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Francesco Graziano, poeta e scrittore, fondatore de ilfilorosso ci ha lasciato una sera di giugno "gonfia del profumo dei tigli"

È un venerdì 17, di luglio, quando apprendiamo della morte del professore Francesco Graziano. Ne veniamo a conoscenza attraverso la sua creatura, il semestrale di cultura ilfilorosso che assieme alla moglie Gina Guarasci ha fondato nel 1986. Sull’ultimo numero di gennaio-giugno (46/2009) c’è il saluto al poeta e critico che è mancato nella sua casa di Cosenza il 7 giugno. La notizia ci ha profondamente rattristati. Lo avevamo conosciuto qualche anno prima, in occasione della presentazione del volume “Nasse del Sud” (2002). Poi, in seguito ci furono altre presentazioni di libri, mostre, e gli incontri poetico-letterari che annualmente l’associazione culturale con sede a Rogliano soleva organizzare, chiamando a raccolta tanti poeti, scrittori e giornalisti da ogni parte d’Italia.

Sapevamo del male e ci avevamo parlato per telefono mesi fa. In questi casi, le speranze si incrociano con la realtà.

Difficile trovare parole…

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Francesco Graziano nasce a Rossano nel 1949. Ha insegnato italiano e latino nei licei e ha collaborato a diverse riviste. È stato autore di saggi su Montale, Moravia, Pea, Roversi, Satta, Celati, La Cava, Seminara ed altri. Ha pubblicato “Nasse del Sud” (Quaderni de ilfilorosso, 2002), con prefazione e traduzione in inglese di Annalisa Saccà; “Cronache di anni d’abisso e di vento” (Rubbettino 2003), con prefazione di Roberto Roversi.

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A seguire, dall’ultimo ilfilorosso, riportiamo i ricordi di Francesco Graziano.

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MI HAI LASCIATO UNA SERA DI GIUGNO (dal n° 46/2009)

Mentre Ilfilorosso era in corso di stampa, Francesco Graziano, fondatore della nostra rivista, direttore e anima di ogni nostra iniziativa editoriale e culturale è venuto prematuramente a mancare.

Ilfilorosso è una sua creatura a cui dedicava tanto del suo tempo e delle sue energie.

Con l'aiuto di amici e collaboratori vogliamo che continui a vivere, perché Ilfìlorosso non è mai stato una semplice rivista culturale, ma un incontro di uomini che credono nella poesia, nell'arte, nell'impegno civile e che credono che scelte fondate su questo non solo sono possibili, ma belle da vivere.

Il prossimo numero de Ilfilorosso sarà un numero su Francesco, ma anche un numero per Francesco; un numero che parlerà delle sue speranze, dei suoi progetti, dei suoi sogni, delle sue utopie.

Invitiamo perciò tutti gli amici e i collaboratori che lo hanno conosciuto a mettersi in contatto con noi.

www.ilfilorosso.it

Poesia

Mi hai lasciato

una sera di giugno

gonfia del profumo dei tigli.

Ho sempre amato

i tigli,

ce n'era uno

nella casa di mio padre,

' fioriva ogni anno

il giorno della mia festa

e inondava il quartiere.

D'ora in poi

il profumo dei tigli

sarà per me

le tue caviglie gelate

il tuo respiro spezzato

il tuo computer nuovo

chiuso ancora nella scatola

in uno studio

affollato di te.

UN SALUTO A FRANCESCO (di Paolo Ragni www.paoloragni.it)

E così Francesco, Franco per gli amici, se n'è andato. Ci ha salutati domenica 7 giugno, a Cosenza. a casa sua. Ancora intento, fino a pochi giorni prima, a lavorare alle bozze di questo numero, a pensare e sognare di proseguire questa straordinaria avventura de Ilfilorosso.

Un'avventura che ha più di vent'anni e che, per freschezza e voglia di vivere, sembra avere almeno altri cent'anni di futuro davanti a sé.

