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Inno alla Libertà

di Gaetanina Sicari Ruffo – Vice Direttrice Calabria Sconosciuta
Tutti conoscono o almeno hanno sentito parlare del poeta Paul Éluard, pseudonimo di Eugène Emile Paul Grindel, esponente a pieno titolo del surrealismo francese, nato a Parigi nel 1895 e morto a Sharenton-le Pont nel 1952. È l'autore della celebre poesia, che più che altro è un manifesto della Libertà, tratta dalla sua raccolta poetica: Poésie et Verité, pubblicata clandestinamente nel 1942, tradotta in italiano da Franco Fortini per Einaudi nel 1976. Ha in sé un respiro carico di attese ed è dettata sotto il forte sentimento della sua perdita, nella Francia occupata dai nazisti ed ispirata dalla speranza del suo trionfo. Venne persino lanciata dagli aerei della Raf scritta su tanti bigliettini bianchi tra la popolazione civile ed i partigiani. Si riconobbe all'autore il merito di una valida profezia. Sono sei strofe intense che culminano nella evocazione della tanto desiderata Libertà:
Sull’assenza che non chiede
Sulla nuda solitudine
Sui gradini della morte
Scrivo il tuo nome
Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Sull’immemore speranza
Scrivo il tuo nome
E in virtù d’una parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti,
Per chiamarti
Libertà
Più che naturale dunque che dopo gli attentati di Parigi, il 13 novembre, si sia fatto ricorso ad essa, come altamente desiderato tanta che, nel Centro Pompidou, in questa circostanza, è stato esposto un pannello con un verso della stessa: Liberté, j'écris ton nom. Per essa il suo autore ha a lungo combattuto nella I guerra mondiale e successivamente nella seconda e, in un momento critico della sua vita, dopo l'abbandono della moglie Gala nel 1930, che gli preferì Salvator Dalì, s'iscrisse al Partito comunista e combattè per la resistenza onde poi per evitare l'arresto fuggì da Parigi con la seconda moglie Maria Benz, detta Nusch, e compì numerosi viaggi in Europa orientale, rientrandovi più tardi.
Ora gli eredi dello scrittore francese si stanno accanendo contro David Cronemberg, il regista del film “Maps to the Stars” che ha usato i versi di Liberté. Per il copyright. Hanno scoperto, dopo l'uscita del film, che non l'ha rispettato. Inoltre il senso della poesia di Éluard risulta fortemente diverso, non come inno alla vita ed alla speranza, ma come messaggio di morte.
Il film, ambientato ad Hollywood, narra infatti l'ossessione dei protagonisti per il successo e la loro lotta si svolge tra psicofarmaci e deviazioni fino alla morte in modo violento, accompagnando alla fine la recita di tre quartine finali di Liberté. Gli eredi sono infuriati e chiedono come punizione esemplare 250 mila euro, anche se il regista Cronemberg, durante una conferenza stampa a Cannes, ha inteso spiegare che la poesia, pur essendo nata nel contesto della guerra e della resistenza, è così viva e vera che si presta ad essere interpretata in modi diversi perché è in grado di acquisire nuovi significati e consente un uso all'infinito. 
L'11 febbraio in un tribunale di Parigi ci sarà la sentenza che acclarerà se sono state violate le norme che regolano il diritto d'autore, ma, a prescindere da esse che appaiono solo un appiglio per discutere del caso, si stabilirà se è stato giusto, umanamente parlando, tradire la volontà dell'autore che ha associato la libertà alla speranza ed alla rinascita. 
Paul Éluard non è stato naturalmente solo l'autore della suddetta poesia, ma ha scritto molti altri componimenti e Saggi e Lettere. Tra i poemi più significativi: Le devoir et l'inquiétude nel 1917, dopo il ritorno in Francia della I guerra mondiale, cui seguirono: Poémes pour la paix del 1918, Mourir de ne pas mourir, le cui composizioni gli furono ispirate dal Movimento Surrealista fondato con Breton Soupault e Arogan tra il '22 ed il l'25, Capitale de la douleur del '26 Les Maleurs des Immortales del '28 ed oltre a Poèsie et Véritè, Poésie ininterrompue nel 1945, che contiene la summa di tutta la sua vita, di alta tensione morale e civile.

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