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MARTIN LUTHER KING, 40 ANNI FA LA MORTE

Fonte Ansa - 04-04 19:58


(di Marco Bardazzi)

WASHINGTON - La memoria, la commozione e la politica si incrociano a Memphis, dove l'America si è data appuntamento per ricordare Martin Luther King, 40 anni dopo l' assassinio, in un clima segnato dalla campagna elettorale in corso. Assente Barack Obama, il primo nero con serie ambizioni presidenziali nella storia americana - che ha però dedicato un discorso all'anniversario -, sono stati Hillary Clinton e John McCain a dominare la scena nel giorno del ricordo nella città del Tennessee.

Sotto una pioggia battente, centinaia di persone hanno marciato nelle strade di Memphis e si sono soprattutto raccolte di fronte al balcone del Lorraine Motel, dove King fu colpito a morte da un colpo esploso da un fucile di precisione. Un delitto per il quale fu condannato James Earl Ray, che confessò di essere il killer e poi ritrattò, cercando di venir prosciolto fino alla morte nel 1998. "Il nome di Martin Luther King sarà onorato per tutto il tempo per cui sarà onorato il credo stesso dell'America", ha detto il candidato repubblicano McCain, parlando alla folla di fronte al balcone dell'assassinio. La presenza di McCain è stata abbastanza insolita in un evento del genere, di solito appannaggio dei democratici, e dimostra che il senatore dell' Arizona è intenzionato a cercare di inseguire anche voti afroamericani ritenuti fuori portata per i repubblicani. McCain ha fatto anche pubblica ammenda, di fronte alla folla, per essersi opposto anni fa alla proclamazione di una festa nazionale dedicata a King, giudicandolo un proprio errore. Qualche perplessità ha suscitato, tra gli attivisti neri che si sono susseguiti di fronte alle telecamere delle Tv nazionali, l'assenza a Memphis di Obama. Ma il senatore dell'Illinois, che ha parlato di King durante un evento elettorale in Indiana, ha ricordato di essere già stato presente alle cerimonie a gennaio per il compleanno di King e di aver pronunciato poco tempo fa un discorso di alto profilo sul tema della razza, ispirandosi a piene mani proprio al reverendo nero. "E' ovvio che oggi non sarei dove sono, se non fosse stato per Martin Luther King", ha detto Obama. "Il suo è stato il vangelo della fratellanza, dell'eguaglianza e della giustizia. Ci ha insegnato che a prescindere da quale sia il colore della nostra pelle, la nostra fede, i soldi che abbiamo, siamo tutti impegnati l'uno per l'altro, abbiamo un fratello di cui farci carico. E possiamo solo crescere tutti insieme, o affondare tutti insieme". Obama ha ricordato anche Robert Kennedy, che proprio in Indiana, il 4 aprile 1968, da candidato alla Casa Bianca dei democratici si recò senza scorta in un ghetto nero per annunciare la morte di King e per esortare l'America a restare unita. Due mesi dopo, fu ucciso anche lui, durante un evento elettorale a Los Angeles.

Da allora i candidati presidenti vengono protetti dal Secret Service, e nessuno è mai stato protetto con largo anticipo come Obama, sotto scorta già da un anno. Hillary Clinton, dopo aver ricordato con orgoglio quando, a 14 anni, strinse la mano al Martin Luther King, ha lanciato da Memphis la proposta di creare uno 'zar' contro la povertà alla Casa Bianca, se sarà eletta presidente. In un discorso a tratti commosso, l'ex First Lady ha sottolineato che il viaggio intrapreso da King per la difesa dei diritti civili "é tutt'altro che concluso in America". Ma anche se restano ingiustizie e difficoltà ancora grandi da superare, ha sottolineato la Clinton, "proprio King ci ammoniva di tenere sempre a mente che è proprio in mezzo all'oscurità che si vede meglio la luce che arriva". (marco.bardazzi@ansa.it).

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