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I numeri civici di Magli

Quello di avere un numero civico artistico sull’uscio di casa sta diventando un vero e proprio cult. La moda, se così si può chiamare, è nata un po’ di tempo fa, quando l’artista Francesco Magli ha deciso di aprire uno studio estivo ad Aiello Calabro, in discesa Lavatoio, 15.
Nella sua dimora-laboratorio, dopo decine di estati passate ad Amantea e poi a San Pietro, dove ha realizzato un originale museo all’aperto, un capolavoro di ambientazione cittadina dell'arte contemporanea, ha iniziato a lavorare con la creta di Aiello. Dalla sua immaginazione creativa, oltre a opere di pittura e scultura in cui, rispettivamente, sono soggetti principali lo zampognaro calabro e la grande madre terra, escono fuori anche particolari numeri civici in terra cotta, smaltati, colorati e narranti storie.
Per le antiche stradine di Aiello, di questi numeri di terra cotta, ce ne sono già diversi. Ognuno con una sua storia da raccontare. Che è anche quella di un artista sempre alla ricerca di nuove esperienze, di nuove iniziative per far conoscere le opere d'arte e soprattutto l'uomo che sta dietro di esse e la sua anima.
Francesco Magli, o meglio Francesco d’Aiello (come ama farsi chiamare), nasce nella cittadina tirrenica nel giugno 1947. I primi anni della sua infanzia li passa ad Aiello, ma poi vivrà sino all’adolescenza in un collegio a Limbadi, assieme a compagni di scuola come il giornalista Pantaleone Sergi e Nuccio Barillari (il noto fotografo). Da lì, andrà giovanissimo a Milano ed è qui, nella città meneghina, soprattutto nella sua Isola (il quartiere vicino alla stazione di Porta Garibaldi), che sceglierà la strada dell’arte con maestri e compagni di viaggio come Ibrahim Kodra, l'ultimo grande artista postcubista scomparso agli inizi del 2006, e grazie agli insegnamenti presso l’Accademia di Brera di Nicola Gianmarino (scultura), Pippo Spinoccia (Disegno) e Raffaele De Grada (storia dell'Arte e Critica sociale).

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