Un
evento degno di nota si è celebrato
nell'Auditorium del Liceo F. La Cava di Bovalino, il 2 ottobre scorso, alle
ore 21, per iniziativa della Pro Loco, con l'intervento del Deputato di Storia
patria della Calabria, Pino Macrì che è intervenuto con una sua relazione per
ricordare Gaetano ed Elio Ruffo, della stessa terra e appartenenti allo stesso
ceppo familiare, accomunati dal contributo che hanno dato alla loro terra: il
primo per il sacrificio della vita, nel lontano 1847, quando è stato fucilato
dal governo borbonico con altri quattro valorosi, per avere inneggiato alla
libertà, quando ancora essa era lontana; l'altro per il suo amore all'arte, alla
cinematografia, in tempi più recenti.
Elio
Ruffo è stato infatti un regista fantastico e generoso. Nato nel 1920, laureato
in giurisprudenza a Messina, si trasferì a Roma negli anni '40 e si occupò di arte
cinematografica come aiutante dei registi Simonelli e Sequi.
Debuttò
come regista nel documentario: S.O.S. Africo, cui seguirono: Modella
vestita, Gente del Sud, Monte della Pietà e Lidi calabresi.
Del 1964 è il suo lungometraggio: Tempo d'amarsi, girato tra San Luca e
Bovalino. Iniziò così ad essere conosciuto dopo essersi presentato al festival del Cinema di Locarno,
meritandosi l'appellativo di “Visconti calabrese”.
Del
1967 è il suo secondo film: Una rete piena di sabbia, per cui ricevette
il Premio Giovane Capitolino, dell'Unione Cronisti italiani per la migliore
regia ed una segnalazione speciale della critica al festival di Venezia.
Morì
nel 1972 a soli 52 anni, mentre stava girando Borboni '70, rimasto
incompiuto.
Dopo
l'interessante presentazione, seguendo
le tappe della presenza dei due
personaggi sul territorio calabrese, è
seguita la proiezione di alcuni documentari del compianto regista Elio. Gerace,
Monte della Pietà e Il bosco dei cavalli selvaggi.
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