Passa ai contenuti principali

Storia. Lo sbarco anglo-americano nell’estate del 1943 nel Sud Italia

Qui l'album foto (FB)
di Stefano Vecchione
La conversazione «Lo sbarco anglo-americano nell’estate del 1943 nel Sud Italia. I drammatici eventi della più grande battaglia della storia del Mediterraneo», organizzata in collaborazione dall’Archivio di Stato di Cosenza, l’Istituto per gli studi storici e l’Universitas Vivariensis che si terrà venerdì 25 maggio 2012 nel Convento di San Francesco di Paola a Cosenza, vuole dare avvio alle celebrazioni che nel 2013 andranno a ricordare l'«Armistizio di Cassibile», sottoscritto in segreto il 3 settembre 1943, nel corso della seconda guerra mondiale, con il quale il Regno d'Italia cessa le ostilità contro le forze alleate anglo-americane. L’armistizio è una vera e propria resa senza condizioni che entra in vigore l’8 settembre, alle ore 17.30 di Algeri (18.30 in Italia), al momento dell’annuncio pubblico del generale Dwight Eisenhower, e, poco più di un'ora dopo, alle 19.42, viene confermato dal proclama del maresciallo Pietro Badoglio, trasmesso dai microfoni dell'E.I.A.R.

L’incontro dell’Archivio di Stato di Cosenza è anche l’occasione per approfondire temi sempre attuali e ricchi di implicazioni per il Mezzogiorno d’Italia in generale, e per una Calabria che sembra esclusa nella storiografia della lotta di liberazione, nonostante il sacrificio ed il forte spirito di abnegazione di quei giorni di cimenti e di eroismi, quando l’urlo lacerante delle sirene annunciava il pericolo imminente di una guerra che era rimasta per lunghi anni lontana, in Africa, in Grecia, in Russia. Tra il 3 e l’8 settembre 1943, la Calabria diventa il principale teatro della seconda guerra mondiale e la barriera difensiva del resto della Nazione, scivolando rapidamente verso un destino preordinato al quale nessuno può sottrarsi.
«Dopo che alle 8 del pomeriggio [dell’8 settembre] scrive padre Callisto Lopinot - arriva la lieta notizia dell’armistizio si verifica nel campo [di concentramento di Ferramonti] un grande giubilo e molti fuochi d’esultanza su tutte le montagne dei dintorni. Si odono a lungo colpi di fucile, di mitragliatrici, e di bombe a mano, si vedono soldati italiani fraternizzare e cantare a braccetto coi soldati germanici, anche perché, in un primo momento, tutti credono che l’armistizio riguarda anche la Germania. La gente si abbraccia per le strade, le campane delle chiese, anche quelle delle campagne, suonano a distesa». Alla stessa ora in cui Pietro Badoglio comunica la fine delle ostilità, sull’Aspromonte, nei Piani di Mastrogianni, sullo spartiacque tra Ionio e Tirreno, si spengono gli ultimi echi di una epica battaglia tra 100 paracadutisti della Nembo e 5 mila soldati canadesi in due reggimenti, il Nuova Scozia, e l’Edmonton. La storia di questa battaglia si trasforma in leggenda, tra felci, edere e cisti, su dirute ed improvvisate trincee, un gruppo di giovani, per l’onore dell’Italia pone fine, con coraggio ed abnegazione, all’ultimo dramma di una generazione sfortunata. Qualche giorno più tardi, i 2.020 internati di Ferramonti sono affrancati dalla prigionia, è il primo campo di concentramento ad essere liberato durante la seconda guerra mondiale.
La conversazione «Lo sbarco anglo-americano nell’estate del 1943 nel Sud Italia. I drammatici eventi della più grande battaglia della storia del Mediterraneo» non è soltanto un momento celebrativo ma vuole invece contribuire a plasmare tutte quelle coscienze capaci di porsi quale imperativo morale la valorizzazione di persone e risorse della nostra terra, della nostra identità, della nostra capacità di confrontarci nel presente con altre realtà e con un futuro di progresso di cui siamo tutti chiamati a rispondere.
Ai saluti istituzionali di Anna Maria Letizia Fazio, direttore dell’Archivio di Stato ed all’introduzione di Gioacchino Lena, presidente Istituto Studi Storici, seguiranno gli interventi di Leonardo Salvaggio sulla Sicilia di quell’estate del 1943, Biagio Gamba con i santini militari, Alfredo Salzano sul coinvolgimento di Cosenza nelle operazioni belliche, di Stefano Vecchione sulla Calabria nella grande storia dal 3-8 settembre 1943, coordina i lavori Demetrio Guzzardi, rettore dell’Universitas Vivariensis.
Tra le manifestazioni collaterali sono previsti: l’esibizione del coro alpino del CAI di Cosenza diretto dal maestro Sorriso, le mostre “Documenti storici, foto e periodici d’epoca, santini militari”, “La seconda guerra mondiale in Calabria nei giorni dell’armistizio nelle pagine di Il Quotidiano della domenica” e la proiezione di filmati d’epoca. Dalle mostre e dai filmati, in programma dal 25 al 31 maggio 2012 (apertura: 9,30-17,30; sabato 26: 9,30-13,30; domenica 27 chiuso) emerge uno spaccato sull’universo iconografico di documentazione a scopo di propaganda sopravvissuto alle vicende belliche, di fotogrammi per la stampa e i cine-giornali, che mostrano, con grande forza emotiva, quei giorni di settembre 1943 quando, proprio in Calabria, gli italiani scelgono la democrazia, in un momento epocale della storia non solo politica, ma anche culturale, economica e sociale della Nazione, che, tra mille difficoltà, si avvia, con convinzione, sulla strada della libertà, della sovranità popolare che nella Costituzione troverà la propria sublimazione.
Per questi motivi, sono in fase di programmazione le iniziative che si andranno a realizzare tra il 3 e l’8 settembre del prossimo anno, con l’obiettivo di creare occasioni di discussione e quindi di riflessione tra le istituzioni e le associazioni della cultura che si faranno carico di organizzare appositi incontri di studio non partisan, ognuna con il suo stile, con le sue idee, libera di contribuire fattivamente con proprie modalità ad una crescita non solo culturale e omogenea della Nazione e dell’Europa.


Il resoconto dell'iniziativa

Commenti