Dopo l'arresto del latitante Tegani, avvenuto a Reggio Calabria nei giorni scorsi, e l'applauso della folla presente all'indirizzo del boss, piuttosto che alle forze di polizia, si sono registrate le reazioni di tantissime persone che hanno offerto la solidarietà alla Procura e alla Questura reggine. Anche sul Social Network Facebook sono più di 2.500, sinora, le persone che hanno manifestato a favore della legalità.
Qui di seguito, dalla giornalista e scrittrice Gaetanina Sicari Ruffo, riceviamo e pubblichiamo l'appello per una cultura della legalità.
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I recenti fatti successi nella provincia di Reggio Calabria, prima l'intolleranza della popolazione della provincia contro gli immigrati a Rosarno, ora gli applausi ad un affiliato pluricondannato d'una cosca locale, non alle forze dell'ordine che ne avevano sancito l'arresto assicurandolo alla giustizia, fanno molto riflettere su inquietanti segnali di cedimento d'una società che dovrebbe essere civile. Sia nel primo che nel secondo caso si tratta d'intemperanze messe in atto da minoranze insofferenti del quieto e del sicuro vivere, ma non per questo vanno sottovalutate. Sono pericolose e tradiscono un disagio ed una devianza che meritano d'esser subito corretti. Il problema non consiste nel chiedersi quanti numericamente sono convinti che è bene andare contro le disposizioni dì legge dello stato, magari per una rassicurazione in proposito, quanto studiare il mezzo per rafforzare la cultura della legalità che, nonostante tutti i ripetuti assalti, funziona in Sicilia, ma non in Calabria. Il recente episodio dell'albero di Falcone, spogliato delle sue testimonianze, ma subito rimesso come prima, insegna che non bisogna dismettere il dialogo con le popolazioni sull'opportunità d'affermare i principi comunitari della lotta alla trasgressione ed all'antistato.
Gaetanina Sicari Ruffo
http://www.corriere.it/romano/10-04-29/04.spm
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