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Terremoti e Società nella Calabria Moderna

RENDE – Macrofenomeni sismici e società nella Calabria Moderna. Una tematica - quella del terremoto e degli effetti che esso ha creato in passato nella nostra regione, molte volte scossa e distrutta da moti tellurici di grande intensità - sempre attuale e degna di attenzione, sulla quale si sono confrontati sismologi, geologi, fisici e storici nel corso di un seminario tenutosi all’Unical.
La serie di contributi è stata aperta da Ignazio Guerra del Dipartimento di Fisica, organizzatore della giornata di studi assieme a Dipartimento e Corso di Laurea in Storia ed al Dottorato di Ricerca in “Storia dell’Europa Mediterranea dall’Antichità all’Età Contemporanea” dell’Università della Basilicata.
Guerra ha parlato del contesto geodinamico della sismicità dell’Italia Meridionale, ed in particolare del continuo movimento della Calabria che si sposta, anche se solo di circa 5 millimetri l’anno, in direzione nordest. Una situazione tenuta sotto monitoraggio, già da 8 anni, tramite tecnologia GPS che, secondo quanto ha spiegato Giulio Selvaggi, Direttore del Centro Nazionale Terremoti, sta fornendo una mole di dati utili a delineare il quadro attuale dell’evoluzione geologica e dei fenomeni sismici che la caratterizzano.
Dall’esame di quella che tecnicamente si chiama tettonica delle placche, l’intervento di Marco Mucciarelli del Dipartimento di Strutture dell’Università della Basilicata, incentrato sul sisma del 1908, ha spostato l’attenzione dell’uditorio sui cosiddetti “effetti di sito”, un complesso insieme di fenomeni, molte volte secondari; ovvero, su come la geologia e la morfologia di un terreno influiscano sugli effetti di un terremoto. Aspetti peraltro già intuiti da sismologi del calibro di Pilla, Mallet, Baratta e Mercalli, che in passato non hanno trovato applicazione e che ancora oggi – come ha ribadito nell’intervento seguente anche il geologo Gianluca Valenzise – non hanno determinato una completa mappatura in cui si indichi dove non costruire, come invece prescrivono le recenti normative antisismiche.
Fin qui, gli interventi scientifici. Per la sessione storica, presieduta da Fausto Cozzetto, sono poi arrivati interessanti spunti d’analisi da Francesco Gaudioso, docente di Storia Moderna all’Università di Lecce, che ha messo in relazione il terremoto con la società nella Calabria del 1783, attraverso lo studio delle fonti, non solo dei registri parrocchiali o delle relazioni ufficiali, ma soprattutto notarili, dai quali si possono comprendere tanti aspetti inediti. E da Alfonso Tortora, docente di Storia Moderna all’Università di Salerno, il quale ha parlato dei rapporti tra storici e sismologi, non mancando di fare delle acute provocazioni. Non c’è stato il tempo, per il prolungamento degli interventi, di ascoltare lo storico Fausto Cozzetto, la cui relazione programmata verteva sulla legge Pro Calabria, votata dal Parlamento anche come conseguenza del sisma del 1905. Una legislazione speciale che prevedeva fondi destinati alla ricostruzione, la cui pratica applicazione ebbe un cammino non facile, con il congelamento delle risorse finanziarie per l’ingresso in guerra del Paese nel 1915 e per la crisi del primo dopoguerra.

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