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Troppe forme di caporalato nell’editoria. Riflessioni di Franco Siddi e Roberto Natale dopo l’incontro di mercoledì a Locri

Da Giornalisti Calabria
LOCRI (Reggio Calabria) – “Nell’editoria abbiamo troppe forme di caporalato ai danni di giornalisti. E’ tempo che anche gli editori avvertano l’insostenibilità di questa situazione”. Lo ha detto il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, che insieme al segretario generale del sindacato dei giornalisti, Franco Siddi, ha assistito a Locri alle elezioni dei delegati calabresi al prossimo congresso nazionale della Fnsi.
“Il tema del nostro appuntamento – ha detto Natale parlando dei temi del congresso – è racchiuso in una parola: lavoro. Dovremo sapere mettere al centro della discussione la situazione ormai non più tollerabile di tante migliaia di colleghe e colleghi. Il recente rapporto presentato nella sede della Fnsi sulla situazione del giornalismo italiano conferma con la forza dei numeri una situazione drammatica: migliaia di colleghi che non arrivano a 5.000 euro lordi all’anno.
Sappiamo di muoverci controvento in una situazione nella quale il Collegato lavoro approvato recentemente dal Parlamento taglia ulteriormente le garanzie già deboli del lavoro precario, ma dobbiamo saper ancora di più mettere questo tema al centro della nostra iniziativa, sia nel richiedere misure a Governo e Parlamento sia nel chiedere agli editori di cessare con comportamenti che sono equiparabili al caporalato.
Vorremmo che meditassero sulle parole del governatore della Banca d’Italia Draghi quando ha detto che il precariato, troppo diffuso in Italia, è un ostacolo alla crescita qualitativa delle imprese. Questo richiamo vale sicuramente anche per l’editoria italiana”.

Franco Siddi, dal canto suo, ha sostenuto come sia in corso “un cambiamento epocale nel sistema dell’informazione. Ed in questo sistema, in cui cresce a dismisura l’informazione disponibile, servono ancora più giornalisti qualificati, preparati e rispettati perché non basta immettere in rete dei contenuti se non c’è il filtro della verifica, della contestualizzazione, dell’accertamento delle notizie secondo i criteri deontologici e professionali del giornalismo.
Il giornalismo, quindi, va alle sfide del futuro in una condizione di economia di settore in difficoltà, per rilanciare la dignità della professione e per sfidare gli editori a progettare il nuovo. La sfida si vince con la qualità e la credibilità dell’informazione. Anche chi vuole fare business nel settore deve puntare su questo”.

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