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Beni Culturali, la vicenda della chiesa di Cleto. Firmata la risoluzione consensuale del contratto con la ditta che avrebbe dovuto eseguire i lavori di messa in sicurezza


CLETO, CS – Sottoscritta la risoluzione del contratto di appalto dal Comune e dalla ditta che si era aggiudicata i lavori degli spazi fruibili del castello di Cleto e della chiesetta del S.S. Rosario.
“L'accordo transattivo prevede la reciproca rinuncia ad azioni risarcitorie o di rivalsa tra il Comune di Cleto e la Ditta, perché entrambe le parti – spiega una nota del comune - hanno avuto importanti danni economici e d'immagine provocati direttamente da un illecito comportamento tenuto da terzi”.
“Il comune di Cleto – viene evidenziato -, non ha potuto mettere in sicurezza la Chiesetta, completare i lavori degli spazi esterni al Castello che, avrebbero consentito di ottenerne l'agibilità, con possibilità di affidamento ad associazioni o privati per la sua fruizione e valorizzazione, senza considerare che deve restituire novantamila euro alla Regione Calabria, mentre, la Ditta aggiudicatrice ha perso un lavoro appaltato e consegnato dell'importo di trecentomila euro e sostenuto spese importanti per partecipazione ed aggiudicazione della gara”.

La vicenda, raccontata più volte da Il Quotidiano, si origina dalla compravendita della chiesa detta del S.S. Rosario che nell’estate 2015 – già destinataria del finanziamento di cui si parla - era stata venduta dalla Parrocchia cletese per 10 mila euro ad un imprenditore olandese per essere restaurata e adibita a centro d’arte internazionale. Una compravendita contestata perché avvenuta durante il commissariamento del comune, senza che lo stesso si attivasse per esercitare il diritto di prelazione, e anche perché l’ex luogo di culto era stato dichiarato dalla Soprintendenza di interesse culturale e pertanto da ritenersi bene inalienabile.
L'accordo firmato prevede anche “che ogni causa che ha dato origine alla risoluzione sarà oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Paola”, nel quale esposto “si chiederà di svolgere indagini per valutare la legittimità del comportamento delle persone che hanno provocato la risoluzione e degli atti che ad esse sono stati funzionali per raggiungere lo scopo”.


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