Francesco ci ha lasciati. Le parole non dicono nulla, in queste occasioni: un male incurabile lo ha portato via in un tempo troppo breve perché noi ci possiamo ancora abituare all'idea, ma anche troppo lungo gli ultimi giorni per lui. Il tempo non passa mai quando si soffre.

Il tumore gli fu diagnosticato il primo settembre dell'anno scorso e Franco ha smesso di lottare con lui, come dicevo, il 7 giugno. Queste date forse dicono qualcosa a chi frequenta la scuola: sono rispettivamente il primo e l'ultimo giorno dell'anno scolastico. Può anche darsi che sia un caso, ma spesso anche quello che pare una combinazione suggerisce un valore simbolico. Nella vita di tutti, se solo ci pensiamo un attimo, tali singolari coincidenze capitano, ci fanno riflettere.

Francesco è stato sempre amatissimo dai suoi ragazzi. Sempre affabile nei modi e intransigente nelle cose più importanti, appassionatissimo pur nella ricercatezza del parlare, ha insegnato a miriadi di studenti il valore, la bellezza, l'impegno nello studio. Ha insegnato l'amore per la cultura, per l'applicazione seria e non a buon mercato, per la ricerca, per la critica, per il pensiero liberato dalle strettoie del dogmatismo e della superficialità.

Questo suo modo dolce e caparbio lui lo ha trasmesso anche a noi de Ilfilorosso: nessuno steccato, nessun apriorismo, ma una grande voglia di lavorare insieme, di progettare un percorso comune, di ritrovarsi insieme all'interno di un cammino di cultura.

La sua bontà spontanea, rarissima al mondo d'oggi, quella sua spiccata eleganza del sentire e del parlare, quella sua gentile ostinazione, quella sua capacità di credere sempre e comunque nonostante i molti segni di senso contrario, il suo sempre sincero ascolto dell'altro -ecco, tutte queste cose restano impresse, assolutamente indelebili.

Ecco perché ha accolto, assieme all'inseparabile Gina. stimoli anche differenti, apparentemente difficili da conciliare ma che invece sulla rivista apparivano sempre come coerenti secondo una logica che volava alto, non terra terra. Franco ha voluto un'associazione e una rivista che costruisse rapporti, che vedesse nella cultura non uno sterile esercizio di poche persone colte o, ancor peggio, desiderose di farsi avanti a sgomitate: ha voluto una rivista di amici impegnati, per cui la partecipazione non era un atto formale ma una precisa testimonianza di impegno a vasto raggio. Ha sempre accolto stimoli diversissimi, di carattere civile, politico, culturale, religioso, storico, toccando volta volta la lirica, la fantascienza, la critica letteraria, il folclore, la protesta. Il tutto senza frizioni ma con un equilibrio e una grazia che. purtroppo, assai poche riviste sono state in grado di testimoniare in questi venti anni.

Un grazie di cuore a Franco per tutto quel che ci ha dato. A noi tocca il compito di proseguire il suo lavoro, sapendo che comunque abbiamo da attraversare il momento più difficile dalla nascita de Ilfilorosso, il momento di un passaggio delle consegne che mai avremmo voluto avvenisse così presto. A noi tocca dedicare un po' del nostro tempo ad aiutare Gina e gli altri che continuano a lavorare con impegno e dedizione perché non si disperda il lavoro fatto. Una cosa è certa: niente va perso, perché lo stile del vivere di Franco, delle sue lettere, delle sue telefonate, degli incontri fatti rimangono per sempre tra noi. E Franco, da dove è, sorrida a vedere la tenacia del nostro umile impegno.

Commenti

  1. Salve.
    Approvo ogni singola parola qui vergata. Il professore Graziano ha insegnato a me, alunno ignorante, e a tutti coloro i quali si nutrirono del sapere del Professore, l'amore per la Sapienza. Resto ancora ignorante, ma consapevole della spinta che il professore mi/ci ha donato, una spinta verso il miglioramento e la realizzazione, personale e professionale, realizzazione scevra di fanatismi e incapacità.

    Uno degli ultimi alunni che il professore valutò, nell'ultimo anno in cui varcò le soglie del Liceo.

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