di
Gaetanina Sicari Ruffo - vice direttrice di Calabria Sconosciuta
La
sua esistenza è quanto meno singolare. Fu medico e poeta calabrese,
nato a Pizzo Calabro nel 1869 e morto nel '43. Visse negli anni di
Luigi Sturzo e, nelle fila del Partito Popolare, fu eletto
Sottosegretario al governo di Ivanoe Bonomi nel 1921 e fu Ministro
della Pubblica Istruzione nei due ministeri Facta, nel 1922 (cfr.
Portale storico della Camera dei deputati, legislazioni XXV, XXVI,
XXVII). Si ritirò dalla politica con l'avvento del fascismo e dopo
la marcia su Roma, il 28 ottobre del '22. Condusse vita privata senza
tanto rumore, a Raiano d'Aquila, dopo aver firmato il manifesto degli
intellettuali antifascisti, dedicandosi ai suoi studi scientifici
(era medico anatomista), ed alla poesia.
Vi
immaginate come sarebbe stato se avesse fatto una scelta diversa?
Forse avremmo avuto un eroe in più come Antonio Gramsci, o un
profugo, o un esule martoriato e dannato. Amava egli la solitudine?
Più che altro si evince dalle sue liriche amava la natura e la
quiete: Per
l'amor nostro grande/ una deserta picciola casa io sogno/
biancheggiante....Aveva
alimentato l'eterno
sogno di vivere tranquillo, lontano da dispiaceri e da tormenti. Ma
non testimoniò mai il tumulto delle sue emozioni di fronte
all'evento storico che lo segnò. Forse qualche volta vi allude:
Ombra di nubi
che ti spieghi/ enorme sulla distesa dei mari e dei piani...ma
è sempre secondo un registro naturalistico che vede proiettarsi le
difficoltà della sua vita, senza entrare mai in dettagli. Anche
nella lirica: La
vela e il vento
si parla di venti contrastanti: Ammaino
al porto in vista/ la mia vela, in un cielo/ occiduo d'ametista;/ ma
rèfoli di vento/ ancor la scuoton tutta,/ ed un lembo vibratile/ a
chiudersi rilutta”.
Considerato erede di Pascoli, trovò in Dio la sua grande certezza ed
il suo conforto come nel sonetto: Sola,
in vetta, una luce: -I muti aspetti ricercando il vero,/ indago ad
uno ad un del mondo esterno,/ ma più le cose domino e discerno,/ più
s'alza all'infinito il mio pensiero...
Ebbe
grande onestà intellettuale ed alti valori morali testimoniati dai
Sonetti
religiosi
(1923) e dai successivi: Nuovi
sonetti religiosi (1931).
La raccolta completa delle sue poesie fu curata da Zanichelli
(Bologna) nel 1921. La sua vena lirica ebbe modo d'esprimersi in
numerose pubblicazioni dai
Primi tumulti-Gli Amori
(1888), ai Sonetti
dell'anima
a “La Croce e
le rose”, ma
secondo Pasquale Tuscano la sua poesia raggiunge gli esiti migliori
nella raccolta:
L'ombra della montagna (1939)
nella quale luci
improvvise
si fanno spie di insospettati
richiami, anticipando
quasi le forme della poesia ermetica.
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