei suoi concittadini per le grandi virtù di pietà e carità rivelate, senza
però che le fosse mai intitolata una piazza, una strada, un angolo della
ridente città tirrenica dov'è il castello avito.
A
lei si deve, nel 1641, il convento dei PP Cappuccini, costruito accanto ad un
suo giardino ed alla sua munificenza la cura di altri due luoghi religiosi: dei
PP Crociferi nel rione Acquagrande e dei PP Osservanti nel rione di S. Giorgio,
in Piazza S. Rocco.
Inoltre
la stessa fece costruire un ospedale nel rione Gornella per gli indigenti e i
bisognosi. Per l'assistenza a domicilio volle che ci fosse a disposizione
un'équipe di medici ed una farmacia.
Era
insomma considerata l'angelo dei poveri (cfr. Calabria Sconosciuta, n.68, (1995)
p.40 (art. di Giuseppe Alessio Ruffo).
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