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Incontriamoci 2010. I filirossi per Francesco Graziano

ROGLIANO (Cs) - Una intensa e partecipata due-giorni si è svolta a Rogliano organizzata dall’associazione culturale “ilfilorosso”, con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale.
Venerdì 10 Dicembre una serata dedicata al compianto prof. Francesco Graziano (nella foto), poeta e direttore della rivista culturale “ilfilorosso” che, da ormai venticinque anni, pubblica ininterrottamente testi pregevoli; un record di durata e di impegno per riviste che si autofinanziano.
Tanti amici, alcuni dei quali venuti da fuori regione, hanno tracciato la storia de “ilfilorosso” e dei suoi collaboratori, in un’atmosfera densa di ricordi ma non nostalgica anzi, progettuale e militante.
La redazione fiorentina della rivista, coordinata da Paolo Ragni, Massimo Acciai, Giovanna Fozzer e il gruppo studenti della Lega Missionaria hanno curato un interessante video: “Salire sul treno dei poeti”, dedicato a Francesco e a “ilfilorosso” e che “in stralcio” è stato proiettato in sala. A conclusione della serata, coordinata dal prof. Vincenzo Ferraro, dirigente scolastico del Liceo Classico “Gioacchino da Fiore” di Rende e allietata da letture di testi e musica, i ringraziamenti di Luigina Guarasci, attuale direttrice de “ilfilorosso” che ha annunciato una donazione libraria alla Biblioteca comunale di Rogliano che andrà a costituire un “fondo” dedicato a Francesco Graziano e che sarà arricchito nel corso del tempo.
Sabato 11, alla conclusione di un Laboratorio di Scrittura Creativa tenuto nelle scuole primarie dal poeta modenese Antonio Nesci, è stato presentato il volumetto: “Il mare l’ho inventato io”, edizione quaderni de “ilfilorosso”, contenente le poesie composte dai bambini nell’analogo laboratorio dello scorso anno.
La serata, ricca di musica e poesia, ha visto la presenza di tanti genitori entusiasti e naturalmente di tanti bambini.
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Francesco Graziano, l’intellettuale

di Maria LentiDicembre 2010
A Francesco Graziano la mia gratitudine.
Il primo nostro colloquio è avvenuto per telefono. All’inizio di questo decennio, un comune amico mi aveva suggerito di parlare con Graziano per collaborare a “ilfilorosso”. Uscivo dal mio impegno parlamentare (1994-2001), ricca di esperienza, ma appartata quanto ai contatti poetici e letterari, che, di necessità, si erano diradati nei sette anni alla Camera.
Non conoscevo la rivista, il suo orientamento – per così dire – ideale. Al telefono, in tutta chiarezza, gli avevo detto subito la mia collocazione politica e gli avevo chiesto, con un po’ di timore, se “ilfilorosso”, lui, Gina Guarasci, Enzo Stancati, fondatori e direttori, potevano ospitarmi, se, insomma, il loro pensiero non si discostasse radicalmente dal mio, se, quindi, la collaborazione sarebbe stata possibile. Sì, la risposta. Alcuni giorno dopo mi arrivarono numeri arretrati.
La rivista nasce nel 1985. Coraggiosamente, ritengo. Erano gli anni del rampantismo, della fine – voluta e sospinta – di una certa riflessione sullo stato delle cose, compresa la letteratura e la poesia; gli anni del chiasso in tv a coprire i silenzi e le pause, i momenti, cioè, a cui si deve la possibilità di “ricaparsi” e di raccapezzarsi. Una nuova rivista, quando altre – di diffusione nazionale e nate con le migliori intenzioni e firme del dibattito culturale e politico – si erano arrese ad evidenti difficoltà di diffusione e di incisione nel tessuto; quando altre nascono e rapidamente muoiono. L’aria di un cambiamento, con forti perplessità ricettive e punti interrogativi non solo di chi operava nel settore, la si avverte anche nelle “terze” pagine dei quotidiani, le quali – non passerà troppo tempo – saranno ricollocate nel giornale e non saranno più, quindi, subito “vetrina” della testata stessa.
“ilfilorosso” sembra, così, voler fissare dei paletti irrinunciabili chiamando giovani intellettuali, scrittori e poeti nuovi ed altri affermati come Roberto Roversi, entusiasta dell’iniziativa. La rivista, allora, convoglia energie, screma il materiale giunto in redazione, allarga il giro della conoscenza e delle conoscenze. Le sue pagine ospitano poeti di varia provenienza, recensori e critici di differente formazione, nomi nuovi. Collaboratori sul filo anche di una amicizia che si radicherà. E non è di secondo piano, questo aspetto.
Ripercorrendo “ilfilorosso” si trovano scrittori dallo stile per così dire “pacato” e altri più sperimentali: sì da avvicinarci, nel loro proporsi, a scritture diversamente stimolanti che danno il polso di quel che si muove, a Firenze, Modena, Urbino, Bergamo, Cosenza e la Calabria, Roma, Catania, Salerno, ecc., rispetto a spazi cartacei di più lunga data e centralità.
E scopri, nelle letture che Francesco Graziano fa passare al vaglio della sua critica, una sua propensione per due aspetti, se non contrastanti in toto, un poco configgenti. Da un lato il critico è catturato dalla poesia immersa nel tempo rapinoso, dall’altro è preso dalla possibilità, nell’autore oggetto della sua ricerca, di cercare il filo che non tiene rispetto a contenuti per così dire tradizionali (il tempo, appunto), il filo che sposta il tempo (soggettivo) nel tempo di tutti. Il quale, poi, si connota anche come impegno a fare, a resistere, ma anche a cambiare. (E sono, allora, e tra altri, Antonio Ricco e Luigi Fontanella, Domenico Cara o Pasquale Emanuele, ecc., gli autori ospitati o recensiti).
A ben riflettere i due poli sono anche due dei temi più diffusi nella poesia di Francesco Graziano. La consapevolezza del fuggire della vita e dei giorni sta come sottofondo al desiderio di tracce di contrasto sia sul piano individuale sia su quello collettivo. Basta rileggere gli interventi del convegno scorso a Rogliano-Cosenza per rifare nostro l’impegno esistenziale e culturale, ivi compreso il magistero scolastico e didattico, di un amico e di una persona generosa che avvertiamo ancora come una perdita per tutti. Della sua generosità lo ringraziamo.
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