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Dimenticati di Stato


Qui di seguito, pubblicato in data 22 giugno 2011 su Il Quotidiano della Calabria, a pag. 50, un articolo che tratta dei Dimenticati di Stato, dispersi, soldati, civili, morti nei campi di concentramento del terzo Reich che riposano tuttora in cimiteri stranieri. 
In coda all'articolo, i link agli elenchi di questi "Dimenticati", elaborati da Roberto Zamboni, relativi alle 5 province calabresi; ed un altro articolo di Alessandra Ianni, pubblicato su Parola di Vita del 16 giugno scorso, sul soldato Luca Longo (Serra D'Aiello 8.02.1914 - 18.12.1943), attualmente sepolto ad Amburgo (Germania) nel Cimitero Militare Italiano d'Onore.
AGGIORNAMENTO DEL 18 LUGLIO 2011 - A far data da oggi, come comunica Roberto Zamboni, è possibile accedere alla consultazione degli elenchi dei Caduti sepolti nei Cimiteri militari italiani direttamente dal sito DIMENTICATI DI STATO. Mancano alla pubblicazione ancora 33 province (su un totale di 110) che saranno inserite appena possibile.

Quanti saranno i morti, i dispersi, quelli che sono partiti per la guerra e che non sono mai ritornati? Quante mamme, sorelle, mogli, figli, non hanno mai più potuto abbracciare, o piangere su una tomba i propri cari? E quanti, ormai dopo decenni e decenni, sono le persone dimenticate che riposano in cimiteri lontani?
Per Roberto Zamboni, che conduce ricerche sui deceduti durante le guerre, soldati e civili, oramai dal 1994, sono tantissimi. Nel corso delle sue ricerche, iniziate per ritrovare un suo parente, ha cercato di fare un elenco che aggiorna periodicamente sul suo sito “Dimenticati di Stato” (https://dimenticatidistato.com).
«Lo scopo di queste pagine – scrive Zamboni - è di far conoscere la tragedia che colpì un mio congiunto e molti suoi compagni di sventura, deportati, vessati e uccisi nei campi di concentramento nazisti. Molti di questi finirono nell'oblio, a causa di un comportamento assurdo da parte dello Stato italiano».
«Chi nel dopoguerra si occupò di ricercare, riesumare e traslare i nostri Caduti nei cimiteri militari italiani – spiega il blogger veronese -, purtroppo si "dimenticò" d'informare i familiari dell'avvenuta inumazione, negando a migliaia di famiglie italiane di avere almeno una tomba su cui piangere».
I numeri - all’indomani dell’8 settembre ’43, dopo l’armistizio - parlano di più di 700 mila militari italiani imprigionati dalle truppe tedesche, internati in Stammlager e Oflager, ubicati nei territori del Terzo Reich, e sfruttati come forza lavoro per venti mesi, in condizioni inumane, senza alcuna assistenza prevista, essendo IMI (sigla che sta per Italienische Militär-Internierten), dalla Convenzione di Ginevra. «I nostri militari - ricorda l’autore di Dimenticati di Stato - furono largamente utilizzati nell’industria bellica, bersagliata di continuo dai bombardieri alleati. Molti furono vittime delle incursioni aeree inglesi o americane, ma la maggior parte dei decessi fu causata dalle malattie. (…). I deceduti vennero sepolti nei cimiteri all’interno dei lager, ma molti furono inumati anche nei cimiteri comunali delle località dov’erano impiegati presso gli Arbeitskommando (comandi di lavoro esterni), in reparti separati dalle altre sepolture».
Da allora, terminata la guerra, «viste le enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, buona parte di questi giovani furono dati per dispersi. I parenti, ormai rassegnati all’idea della morte del loro caro, tentarono d’individuare almeno il luogo di sepoltura, in genere con scarsi risultati».
Con la guerra fredda, e per ragioni di stato, sul capitolo crimini di guerra calò il silenzio. In più, una legge del ’51 addirittura, dopo l’avvenuta sistemazione delle salme da parte del Commissario generale in uno dei cimiteri militari italiani - vietava il rimpatrio delle salme in Italia.
Partita come ricerca di un proprio congiunto, la ricerca – certamente meritoria - si è man mano allargata, ed è in continuo aggiornamento. Da marzo del 2009, Zamboni ha raddoppiato il suo impegno, elaborando gli elenchi dei “Dimenticati” nei principali cimiteri militari italiani in Austria, Germania e Polonia. Elenchi che mette a disposizione sul suo Blog e che, al momento in cui scriviamo, sono aggiornati al 19 giugno.
Le Spoglie del soldato Fezza ritornano ad Aiello, 20 maggio 2000 (Archivio bp66)
Per quanto riguarda la Calabria, sono già disponibili – a favore di associazioni, istituti storici che li potranno richiedere all’autore - le liste per tutte le 5 province: Catanzaro (36 comuni), Cosenza (75 comuni), Crotone (16 comuni), Reggio Calabria (53 comuni), e Vibo Valentia (20 comuni). Lo scopo, come evidenzia ancora Zamboni è quello della divulgazione «per raggiungere ed informare i parenti dei caduti su quanto accaduto ai loro cari, evitando così che finiscano definitivamente nell'oblio».
Ma se una famiglia interessata volesse rimpatriare i Resti di un proprio congiunto come deve muoversi? Intanto, come spiega il ricercatore, bisogna farne richiesta al Ministero della Difesa – Commissariato Generale Onoranze Caduti in guerra. Purtroppo, però, attualmente le spese per riesumazione e rimpatrio, per come prevede la legge vigente (Legge  n°  365/99), sono a carico dei richiedenti. Almeno sino a quando non verranno approvate nuove norme, in parte proposte dallo stesso Roberto Zamboni (petizione n° 190 e 191) riguardanti le comunicazioni alle famiglie da parte del Commissariato sulla esatta ubicazione dei luoghi di sepoltura, e sulla concessione dei resti mortali con spese a totale carico dello Stato; proposte che sono tuttora al vaglio della 4^ Commissione permanente della Difesa al Senato (Proposta di Legge presentata dal Senatore Scanu - DDL n° 988).


