QUELLO dell’eccidio dell’Arandora Star, la nave di lusso trasformata in nave per il trasporto di prigionieri all’indomani dell’inizio della seconda guerra mondiale tra l’Inghilterra e l’Italia, è un episodio – ricordato dalla studiosa Azadeh Medaglia durante il dibattito incentrato sulle comunità di emigrati italiani che vivono in Gran Bretagna - che ai più è sconosciuto. Con la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940, l’atteggiamento della Gran Bretagna nei confronti della Comunità italiana cambiò radicalmente. Gli italiani (erano all’incirca 18 mila i residenti), che erano ben integrati nel tessuto sociale ed economico dell’isola, divennero stranieri nemici. In 4 mila (tra i 18 e i 70 anni) furono arrestati e internati, con maltrattamenti e tenuti, come si evince in un rapporto della Croce Rossa, in condizioni disumane. Di questi 4 mila, 700 circa tra quelli ritenuti più pericolosi, furono imbarcati sulla Arandora Star diretta in Canada. Ma la mattina del 2 luglio 1940, la nave v