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Il nuovo Giuda

di Carmelina Sicari
È quello del romanzo ardito di Amos Oz scrittore israeliano che percorre una strada nuova nella creazione dell'odiato personaggio da Dante immerso nel ghiaccio del più profondo inferno, la Giudecca, la zona che da lui, da Giuda, prende il nome.
Confesso che Giuda mi affascina e che ho scritto, certo non in concorrenza con Oz, un Diario di Giuda, con una mia tesi distante da quella dello scrittore israeliano.
L'idea di Oz è che Giuda consente con il tradimento la redenzione. È lui il motore di tutta la vicenda e non Cristo che è troppo utopista per potere operare concretamente. Il tradimento è un atto di ribellione al conformismo, al bonismo ad ogni costo. È la molla del mutamento. I grandi uccisi come Lincoln, come lo stesso Kennedy erano traditori rispetto alla realtà confezionata, consueta, ordinaria del loro tempo. Giuda è il motore del cambiamento. Dietro la tesi di Oz facilmente si coglie il tentativo di minimizzare la figura di Cristo come vero innovatore e di esaltare e giustificare il tradimento di un intero popolo, nei confronti della dottrina dell'amore.
Sotto questo profilo niente di nuovo ma la figura di Giuda risulta affascinante per la gratuità del suo gesto. I trenta denari sono un alibi. In effetti Giuda consumato il tradimento si uccide: Qual è il segreto del suo destino? È l'impossibilità appunto di comprendere l'amore, di avvertire la creatività di questo sentimento, è in una parola l'invidia che mosse l'angelo ribelle in odio all'espansione dell'amore alla creazione. Il nuovo Giuda tutto sommato è vecchio.

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