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La Grande Guerra. On line il più grande archivio digitale di testi del conflitto mondiale

Il progetto finanziato dalla Presidenza Consiglio dei Ministri è stato realizzato dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Istituto di Linguistica Computazionale CNR, l’Università di Siena e l’Accademia della Crusca. E’ la parola pace piuttosto che vittoria a ricorrere di più nei diari e nelle lettere dei militari della Grande Guerra. E gli aggettivi che ricorrono maggiormente per descrivere i soldati sono povero, buono o stanco, mentre solo in secondo piano compaiono attributi come valoroso o prode. E’ dunque una retorica antieroica quella che si ritrova nelle parole dei soldati, tant’è che come grande assente c’è il verbo uccidere: i soldati muoiono, ma non uccidono.

Civita

Ph. Bruno Pino –  www.brunopino.it

Fagnano Castello e la sagra della castagna

Ph. Bruno Pino – www.brunopino.it

Le Castella e Capo Colonna

Ph. Bruno Pino –  www.brunopino.it

Legami di storia, omaggio a Giorgio Castriota Skanderbeg. Una mostra all'Archivio di Stato di Cosenza dal 7 al 24 novembre

L' Archivio di Stato di Cosenza ha voluto ricordare l’eroe della liberazione albanese, Gjergj Kastrioti Skënderbeu, detto Skanderbeg, in occasione del 550° anniversario della sua morte. “Legami di Storia, omaggio a Giorgio Castriota Skanderbeg” è il titolo della mostra (1509-1946) che sottolinea l’importanza del patrimonio di comunità albanesi, ricche non solo sul piano linguistico ma anche storico culturale. Un riferimento importante dunque di ideali democratici e progressisti in tutti i campi della società italiana: da quello politico a quello letterario; da quello giuridico a quello amministrativo. La mostra sarà visitabile da mercoledì 7 a sabato 24 novembre 2018, in orario d’ufficio.

Il Centenario della fine della #GrandeGuerra

Riforma dell'Ordine dei Giornalisti. Le linee guida approvate dal Consiglio Nazionale

Dal  Sito dell'Ordine dei Giornalisti Nuove modalità di accesso alla professione giornalistica, che prevedano accanto alla laurea anche un corso universitario di un anno; più vigilanza per l’iscrizione all’elenco dei pubblicisti, con un percorso biennale maggiormente documentato per verificare che non ci siano abusi e che l’attività sia svolta correttamente; il superamento del carattere di esclusività professionale, purché non ci sia conflitto di interesse; la regolamentazione del settore degli uffici stampa con l’istituzione di un registro. E poi il cambio del nome in Ordine del Giornalismo, affinché sia chiara la funzione di un’istituzione deputata per legge a garantire il diritto dei cittadini a essere informati nel rispetto dell’Art.21 della Costituzione. Sono i nodi centrali espressi nelle Linee Guida per la Riforma dell’Ordine dei Giornalisti approvate a larga maggioranza la notte scorsa dal Consiglio Nazionale e presentate questa mattina a Roma.