di Franco Pedatella
Il testo è stato
ispirato dal ripetersi delle terribili scosse sismiche in Emilia e nei
territori circostanti e dal dubbio che esse possano essere state provocate
anche da cause legate all’attività dell’uomo: le attività estrattive tramite trivellazioni del suolo e del
sottosuolo.
Scosse, scosse,
scosse, ancora scosse!
È come se ribelle Madre
Terra
all’uomo per quel
ch’ei le ha fatto fosse.
Perciò quel ch’ei
costrusse Ella atterra.
Oh Dio, che pena! Oh
Dio, che distruzione!
Oh Dio, quegli edifici
al ciel rivolti
or genuflessi al suolo
in prostrazione
E barcollâr
quali ebbri cui il vin mozza
il natural pensier e
il retto andare,
fin che giù a terra
van per ubriachezza.
A me poeta diè
testimoniare
all’uom questo disastro
Madre Terra,
cui il duol, pur nel
punirlo, il cuore afferra
e stringe e tiene e
blocca nelle vene
il sangue e il pianto
agghiaccia sotto il ciglio.
Soffre la Madre,
dentro, mille pene,
ma il braccio scote e
all’opre dà di piglio.
Cleto, 2 giugno
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