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Se non ora quando?

di Gaetanina Sicari Ruffo
Non è possibile far finta di niente e dire che va tutto bene, perché non è così. In questi giorni di passioni politiche accese e di proclami di varia natura le donne si sono coalizzate per far sentire la loro voce in difesa della dignità della loro persona e per far intendere che non tutte ci stanno a fare le “ancelle amorose” come vengono comunemente presentate, anche per dare l'idea d'una Italia diversa da come i mass media di tutto il mondo la descrivono, un'Italia prona e succube che facilmente si può zittire ed abbindolare con intimidazioni e false dichiarazioni.
Non si tratta d'un rigurgito di “femminismo”, vecchio stampo, che non ha prodotto grandi cambiamenti nel modo di considerare il ruolo della donna nella società, ma di una ventata d'orgoglio nazionale che viene da una parte svilita ed offesa, che vuole rivendicare l'altra dimensione della sua categoria, quella che lavora, cresce figli, educa, collabora, resiste talvolta in silenzio, fa sacrifici e attende attenzione e riconoscimenti non per le sue arti ammaliatrici, quanto per la sua intelligenza, preparazione, intuizione, sensibilità e solidarietà.
Per questo è giusto far sentire queste voci di solito sommerse, perché abbiano a dare testimonianza  d'una presenza sostanziale che fa onore all'Italia  e che  esprime l'anima segreta, fedele a principi inalienabili che sono alla base della nostra civiltà e che si fondano sul rispetto e sul decoro.
Per questo le donne di Reggio Calabria saranno presenti in Piazza Camagna il 13 febbraio alle ore 17, in concomitanza con altre donne di tante altre piazze d'Italia.

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