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STRAGI NAZISTE, GERMANIA CONDANNATA A RISARCIMENTO

Fonte Ansa

ROMA - La Germania dovrà risarcire nove familiari delle vittime della strage consumatasi il 29 giugno 1944 a Civitella (Arezzo) sull' appennino tosco-emiliano. Lo ha stabilito la Cassazione respingendo il ricorso con il quale la Germania contestava di poter essere chiamata a risarcire danni a suo avviso già 'coperti' dal trattato del 1947 e dagli accordi di Bonn del 1961. 
E' la prima volta che la Cassazione sancisce il diritto ad essere risarcite - nell' ambito di un procedimento penale - per le vittime delle stragi naziste. Finora c' erano state solo delle sentenze nelle cause civili per risarcimento danni chiesto dai cosiddetti 'schiavi di Hitler'. Nessun altro paese al mondo - ha rilevato l' avvocato della Germania, Augusto Dossena - ha mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania applicando la clausola dell' immunità.
GERMANIA, NON RISARCIREMO NIENTE - "La Germania non risarcirà nulla, come ha fatto finora, nonostante la sentenza sulla strage di Civitella, ad esempio, fosse immediatamente eseguibile, sotto il profilo della liquidazione del danno, già dal secondo grado!". Lo sottolinea l'avvocato Augusto Dossena che dal 2002 difende la Germania in tutte le cause pendenti davanti alla giustizia italiana - compresa quella svoltasi stamani in Cassazione - e nelle quali Berlino è chiamata in causa come responsabile civile dei crimini di guerra commessi dagli ex nazisti in Italia. Spiega il legale all' ANSA che "la Germania non pagherà perché non intende riconoscere una sentenza che nega l'immunità giurisdizionale che le è stata, invece, riconosciuta da tutti gli altri stati nei quali sono state intentate cause agli ex nazisti". "La decisione della Cassazione rimarrà lettera morta, dal punto di vista degli effetti pratici, perché la Germania - continua Dossena - non ha beni aggredibili in Italia, sui quali i parenti delle vittime si possano rivalere con ipoteche e sequestri di immobili. L'iscrizione di una ipoteca sulla villa di Menaggio, avvenuta ultimamente, è stata ritenuta impraticabile dalla stessa Presidenza del Consiglio che ha riconosciuto che tutti i beni tedeschi in Italia sono funzionali e non possono essere sottoposti a vincoli dalla magistratura". "Il fatto è che Palazzo Chigi la pensa in un modo mentre la magistratura italiana, almeno una parte, - rileva il legale - và per conto suo, infischiandosene dei trattati internazionali!". "Il risultato ottenuti da questo genere di sentenze - conclude Dossena - è che la Germania e le industrie tedesche che sfruttarono il lavoro dei deportati italiani non finanziano più il fondo per i risarcimenti dal momento che vengono azionate singole cause!"

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