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Consulta il Sito
Dimenticati di Stato
Ministero della Difesa - Banca Dati

Per richiedere altre informazioni sui Caduti o sul rimpatrio dei Resti mortali:
MINISTERO DELLA DIFESA - COMMISSARIATO GENERALE ONORANZE CADUTI IN GUERRA
Direzione Situazione e Statistica - Via XX Settembre, 123/a - 00187 ROMA
Mail: dss.direttore@onorcaduti.difesa.it
Tel. 0647355138 - 0647355135 - 0647355137 - 0647355139 - 0647354287

Commenti

  1. Ancora complimenti per l'articolo
    E' straordinario, oltre che emozionante, sapere dove riposano tanti nostri connazionali caduti nel corso del secondo conflitto mondiale.
    Per quanto mi riguarda, pensare alla vicenda di mio zio Luca Longo, un ragazzo di appena 29 anni che ha perso tutto ciò che di bello aveva mi commuove e non riesco nemmeno a immaginare il dramma vissuto dalla sua famiglia. Sapere che presto riusciremo a riportarlo in Patria accanto ai suoi cari è per me un motivo di profonda gioia. Se è vero che oltre la morte esiste una "corrispondenza di amorosi sensi", quei sentimenti e quegli affetti torneranno ad essere vicini ed essere una cosa sola

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  2. Paolo, grazie. Immagino anche la commozione per il prossimo arrivo delle Spoglie di tuo zio. Ho avuto, anche se all'epoca ero piccolo e ricordo poco, già questa esperienza. Mio nonno paterno, Bruno Pino, era caduto in Etiopia nel dicembre 1940 e lì fu sepolto ad Addis Abeba sino a quando ritornò ad Aiello dopo tantissimi anni, il 6 ottobre del 1974.

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