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Or che caduto è l’uomo del terrore

Riceviamo e pubblichiamo una composizione del prof. Franco Pedatella su un avvenimento importante (la morte di Bin Laden) che ha suscitato la riflessione del poeta e "che poi trascende il fatto in sé e si èleva a considerazioni più profonde e generali sulla vita degli uomini e dei popoli, o almeno tenta di farlo". 
Questo ed altri scritti si potranno trovare anche sul Blog francopedatella.com.
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Or che caduto è l’uomo del terrore.

Or che caduto è l’uomo del terrore,

non creder che hai raggiunto, Occidente,
per te la pace e buona condizione !
Pace non v’è per chi è invadente

e in tutto il mondo fa sopraffazione,
la fame diffondendo tra la gente
per trar profitto dall’occupazione
di terre che sol morder sa col dente.

Finché mancanza d’alimentazione,
finché dell’uom qual bestia sfruttamento
sarà nel mondo, di liberazione
la voglia produrrà sommovimento.

Calgaco tornerà, che il rapinare
di Roma sui sommessi disse chiaro
non era impero, ma voléa falsare
l’Urbe chiamando legge il suo piacere;

Calgaco, cui ‘l destino dei Britanni
diè di guidar le schiere a estrema pugna,
Calgaco, condottier di gente in armi,
cui nel suo fiero dir Roma ripugna;

Calgaco, che il Romano usurpatore
sente della sua cara patria terra
e avendo sol com’arma il braccio e il cuore
difende moglie e figli con la guerra.

Se il ricco ben armato è in campo aperto,
il povero, men forte, deve usare
la scaramuccia, il pugnare incerto,
solo così potendo guerreggiare.

Potéa affrontare David il gigante
Golίa,  combattendo petto a petto?
Cercò evitar di stare a lui dinante,
colpì con fionda e ne fuggì ‘l cospetto.

Chi col cannone avanza in gran colonna,
si dice, compie atto d’eroismo,
chi al fianco invece assal con picciol canna
si dice che atto fa di terrorismo.

“E come si permette, screanzato,
cotesto, il cui dover è sol servire,
di portar l’arma, a me sol destinato,
il cui dover invece è comandare?”  

sί sembra dire quel del temerario
che tracotante osa contrastare
a lui ch’è di mestiere avversario
di chiunque al suo passar sa il capo alzare.

Ma perché mai in terra d’altri andare
deve in colonna armata chi è più forte?
Chi ha detto mai che in altrui suol predare
può chi temer non dee che sian ritorte

contro a lui stesso l’armi ch’egli ha usato
per sottometter e colonizzare?
Giorno verrà che contro a lui adoprato
sarà quel ferro che a minacciare

pargoli, donne e vecchi chini a orare
in braccio ha preso a tôr dei campi il frutto,
quand’ uomini valenti a lottare
verranno a ch’ei restituisca il tutto.

Ove non seminasti non andare!
E, se ti è favorevole il mercato,
sappi che ti fu dato guadagnare
l’altrui, perciò quel che non hai sudato

restituisci in spirito fraterno,
perché alla fin, se i conti ben hai fatto,
quel ch’hai donato avrai vincendo un terno
né da temer avrai per tuo misfatto!

Dal tuo palazzo d’or potrai uscire
senza il pericol d’esser gambizzato
da chi ti sciama intorno e a deperire
da quotidian digiuno è abituato

o ad esser preda facile d’invidia
potrebbe contro a te essere spinto
dall’astinenza lunga e dall’inedia
che signoreggian l’animo ch’è vinto.

Perciò non t’allegrar, ricco Occidente,
ma, se davver sconfigger vuoi ‘l terrore,
facilita il progresso della gente
ovunque nasce e pena con sudore!

Se sei Golίa, devi pur capire
che il picciol David arma nella mano
ascosa può portar per te colpire
ed annientare il tuo potere insano.

Se la vicenda alterna della storia
oggi ti diè di far da comandante,
al fuoco manda l’imperar con boria!
L’arte si addice a te di governante.

Non ci sarà più l’uomo del terrore

né tu avrai alcuno da temere
nel mondo dove vige umano amore
che dà a ognuno quel che deve avere.

                                      Franco  Pedatella

Cleto, 5 maggio 2011.

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