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L'Arte ed il Lavoro. Un Primo Maggio particolare

“L’arte si è sempre interessata poco del lavoro, della dura fatica quotidiana di quei miliardi di uomini che col sudore hanno contribuito a costruire la storia del mondo, senza che la storia si sia mai ricordata di loro”. 
“Protagonisti dell’Arte e della Storia i lavoratori non lo sono neanche oggi, ma la loro apparizione nell’Olimpo delle Muse non è più impedita dal pregiudizio di classe, sicché l’intuizione artistica può illuminare anche il volgo senza nome”.
L’artista Francesco Magli, di questa “illuminazione”, appena riportata da un testo critico di Alfonso Lorelli, si è sempre fatto artefice nella lunga militanza artistica. Magli ha “illuminato” la sua arte di gente comune, di gente umile, di lavoratori. Il suo “zampognaro” come il “pignataro” ne sono una viva testimonianza.
La foto che correda questo post - e che vogliamo riproporre ai navilettori per celebrare la giornata del Primo Maggio - si riferisce ad una opera in terracotta dell'artista Francesco Magli ubicata a San Pietro in Amantea (Cs). E' dedicata ad un umile lavoratore. Il lavoratore omaggiato è Michele Veltri "u nanariellu", “un lavoratore della terra morto tanti anni fa e sconosciuto al di fuori della piccola comunità locale”. Michele Veltri – come leggiamo ancora da Lorelli – “è stato un uomo di giornata, un bracciante agricolo che ha passato la sua intera esistenza insieme ad una zappa e ad una groccia, godendo soltanto di un mursiellu quotidiano e di un bicchiere di vino rosso” che per Magli rappresenta “il simbolo vivente di coloro che, pur naturalmente svantaggiati, lavorano in silenzio, con grande dignità ed umiltà…”.

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