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Anniversari dell'Unità: tre stili e tre indicazioni di contenuti

di Gaetanina Sicari Ruffo
Sono ormai diffuse dappertutto le commemorazioni dell'Unità d'Italia, arrivate al 150esimo anniversario. Ieri in quest'ambito, per conto dell'Associazione Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria, nella sede dell'Agenzia Libraria Gangemi, s'è discusso davanti ad un folto pubblico il tema dei tre giubilei italiani celebrativi  finora ogni cinquantenario. A relazionare il prof. Antonino Romeo, già docente dell'Istituto tecnico Piria, della città e studioso di Storia.
Nel vasto repertorio che la questione apriva, le tre tappe fin qui segnate sono state dallo studioso contraddistinte ognuna per una caratteristica che le ha identificate. Nella prima, del 1911, l'accento è stato posto soprattutto per definire il ruolo ed il contributo della Casa Savoia, com'era ovvio d'altronde, data la vicinanza degli eventi che era considerazione comune si fossero verificati  per sollecitazione della Monarchia. Il secondo cinquantennio invece del 1961 è stato caratterizzato  prevalentemente dalla discussione sul ruolo della Curia papale,  indicando come dono della Provvidenza l'accettazione da parte del Pontefice della formazione dello Stato italiano. Infine nell'attuale celebrazione dei 150 anni, contrassegnata dalla pubblicazione di molti testi, ma pure da intense polemiche, si può dire che il punto più discusso e propositivo è la Costituzione così come fu introdotta dai padri costituenti nella sua struttura e nel suo significato pregnante.
Ogni epoca dunque ha la commemorazione che riflette il corrente dibattito storico. Non può passare sotto silenzio che la presente non è all'insegna della concordia. Basti la polemica sullo sfruttamento del sud e sulla sua schiavizzazione, introdotta in modo strumentale, come controcanto d'una presunta lega del sud in risposta alla lega del nord che impugna lo scettro della secessione.
A prescindere dagli errori del passato che naturalmente sono esistiti e che non sono affatto una scoperta di novità, ci si augura che anche questo anniversario lasci uniti gli italiani così come i precedenti non tanto sul piano sentimentale e mitico quanto su quello  culturale e  socio-politico che sono i fattori determinanti dell'oggi.

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