La mostra che sarà
inaugurata il 20 marzo al DAM (Ed. Polifunzionale Unical, dalle ore 18.00) rappresenta l'esito finale del
Laboratorio di Fotografia "Camera con Vista" (II edizione)
organizzato dall'Associazione culturale Entropia e curato da Vittorio Giordano.
Il laboratorio ha visto la partecipazione attiva di tanti studenti dell'Unical
e non solo.
Questa mostra è volta
a rendere testimonianza a luoghi in cui l’identità storica sta subendo grosse
trasformazioni. La metamorfosi dei centri “storici” di moltissimi paesi
dell’entroterra calabrese ci ha portato a riflettere su alcune condizioni che a
prima vista sembrano sfuggire a chi, con poca introspezione, è dedito a non
accettare quello che autenticamente è avvenuto. Noi a differenza di molti
crediamo, che è giusto restituire a questi posti ciò che un tempo gli è stato
tolto, perché reputiamo il contrario un fattore controproducente per piccoli
paesini che sono sull’orlo del collasso umano, sociale ed artistico.
Ciò che vorremmo
proporre sono dei luoghi divenuti non luoghi, la nostalgia del paese perduto e
la capacità di affermarci come appartenenti ad una storia antica quanto l’uomo.
Grazie alla
fotografia, abbiamo potuto percepire che la Calabria si è delocalizzata, è
uscita “fuori di sé”; una storia segnata da mobilità di uomini, cose, animali,
spostamenti di abitanti, abbandoni e rifondazioni di luoghi, perché parliamo di
“anima dei luoghi” dove giace storicità. Ma bisogna mantenerla viva per dar la
possibilità a chi non conosce questi luoghi, di innamorarsene alla vista di
sole poche immagini e renderle parte di un tutto.
Il rimpianto e la
speranza sono tratti costitutivi di una recente forma di erranza, che riguarda
anche i pochi che sono rimasti. C’è chi parte, per sentirsi vivo altrove e c’è
chi è rimasto aggrappato alle proprie radici, questo non esclude che chi è
partito non senta nostalgia per il paese perduto e non voglia anche in tempi
futuri ritornare alla cultura di origine.
Restare, allora, come
scrive Vito Teti, non è per tanti una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta
di comodità; restare è un’avventura, un atto d’incoscienza, e forse, di
prodezza, una fatica e un dolore (…) restare è la forma estrema del viaggiare.
Lasciatevi catturare
dunque da immagini che potrebbero in qualche modo, smuovere il senso critico e l’immobilità
che ci frena, per far vivere di lucentezza propria tutti questi incantevoli
posti, ormai caduti nel dimenticatoio.
Buona visione!
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