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Virus al posto dell'antibiotico. Infezioni per sconfiggere i batteri resistenti

Dal Corriere.it pubblichiamo un articolo di Margherita Fronte uscito ieri 10 maggio 2009 a pag. 54. Nell'articolo viene intervistata l'immunologa Aiellese, Rosanna Capparelli.

Impiegati da un' ottantina d' anni nell' Est europeo per combattere le infezioni, i fagi - virus che attaccano e uccidono i batteri - sono tornati in auge in Occidente da quando la diffusione di ceppi batterici insensibili agli antibiotici minaccia di rendere inefficaci le terapie. Collaborando con i medici dell' ex blocco sovietico, diversi laboratori in Europa e negli Stati Uniti hanno ripreso una ricerca che, da noi, si era interrotta negli anni Quaranta. E questi studi iniziano a produrre risultati concreti. La Food and Drug Administration, l' ente regolatorio americano, ha approvato nel 2006 uno spray a base di fagi, da usare nell' industria alimentare per proteggere i cibi precotti e le carni dalle contaminazioni della Listeria, un batterio responsabile di infezioni che, in soggetti debilitati, arrivano ad una mortalità anche del 20 per cento. E la Intralytix, società che produce lo spray, ha in cantiere prodotti analoghi contro la Salmonella e l' Escherichia coli. Uno spray analogo viene prodotto dall' olandese Ebi Food Safety ed è commercializzato in Europa con le medesime indicazioni. Sul versante delle terapie, nelle scorse settimane due studi hanno confermato l' efficacia dei fagi contro lo Pseudomonas aeruginosa, batterio che causa infezioni dell' orecchio e delle vie respiratorie. Il primo, condotto da ricercatori dell' Università di Seul (Corea), mostra che i fagi, iniettati in topi infettati con il batterio, riducono la mortalità. Il secondo, che sarà pubblicato su Clinical Otorinolaryngology, finanziato dall' azienda inglese Biocontrol, ha coinvolto 24 volontari che avevano un' otite resistente agli antibiotici. Nei 12 medicati con una soluzione a base di fagi, infiammazione, dolore e pus si sono ridotti sensibilmente rispetto al gruppo trattato con una soluzione neutra. E dopo sei settimane, sei pazienti sembravano guariti. «Le otiti da Pseudomonas sono molto insidiose - sottolinea però Antonio Cesarani, direttore dell' unità di audiologia del Policlinico di Milano - ; possono migliorare per qualche tempo e poi ripresentarsi a distanza di mesi. Sei settimane sono poche per affermare che queste persone sono guarite». Negli anni scorsi, indagini condotte su animali e su malati hanno mostrato che cocktail di fagi riescono a contrastare anche due batteri che destano particolare preoccupazione, proprio per la presenza di ceppi resistenti agli antibiotici: il Mycobacterium tuberculosis - l' agente infettivo della tubercolosi - e lo Staphylococcus aureus, che causa infezione cutanee, alle vie respiratorie e all' apparato urinario. Mentre uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che è anche possibile isolare le proteine che i fagi usano per distruggere i batteri e utilizzare solo queste per i trattamenti (il metodo è stato efficace contro l' antrace, una potenziale arma biologica). E visto che esistono fagi capaci di integrarsi nel Dna batterico, si sta anche esplorando la possibilità di usarli come vettori per portare geni specifici e letali all' interno dei germi. La terapia venuta dall' Est non convince tutti; i detrattori sostengono che i batteri potrebbero sviluppare resistenze ai fagi, proprio come fanno con gli antibiotici. «Questo può verificarsi, ma i batteri resistenti ai fagi sono anche molto meno virulenti e vengono facilmente controllati dal sistema immune» spiega Rosanna Capparelli, immunologa che, all' Università Federico II di Napoli, coordina uno dei pochi laboratori che in Italia studia questo argomento. E c' è anche chi sostiene che occorrano maggiori garanzie sulla sicurezza e l' efficacia, dato che il sistema immunitario potrebbe attaccare i fagi rendendoli inattivi. «Rispetto al primo punto - riprende l' esperta - gli studi fatti finora non hanno rilevato effetti collaterali, anche perché i fagi attaccano in modo specifico i batteri, e non intaccano i tessuti. Sul secondo punto, invece, esperimenti in corso di pubblicazione dimostrano che i fagi, pur essendo riconosciuti dal nostro sistema immunitario, continuano a uccidere i batteri». L' ostacolo principale è di tipo burocratico: le autorità regolatorie sono restie ad approvare l' uso dei fagi come farmaci, in quanto si tratta di esseri viventi, soggetti a mutazioni, e non del tutto controllabili. Inoltre, poiché sono presenti in natura, non possono essere brevettati. Ed è forse per questo che le grandi aziende farmaceutiche li hanno finora snobbati. 

Fronte Margherita
Pagina 54 - (10 maggio 2009) - Corriere della Sera

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