Siamo nel caos postapocalittico
determinato da una conflagrazione atomica che ha sconvolto ogni
ordine, ha cancellato i fasti del passato e ridotto i frammenti di
esso a pure forme archeologiche, ornamentali, buone per ornare
qualche bottega di rigattiere.
Gli uomini sono ombre di uomini. AndCo,
un uomo senz'anima con il cuore di cellophan, Larcaris, un ibernato
che garantisce la perpetuazione della specie e poi Ippolito, Braccio,
Marino, Populos, nuovi Proci variamente caratterizzati.
La
parola viene usata nel linguaggio quotidiano, senza alcuna ascendenza
culturale che così scompare. Resta il suo significato concreto,
fisico: Le parole, adoperate nella loro forma tradizionale
significavano però un'altra cosa, come Democrazia, Libertà, Popolo.
Tutta la fatica consisteva nel trovare parole che giustificassero
qualsiasi azione e qualsiasi atteggiamento... Per esempio la parola
Pace, che si pronunziava volendo significare Guerra, giacchè questa
parola a sua volta cadeva in disuso. Così la parola Morire era
sostituita dalla parola Spegnersi o Scomparire. Come la parola Amore
era sostituita dalla parola Sesso e Possesso.
L'amore infatti era una bella favola
d'altri tempi. Ora c'era l'eros arido ed asfittico. L'amore concepito
prima era impedito dalla civiltà (si fa per dire) dell'Unione
dominata dalla “smania di sciupare e di corrompere”: Agognavo
di abbracciare un essere, simile a me, stendermi accanto ad esso,
parlare, udire le sue parole, sentire il suo calore...”
Insomma
Belmoro conserva traccia dei sentimenti come in un sogno e questi gli
fanno ripudiare tutto ciò con cui viene a contatto come fosse
degradato e turpe.
Egli
intende così denunziare la civiltà delle immagini, la manipolazione
genetica, il pansessualismo, il desiderio di ricchezza, l'erotismo
del potere e della supremazia, l'omologazione massificante, il
divismo ed il consumismo.
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