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Belmoro, quarta puntata. Un mondo alla deriva

di Gaetanina Sicari Ruffo
La fantasia alvariana ristruttura il mondo in maniera molto diversa dalla realtà. C'è naturalmente l'influsso di Orwell e del suo “1984”. La regione in cui è caduto Belmoro è campestre ed ha per capitale Magnitudo, uno Stato che aveva il privilegio di ospitare, difendere e proteggere la gente povera e sofferente di tutti i paesi del mondo che ormai erano per definizione felici e si erano coalizzati in una federazione detta dell'Ordine Mondiale Igiene e Bellezza o Opera Mundi.
Dove vive inizialmente Belmoro c'è traffico di mendicità, vendita di bambini e di donne, contrabbando di droghe e di ritrovati atomici. Egli stesso è tenuto in condizione servile e non parla tanto da essere considerato muto.

L'Opera Mondiale non tollerava nessun infelice nel suo territorio ed espelleva ognuno avviandolo verso Magnitudo o Lipona. A Magnitudo c'era l'Ordine mondiale dei Malvagi che aveva il compito di perseguitare i poveri ed i sofferenti. Chiunque in quella capitale poteva ucciderli e travolgerli sotto le rapide vetture. Energeiton era invece la capitale dell'Opera Mundi. “Là le leggi consentono alle donne che si votano alla sterilità, come pure agli uomini, un'unione legittima fra persone dello stesso sesso”. Altri mondi erano Vergins, Pomaren dove esisteva la fabbrica dei sottouomini, creati dalla federazione Scientifica.
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