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Cuba festeggia 50 anni di rivoluzione nella speranza di cambiamenti



La Rivoluzione cubana ha resistito mezzo secolo nonostante il «malsano odio» degli Usa e continuerà a «lottare» nei prossimi 50 anni, nei quali i nuovi dirigenti dovranno tenere sempre presenti i più umili. Lo ha detto il presidente cubano Raul Castro nel corso della celebrazione del 50esimo anniversario della Rivoluzione, rendendo un caloroso omaggio al fratello Fidel.
«Una persona sola non fa la storia, ma ci sono uomini imprescindibili, capaci di influenzare gli eventi in maniera decisiva durante il corso della loro vita. Fidel è uno di questi, nessuno lo mette in dubbio, neanche i suoi più acerrimi nemici», ha detto Raul.
Il presidente ha lasciato vuoto il balcone da dove Fidel, 82 anni, proclamò al mondo la vittoria su Fulgencio Batista il primo gennaio 1959 e dal quale il Lider Maximo ha parlato in diversi anniversari.
Vestito da militare, Raul, 77 anni, a cui è stato ceduto il potere definitivamente nel febbraio scorso, ha parlato sotto il balcone, davanti una bandiera cubana.
Durante la celebrazione, breve, ci sono state diverse esibizioni musicali ed è stato proiettato un documentario su questi 50 anni. «Sappiamo che Fidel è con noi, festeggiando questo avvenimento che ha segnato la storia dell' America Latina e dell'umanità», ha detto il presentatore all'inizio della cerimonia.
I 50 anni della Rivoluzione cubana costituiscono una «vittoria doppiamente meritoria, perchè è stata raggiunta nonostante tutto il malsano odio e il desiderio di vendetta del poderoso vicino», ha detto Raul.
«Oggi la Rivoluzione è più forte che mai e non ha mai ceduto un millimetro nei suoi principi, neanche nei momenti più difficili. Ma non ci facciamo illusioni. Pure i prossimi 50 anni saranno di lotta permanente», ha sottolineato Raul.
Il presidente ha chiesto ai dirigenti del domani di «non dimenticarsi che questa è la Rivoluzione degli umili e per gli umili, di non farsi ammaliare dai canti delle sirene del nemico e di essere coscienti che per la sua natura il nemico non smetterà mai di essere aggressivo, dominante e traditore».
Le celebrazioni del cinquantenario della rivoluzione castrista, all'insegna dell'austerity, con danze e concerti in tutta l'isola, marcano il lancio di un nuovo anno di miglioramento della vita quotidiana per i cubani.
Gli 11,2 milioni di abitanti si rallegrano di poter, nel 2009, disporre di maggior liquidità, visto che Raul Castro ha legalizzato in parte la proprietà privata. Inoltre, è stato autorizzato il possesso di un telefonino e sono consentiti alcuni spostamenti.
L'elezione di Barack Obama negli Stati Uniti suscita la speranza nei cubani, che hanno visto passare dieci presidenti statunitensi dopo la rivoluzione. Il presidente eletto ha proposto di dialogare con i dirigenti cubani e ha promessi di togliere immediatamente le restrizioni sui viaggi e sui trasferimenti di fondi dei cubani-statunitensi verso l'isola.
Nessun leader straniero è stato presente durante il discorso di Raul Castro, tenuto su una piccola spianata dell'Avana. Il presidente boliviano Evo Morales è rimasto a La Paz, anche se aveva annunciato il suo arrivo. Lo stesso ha fatto il presidente venezolano, rimasto a Caracas. I responsabili cubani avevano previsto feste grandiose, ma i tre uragani di settembre e ottobre scorsi, che hanno causato danni per circa 10 miliardi di dollari (7 miliardi di euro) di danni, hanno appesantito il bilancio. La crescita economica del 2008 è stata del 4,3 per cento, la metà del previsto.

02 gennaio 2009

Per altre informaziomni sulla Rivoluzione cubana consulta http://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_cubana

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