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Allestimento del Museo di Reggio Calabria. “Lavorare perché l'arte antica ritorni ad essere un faro di luce ed un avvio al successivo sviluppo civile ed economico”


di Gaetanina Sicari Ruffo
I mesi che verranno, ma non è dato sapere quanti, saranno dedicati all'allestimento dei  locali del Museo della Magna Grecia che dovranno accogliere i Bronzi ed anche  tutti i reperti prestigiosi ivi raccolti, frutto di appassionati scavi archeologici. Il mio Prof. dell'Università di Messina, all'epoca in cui lo frequentavo, l'archeologo Alfonso De Franciscis, che ha tenuto poi  per lunghi anni, con molto lustro, la presidenza degli Scavi di Pompei, prima che fossero malridotti, diceva che il Museo calabrese è sede di  autentici tesori  d'arte antica in parte sottovalutati.
In attesa che si realizzi l'apertura dunque, il Ministro Barca ed esponenti  dei Beni culturali hanno istituito un concorso di idee  (www.99ideas.it), pubblicato da Invitalia, in scadenza  il 28 marzo,  non solo per creare attorno all'area territoriale una rete di supporti turistici per invogliare i visitatori a venire, ma pure per offrire agli stessi  un'adeguata conoscenza dei reperti della vasta area meridionale interessata. Il Museo della Magna Grecia dovrebbe  essere uno stabile punto di riferimento ed incontrare gli studiosi e gli appassionati su una vasta gamma di questioni dell'antichità, per parecchi mesi all'anno, attraverso conferenze, dibattiti, proiezioni, visite guidate, notti bianche dell'Archeologia, concorsi  ed altre tipiche iniziative in uso in altri musei nazionali ed internazionali.
Ho parlato di questa necessità con il Prof. Piero Pruneti, che recentemente ha celebrato a Firenze il riuscitissimo  IX incontro nazionale di Archeologia Viva. Ha riconosciuto che  la Calabria Archeologica è stata dimenticata, ma che senza un diretto interessamento locale, non si può fare nulla. A me che lo chiamavo in causa ha promesso comunque d'allestire anche qui a Reggio un evento espositivo memorabile, se c'è la necessaria collaborazione e la  giusta richiesta.
Ora è necessario dunque lavorare perché questo avvenga ed il mio appello va quindi prima di tutto alle autorità istituzionali preposte, ma pure a quanti vogliano essere operativi e presenti, facendo conoscere la loro disponibilità, perché l'arte antica ritorni ad essere un faro di luce ed un avvio  al successivo sviluppo civile ed economico.

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